Territorio
Eolico: la "Nuova energia" rompe il silenzio
La posizione della società in una lettera al sindaco. Respinti gli addebiti: "Tutto in regola".
Gravina - lunedì 8 luglio 2013
09.00
"Se lei ci avesse portato a conoscenza della lettera inviata già il 4 giugno alla Soprintendenza, avremmo potuto anticipare la nostra comunicazione e dimostrare fin da allora la serietà che contraddistingue la nostra società ed il nostro buon operato a tutela del progetto e dell'eventuale interesse archeologico e della collettività". Ma sebbene questo non sia avvenuto, le cose non cambiano: la "Nuova Energia", la società che sta realizzando a san Felice l'impianto eolico che nelle ultime settimane (e solo nelle ultime settimane) ha scosso con la forza di Eolo la politica gravinese, respinge seccamente ogni addebito, assicurando di stare operando nel pieno rispetto delle leggi e del patrimonio archeologico gravinese.
Lo fa in una lettera indirizzata al sindaco Alesio Valente, della quale Gravinalife è entrata in possesso. La missiva, successiva alla seduta di consiglio comunale di fine giugno, che forse avrebbe conosciuto sviluppi diversi se la posizione della società fosse stata nota già allora, reca la data del 3 luglio e prende spunto proprio dagli esiti della riunione consiliare, conclusasi con l'approvazione di un documento condiviso da maggioranza ed opposizione in nome del bene comune. Ma i rilievi emersi in sede di dibattito e trasfusi poi nell'atto di indirizzo unanimemente approvato vengono elegantemente rispediti al mittente dalla "Nuova Energia". "La nostra società - si legge nella missiva - dopo aver ottenuto in sede di conferenza di servizi dalla Soprintendenza per i beni archeologici parere positivo preliminare con prescrizioni, ha successivamente ottenuto nulla osta definitivo, nel quale, sulla base delle risultanze di approfondite indagini preventive, la stessa Soprintendenza certifica che le indagini archeologiche condotte in particolare per gli aerogeneratori 30 e 31, posizionati sulla piana di san Felice, hanno restituito elementi di scarsa importanza archeologica, autorizzando perciò l'esecuzione del progetto". Si aggiunge, con parole che sembrano suonare come indiretta risposta ai dubbi sollevati nelle settimane passate dal laboratorio "Syssitia": "Va ribadito che gli unici rinvenimenti emersi durante le indagini preventive nelle aree della piana di san Felice, dove insisteranno gli aerogeneratori 30 e 31 e dichiarati dalla Soprintendenza di scarsa rilevanza archeologica sono stati adeguatamente tracciati, catalogati e trasferiti presso la sede del centro operativo di Gravina. Inoltre, si sottolinea come il progetto non interessi in alcun modo la località Vagnari, come invece più volte erroneamente presunto, dichiarato e riportato". E ancora: "La scrivente sta attuando misure di controllo ben più restrittive di quanto prescritto in autorizzazione unica, avendo infatti attivato la sorveglianza archeologica, oltre che per gli scavi dei cavidotti interrati, anche per qualsiasi altro genere di scavo riguardante viabilità, piazzole e plinti di fondazione. Ai fini di una più scrupolosa tutela dell'eventuale presenza di reperti, ha stabilito di procedere con lo scavo a mano sebbene non richiesto da alcun ente, anzichè con mezzi meccanici, della parte più superficiale della piazzola dell'aerogeneratore n. 30, a scapito delle tempistiche di avanzamento del cantiere, incaricando a tal scopo una ditta archeologica di comprovata esperienza". A scanso di equivoci, l'ulteriore precisazione: "L'attivazione della sorveglianza così come la presenza in sito della ditta archeologica qualificata sono state opportunamente notificate sia alla sede principale di Taranto sia al centro operativo di Gravina della Soprintendenza. Durante tutte le attività di cantiere fino ad ora svolte non è emerso alcun ritrovamento di rilevanza archeologica".
Altri chiarimenti (e in questo caso la bacchettata pare cadere sulle manine dell'opposizione) piovono sulla visita ispettiva effettuata in cantiere, il primo luglio scorso, dalla Soprintendenza: "La dottoressa Radina, alla presenza del rappresentante del centro operativo di Gravina, ha effettuato un sopralluogo in corrispondenza degli aerogeneratori 30 e 31 a fine di verificare personalmente l'implementazione di tutte le misure di controllo da parte della scrivente, risultando, per quanto a noi noto, soddisfatta dell'operato della stessa".
Insomma, tutto in regola. E sorvolando sulle questioni di carattere economico legate alla trattativa in atto in ordine al ristoro ambientale, la "Nuova Energia" si accommiata rammentando di "stare ottemperando alle prescrizioni della Soprintendenza, esprimendo preoccupazione e costernazione per i dubbi sollevati sulla correttezza del proprio operato e per il danno di immagine derivante dalla diffusione di notizie imprecise e infondate, nonchè per le possibili ripercussioni negative che le stesse potrebbero avere sulle attività in corso e sulla prosecuzione dell'iniziativa stessa".
