Territorio
Emergenza cinghiali: incidenti e visite in periferia
Lancia l'allarme il consigliere regionale Gianni Stea
Gravina - mercoledì 28 settembre 2016
Aumenta di giorno in giorno il numero di avvistamenti di esemplari di cinghiale nel territorio Murgiano, non solo nelle campagne dove distruggono i raccolti - i cui dati allarmanti sono stati resi noti da Coldiretti Puglia nei giorni scorsi - ma anche nelle periferie cittadine. Recentemente, ne è stata segnalata la presenza anche nella zona periferica di Gravina, località contrada Dolcecanto. Animali selvatici che, se disturbati, risultano aggressivi e molto pericolosi per l'uomo in un confronto faccia a faccia.
Ma il pericolo si presenta anche sulle arterie stradali dell'Alta Murgia. Sfiorata la tragedia nella notte tra il 19 e il 20 settembre: è di tre feriti, di cui due gravi, il bilancio dello scontro tra un'auto e un furgone avvenuto sulla strada statale 170 tra Corato e Castel del Monte causato dall'improvviso attraversamento di un cinghiale, deceduto nell'impatto. L'ennesimo incidente che si aggiunge alla lista nera.
Già nel settembre dello scorso anno la situazione era stata contrassegnata come allarmante e a riportare a galla la questione archiviata è il consigliere regionale dell'Area popolare, Gianni Stea, il quale in una nota ha ricordato che l'assessore regionale Leonardo Di Gioia, a seguito di un incontro con il Comitato tecnico Faunistico Regionale, istituì un gruppo tecnico per la stesura di un regolamento per programmare e pianificare l'attività di caccia al fine di contenerne la diffusione. "La bozza di regolamento, da sottoporre preventivamente alla supervisione dell'Ispre, era stata trasmessa all'Area Metropolitana di Bari ed alla Regione Puglia affinché, per quanto di competenza, fosse valutato e tenuto in conto nell'ambito della programmazione delle attività che attengono la gestione di questa specie su scala sia regionale che provinciale."
In sostanza, l'obiettivo era quello di "promuovere un'attenta programmazione mediante la redazione del Piano di Gestione della specie su scala provinciale che vede: la suddivisione del territorio in Distretti di caccia; la redazione del Piano di prevenzione dei danni alle coltivazioni agro-forestali; gli interventi gestionali; la valutazione della loro efficacia; il monitoraggio corretto dei danni; la stima dell'andamento demografico delle popolazioni di cinghiale ed un commisurato Piano di prelievo, nonché l'importantissimo monitoraggio sanitario delle carni di cinghiale mediante il controllo dei capi abbattuti in appositi centri".
Peccato che il tutto, come sostiene in conclusione Stea, si sia "perso nei meandri di una assurda macchina burocratica".
L'emergenza cinghiali è un dato di fatto. Come la Regione intenda rimediare e tutelare la popolazione, resta ancora un tabù.
Ma il pericolo si presenta anche sulle arterie stradali dell'Alta Murgia. Sfiorata la tragedia nella notte tra il 19 e il 20 settembre: è di tre feriti, di cui due gravi, il bilancio dello scontro tra un'auto e un furgone avvenuto sulla strada statale 170 tra Corato e Castel del Monte causato dall'improvviso attraversamento di un cinghiale, deceduto nell'impatto. L'ennesimo incidente che si aggiunge alla lista nera.
Già nel settembre dello scorso anno la situazione era stata contrassegnata come allarmante e a riportare a galla la questione archiviata è il consigliere regionale dell'Area popolare, Gianni Stea, il quale in una nota ha ricordato che l'assessore regionale Leonardo Di Gioia, a seguito di un incontro con il Comitato tecnico Faunistico Regionale, istituì un gruppo tecnico per la stesura di un regolamento per programmare e pianificare l'attività di caccia al fine di contenerne la diffusione. "La bozza di regolamento, da sottoporre preventivamente alla supervisione dell'Ispre, era stata trasmessa all'Area Metropolitana di Bari ed alla Regione Puglia affinché, per quanto di competenza, fosse valutato e tenuto in conto nell'ambito della programmazione delle attività che attengono la gestione di questa specie su scala sia regionale che provinciale."
In sostanza, l'obiettivo era quello di "promuovere un'attenta programmazione mediante la redazione del Piano di Gestione della specie su scala provinciale che vede: la suddivisione del territorio in Distretti di caccia; la redazione del Piano di prevenzione dei danni alle coltivazioni agro-forestali; gli interventi gestionali; la valutazione della loro efficacia; il monitoraggio corretto dei danni; la stima dell'andamento demografico delle popolazioni di cinghiale ed un commisurato Piano di prelievo, nonché l'importantissimo monitoraggio sanitario delle carni di cinghiale mediante il controllo dei capi abbattuti in appositi centri".
Peccato che il tutto, come sostiene in conclusione Stea, si sia "perso nei meandri di una assurda macchina burocratica".
L'emergenza cinghiali è un dato di fatto. Come la Regione intenda rimediare e tutelare la popolazione, resta ancora un tabù.