Leo Vicino
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Politica

Elezioni Politiche: il pensiero di Leo Vicino

L'esponente del Pdl attacca Valente e il centrosinistra. "Il cambiamente sconfessato dagli elettori".

Gentile Direttore, il risultato delle elezioni politiche non può passare inosservato e senza riflessione da parte dei dirigenti locali dei partiti nazionali e soprattutto del Popolo della Libertà, del quale sono parte integrante come militante oltre che componente del Coordinamento provinciale di Terra di Bari.

Analizzando l'esito elettorale, emerge chiaramente che a Gravina esiste un area ampia e consolidata di cittadini ed elettori che dalle elezioni politiche del 2006 hanno reso il centrodestra, per la terza volta consecutiva, la prima forza politica della Città.

E' innegabile che il successo elettorale sia merito del presidente Berlusconi e della sua capacità di interpretare e dare voce alla maggioranza degli italiani che non si sentono rappresentati dalla sinistra, ma è altresì certo, come ognuno di noi nel suo piccolissimo abbia fatto la propria parte.

Certamente il risultato sorprendente e inaspettato del Movimento 5 Stelle, che a Gravina supera il 32%, andando oltre il dato nazionale, regionale e provinciale attestandosi come primo partito, apre ulteriori riflessioni sul momento politico locale. Infatti il Partito Democratico con il 14%, registra il suo minimo storico.

Occorre ricordare come in Puglia, nel passato anche recente, dal Pci al Pds poi Ds ed infine Pd i consensi raggiungevano il 25% e a "Gravina la rossa", che rappresentava il granaio della sinistra, le percentuali erano notevolmente più alte del dato provinciale e regionale. Oggi, invece, nella nostra città assistiamo ad una autentica Caporetto per il partito che esprime il sindaco.

La sensazione che si registra parlando con i gravinesi è che al trend negativo regionale si sia sommato lo scontento e il rigetto al mal costume politico locale, fatto di transumanze e ricatti, crisi e metodi della vecchia politica volta a garantirsi una sopravvivenza fine a se stessa, con l'aggravante che a capo dell'amministrazione comunale c'è un sindaco di 33 anni che tutto rappresenta, tranne il "Cambiamente".

Ed è proprio l'elettorato giovanile ad aver voltato le spalle ad una sinistra autoreferenziale, chiusa nelle logiche di palazzo, amministrativamente paralizzata e politicamente agonizzante. Oggi tocca al Popolo della Libertà, (anche ai suoi vertici provinciali), insieme ai partiti che compongono la coalizione di centrodestra dimostrare, dopo il disastro delle ultime elezioni comunali, dimostrare di aver imparato la lezione, di lavorare per consolidare il consenso ottenuto attraverso la ripresa del dialogo con la città. Occorre ridare voglia e opportunità di fare politica ai tanti militanti e simpatizzanti che chiedono solo coinvolgimento e partecipazione, stanchi della sterile conflittualità per posizionamenti personali ed egoistici; premiare l'impegno e la coerenza di chi da sempre crede e sostiene il proprio ideale; ridare slancio ai nostri programmi ancora attuali avviati durante l'esperienza amministrativa scorsa che ora iniziano a dare importanti risultati (strade in zona Pip, convento Santa Sofia, progetto LIFE + Natura, rigenerazione urbana per citarne alcuni), ispirati dai nostri valori e dal nostro amore per la città.

Se sapremo fare questo, e dopo il disastro dell'attuale amministrazione, la maggioranza moderata del popolo gravinese tornerà a darci fiducia.

Cordiali saluti

Leo Vicino

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Caro Vicino, i dati che lei offre costituiscono un sicuro spunto di riflessione. Ne approfitto per esternare un dubbio: il tracollo del Pd gravinese, rispetto alle Politiche del 2008, è nei fatti, al di là delle cause, e se cioè esso sia da addebitare tutto e per intero alle dinamiche nazionali o se invece sia il frutto, almeno in parte, anche delle vicende locali.

Ma c'è un dato che lei non cita, sebbene specularmente importante quanto quello relativo ai democratici: cinque anni fa alla Camera il suo partito, il Pdl, quando ancora non esprimeva il sindaco, a Gravina metteva insieme qualcosa come 11.859 voti, pari al 49,75%. Il 24 e 25 febbraio scorsi quei voti si sono quasi dimezzati: 6.259, ovvero il 27,35%.

Ecco il dubbio: se il Pd, come Ella afferma, ha perso, può dirsi che a vincere sia stato il Pdl?

Lei lascia intendere che così sia stato, e non è mia intenzione farle cambiare idea. Ma forse a più d'uno, tra i lettori, sarebbe interessato sapere che fine abbiano fatto quei voti. E magari anche capire perchè alle ultime amministrative, quelle del "cambiamente", meno di un anno fa, il Pdl non abbia trovato neppure la forza di eleggere anche solo un consigliere comunale. Se la matematica non è un'opinione, si sarebbe quasi tentati di dire che nel maggio del 2012 gli elettori del centrodestra preferirono sostenere proprio il "cambiamente".

Strano, non trova?


Cordialmente.

Gianpaolo Iacobini

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