Territorio
Ecomafie, i numeri di un disastro annunciato
Puglia seconda in italia per lo smaltimento illegale dei rifiuti. L'onorevole Ventricelli interviene su Grottelline
Gravina - giovedì 12 giugno 2014
11.03
Triste podio per la Regione Puglia nel rapporto annuale sulle ecomafie presentato da Legambiente.
Secondo i dati forniti dall'associazione nazionale sono 2.931 le infrazioni contro l'ambiente accertate nella Regione. Un numero che fa balzare la Puglia al terzo posto nella classifica generale dell'illegalità ambientale e la fa restare sul podio, addirittura al secondo posta,anche in materia di ciclo illegale dei rifiuti superata solo dalla Campania.
Questo il quadro poco edificante, dipinto dall'annuale rapporto di Legambiente sulle Ecomafie. Nel dettaglio, in Puglia sono 2.579 le persone denunciate, 28 arrestate e 1.028 sequestri effettuati. Mentre le province di Bari e Foggia sono, rispettivamente, quinta e sesta nella classifica provinciale dell'illegalità ambientale con 846 e 795 infrazioni accertate. Per quel che riguarda il ciclo illegale dei rifiuti, la Puglia arriva al secondo posto con 469 infrazioni accertate, 487 persone denunciate, 9 arrestate e 242 sequestri effettuati. La maggior parte delle infrazioni accertate si concentrano nelle province di Bari (177), Taranto (98) e Foggia (72).
"La Puglia – ha detto il presidente di Legambiente - è una regione a rischio per la posizione geografica e la presenza di migliaia di cave dismesse, in cui i rifiuti possono essere interrati". Per quanto riguarda il racket degli animali (corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, traffico di animali da compagnia, commercio di specie protette, macellazione clandestina, bracconaggio e pesca di frodo), nel 2013, la Regione scende dal secondo al terzo posto con 953 infrazioni accertate, 899 persone denunciate, 50 arrestate e 321 sequestri effettuati. In testa per questi reati è la provincia di Foggia con 288 infrazioni accertate (al settimo posto in Italia). C'è poi l'archeomafia, con l'aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico. La Puglia è settima in Italia con 36 furti di opere d'arte registrati lo scorso anno.
In questo già preoccupante contesto, si aggiungono le vicende di cronaca che hanno riportato al centro del dibattito politico regionale e nazionale la discarica di Grottelline, dopo il sequestro effettuato dal Corpo Forestale dello Stato che ha rinvenuto cumuli di rifiuti tombati in una cava dismessa, finita poi sotto sequestro, in una zona adiacente al nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti in costruzione.
Si tratta di alcune decine di tonnellate di batterie per autovetture, catrame di carbone, miscele bituminose, scorie di cemento e mattoni, pneumatici fuori uso. Non ci sarebbero, da quanto emerge al momento, rifiuti tossici ma resta la preoccupazione. Dopo le rassicuranti dichiarazione dell'assessore regionale all'ambiente Lorenzo Nicasto, ora è un esponete della politica nazionale a chiedere "l'intervento non solo da parte delle istituzioni locali e regionali, ma anche per sollecitare il Governo a prendere una dura posizione nei riguardi dei responsabili di tale scempio".
"Lo scorso dicembre – si legge in una nota diffusa dall'onorevole Liliana Ventricelli - con un'interrogazione parlamentare, e nei mesi successivi con un mio intervento mirato in Aula, ho interrogato il Governo perché si interessasse a ciò che sta accadendo nella nostra terra, perché assumesse un impegno concreto per arginare questo scempio e individuasse ogni responsabilità. Torno a ripetere che tali crimini non possono e non devono rimanere impuniti, vanno individuati i responsabili, vanno fermati e perseguiti vanno assolutamente salvaguardate le nostre terre e preservata la salute di tutti i cittadini".
Secondo i dati forniti dall'associazione nazionale sono 2.931 le infrazioni contro l'ambiente accertate nella Regione. Un numero che fa balzare la Puglia al terzo posto nella classifica generale dell'illegalità ambientale e la fa restare sul podio, addirittura al secondo posta,anche in materia di ciclo illegale dei rifiuti superata solo dalla Campania.
Questo il quadro poco edificante, dipinto dall'annuale rapporto di Legambiente sulle Ecomafie. Nel dettaglio, in Puglia sono 2.579 le persone denunciate, 28 arrestate e 1.028 sequestri effettuati. Mentre le province di Bari e Foggia sono, rispettivamente, quinta e sesta nella classifica provinciale dell'illegalità ambientale con 846 e 795 infrazioni accertate. Per quel che riguarda il ciclo illegale dei rifiuti, la Puglia arriva al secondo posto con 469 infrazioni accertate, 487 persone denunciate, 9 arrestate e 242 sequestri effettuati. La maggior parte delle infrazioni accertate si concentrano nelle province di Bari (177), Taranto (98) e Foggia (72).
"La Puglia – ha detto il presidente di Legambiente - è una regione a rischio per la posizione geografica e la presenza di migliaia di cave dismesse, in cui i rifiuti possono essere interrati". Per quanto riguarda il racket degli animali (corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, traffico di animali da compagnia, commercio di specie protette, macellazione clandestina, bracconaggio e pesca di frodo), nel 2013, la Regione scende dal secondo al terzo posto con 953 infrazioni accertate, 899 persone denunciate, 50 arrestate e 321 sequestri effettuati. In testa per questi reati è la provincia di Foggia con 288 infrazioni accertate (al settimo posto in Italia). C'è poi l'archeomafia, con l'aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico. La Puglia è settima in Italia con 36 furti di opere d'arte registrati lo scorso anno.
In questo già preoccupante contesto, si aggiungono le vicende di cronaca che hanno riportato al centro del dibattito politico regionale e nazionale la discarica di Grottelline, dopo il sequestro effettuato dal Corpo Forestale dello Stato che ha rinvenuto cumuli di rifiuti tombati in una cava dismessa, finita poi sotto sequestro, in una zona adiacente al nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti in costruzione.
Si tratta di alcune decine di tonnellate di batterie per autovetture, catrame di carbone, miscele bituminose, scorie di cemento e mattoni, pneumatici fuori uso. Non ci sarebbero, da quanto emerge al momento, rifiuti tossici ma resta la preoccupazione. Dopo le rassicuranti dichiarazione dell'assessore regionale all'ambiente Lorenzo Nicasto, ora è un esponete della politica nazionale a chiedere "l'intervento non solo da parte delle istituzioni locali e regionali, ma anche per sollecitare il Governo a prendere una dura posizione nei riguardi dei responsabili di tale scempio".
"Lo scorso dicembre – si legge in una nota diffusa dall'onorevole Liliana Ventricelli - con un'interrogazione parlamentare, e nei mesi successivi con un mio intervento mirato in Aula, ho interrogato il Governo perché si interessasse a ciò che sta accadendo nella nostra terra, perché assumesse un impegno concreto per arginare questo scempio e individuasse ogni responsabilità. Torno a ripetere che tali crimini non possono e non devono rimanere impuniti, vanno individuati i responsabili, vanno fermati e perseguiti vanno assolutamente salvaguardate le nostre terre e preservata la salute di tutti i cittadini".