emergenza cinghiali parco alta murgia
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Territorio

Emergenza cinghiali, via libera alla cattura

Il Parco dell'Alta Murgia pubblica il bando

Come previsto dall'Ente Parco in uno degli ultimi Consigli Direttivi parte una delle azioni più rilevanti tra le cinque previste nella nuova strategia di contenimento degli ungulati nel territorio del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.

E' stato infatti pubblicato un Avviso pubblico che prevede il coinvolgimento degli operatori agricoli disponibili alla concessione in uso di aree agricole di proprietà' per i recinti di cattura cinghiali. Con lo stesso si apre ad un nuovo modello di cooperazione integrata nella individuazione, segnalazione ed eventuale cattura in quanto proprio a carico degli agricoltori sono stati prodotti i maggiori danni per questa anomala espansione delle immissioni della specie sul territorio nazionale.

Come già comunicato l'Ente ha chiesto il coinvolgimento di tutte le componenti istituzionali interessate, a partire dalla Regione Puglia dove già sono stati attivati incontri e tavoli di lavoro tecnici per avviare le altre fasi del nuovo approccio strategico approvato dall'Ente consistenti in :
1) Accelerare la procedura di regolamentazione ed eventuale ampliamento delle Aree Contigue del Parco dove è possibile come indicato dall' ISPRA esercitare la caccia nelle forme previste dalla Legge n. 157/92 (legge sulla caccia) attraverso:
a) la modulazione della pressione venatoria sul Cinghiale in funzione dello status delle popolazioni presenti nell'area protetta e nell'area contigua e delle scelte gestionali assunte dall'Ente gestore;
b) lo svolgimento della gestione venatoria per i residenti dell'area protetta, secondo regole che consentano un effettivo uso sostenibile delle popolazioni di Cinghiale con modalità, tempi e tecniche adeguati e che tengano conto anche degli effetti collaterali dell'attività venatoria (ATC del Parco).
2) Adottare una strategia nazionale di gestione del Cinghiale concordata tra ANCI e FEDERPARCHI, pur nel rispetto delle differenti finalità istitutive, risulti basata su un'opportuna armonizzazione e coordinamento degli interventi che si eseguono nelle aree protette, nelle aree contigue, negli ambiti pubblici e privati di caccia nel rispetto delle vigenti leggi in materia.
3) Adottare, sulla scorta dei precedenti punti, le migliori e più efficaci azioni urgenti di contenimento della specie (selecontrollo, cattura, prevenzione) sulla scorta delle buone pratiche nelle Aree Protette Italiane da armonizzare in base alle caratteristiche dei territori (parere ISPRA n. 48980/TA23 del 5.10.2017).
4) già attivata dall'Ente Parco e di cui sopra.
5) Impegnare la Regione Puglia ad accordi e intese (organismi intermedi) con le Aree Protette per l'attivazione di FILIERE CORTE per la valorizzazione e certificazione delle carni da cinghiale nella ristorazione e trasformazione manifatturiera locale con la partecipazione delle ASL e dei nuovi modelli di macellazione non cruenti (con macelli mobili) che permettono di contenere gli effetti legati alle condizioni post cattura e/o uccisione.

L'iniziativa è stata accolta con favore dal consigliere regionale Enzo Colonna secondo cui "si tratta di una prima concreta risposta alla vera e propria emergenza rappresentata dalla presenza e dall'attività di questi animali la cui popolazione continua a crescere in maniera incontrollata, determinando danni per tutto il territorio.
L'Ente Parco, infatti, ha proceduto nelle scorse settimane, ad acquistare recinti di tipo "corral", ben più capienti di quelli utilizzati in passato, in grado di ospitare trenta e più esemplari che, poi, personale addetto e specializzato selezionerà e trasferirà altrove, presso aziende faunistiche e venatorie. Dall'Ente Parco si stima che in questo modo potranno essere catturate svariate centinaia di esemplari.

"Come sostengo da tempo, è necessario affrontare questa delicata questione su un piano più sistemico e generale, intervenendo (pur con tutte le difficoltà relative alla ripartizione delle diverse competenze in materia) soprattutto sul piano normativo e regolamentare. A questo proposito – continia Colonna - il Parco dell'Alta Murgia e Assessorato regionale all'Agricoltura stanno lavorando alla definizione di uno specifico regime venatorio per l'attività di caccia nelle zone contigue all'area protetta, cioè quelle immediatamente esterne al Parco, in modo da limitare il fenomeno, mentre, da un altro punto di vista, è necessario mettere in campo una iniziativa finalizzata a realizzare anche sul nostro territorio una vera e propria "filiera" delle carni da cinghiale, con centri di macellazione e trasformazione dedicati alla carne selvatica".
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