In coda, insieme ai saluti, l'invito: "La preghiamo di darci notizia di ogni eventuale elemento a lei noto che sia in contrasto con quanto dalla scrivente affermato, al fine di permetterci di provvedere di conseguenza".
Cosa risponderà, ora, Palazzo di città? C'è davvero qualcosa che si possa concretamente obiettare alla società bolzanina sotto il profilo della tutela del patrimonio archeologico? La partita sull'eolico continua, ma il gioco, adesso, prosegue a carte scoperte.
Lo fa in una lettera indirizzata al sindaco Alesio Valente, della quale Gravinalife è entrata in possesso. La missiva, successiva alla seduta di consiglio comunale di fine giugno, che forse avrebbe conosciuto sviluppi diversi se la posizione della società fosse stata nota già allora, reca la data del 3 luglio e prende spunto proprio dagli esiti della riunione consiliare, conclusasi con l'approvazione di un documento condiviso da maggioranza ed opposizione in nome del bene comune. Ma i rilievi emersi in sede di dibattito e trasfusi poi nell'atto di indirizzo unanimemente approvato vengono elegantemente rispediti al mittente dalla "Nuova Energia". "La nostra società - si legge nella missiva - dopo aver ottenuto in sede di conferenza di servizi dalla Soprintendenza per i beni archeologici parere positivo preliminare con prescrizioni, ha successivamente ottenuto nulla osta definitivo, nel quale, sulla base delle risultanze di approfondite indagini preventive, la stessa Soprintendenza certifica che le indagini archeologiche condotte in particolare per gli aerogeneratori 30 e 31, posizionati sulla piana di san Felice, hanno restituito elementi di scarsa importanza archeologica, autorizzando perciò l'esecuzione del progetto". Si aggiunge, con parole che sembrano suonare come indiretta risposta ai dubbi sollevati nelle settimane passate dal laboratorio "Syssitia": "Va ribadito che gli unici rinvenimenti emersi durante le indagini preventive nelle aree della piana di san Felice, dove insisteranno gli aerogeneratori 30 e 31 e dichiarati dalla Soprintendenza di scarsa rilevanza archeologica sono stati adeguatamente tracciati, catalogati e trasferiti presso la sede del centro operativo di Gravina. Inoltre, si sottolinea come il progetto non interessi in alcun modo la località Vagnari, come invece più volte erroneamente presunto, dichiarato e riportato". E ancora: "La scrivente sta attuando misure di controllo ben più restrittive di quanto prescritto in autorizzazione unica, avendo infatti attivato la sorveglianza archeologica, oltre che per gli scavi dei cavidotti interrati, anche per qualsiasi altro genere di scavo riguardante viabilità, piazzole e plinti di fondazione. Ai fini di una più scrupolosa tutela dell'eventuale presenza di reperti, ha stabilito di procedere con lo scavo a mano sebbene non richiesto da alcun ente, anzichè con mezzi meccanici, della parte più superficiale della piazzola dell'aerogeneratore n. 30, a scapito delle tempistiche di avanzamento del cantiere, incaricando a tal scopo una ditta archeologica di comprovata esperienza". A scanso di equivoci, l'ulteriore precisazione: "L'attivazione della sorveglianza così come la presenza in sito della ditta archeologica qualificata sono state opportunamente notificate sia alla sede principale di Taranto sia al centro operativo di Gravina della Soprintendenza. Durante tutte le attività di cantiere fino ad ora svolte non è emerso alcun ritrovamento di rilevanza archeologica".
Altri chiarimenti (e in questo caso la bacchettata pare cadere sulle manine dell'opposizione) piovono sulla visita ispettiva effettuata in cantiere, il primo luglio scorso, dalla Soprintendenza: "La dottoressa Radina, alla presenza del rappresentante del centro operativo di Gravina, ha effettuato un sopralluogo in corrispondenza degli aerogeneratori 30 e 31 a fine di verificare personalmente l'implementazione di tutte le misure di controllo da parte della scrivente, risultando, per quanto a noi noto, soddisfatta dell'operato della stessa".
Insomma, tutto in regola. E sorvolando sulle questioni di carattere economico legate alla trattativa in atto in ordine al ristoro ambientale, la "Nuova Energia" si accommiata rammentando di "stare ottemperando alle prescrizioni della Soprintendenza, esprimendo preoccupazione e costernazione per i dubbi sollevati sulla correttezza del proprio operato e per il danno di immagine derivante dalla diffusione di notizie imprecise e infondate, nonchè per le possibili ripercussioni negative che le stesse potrebbero avere sulle attività in corso e sulla prosecuzione dell'iniziativa stessa".
In coda, insieme ai saluti, l'invito: "La preghiamo di darci notizia di ogni eventuale elemento a lei noto che sia in contrasto con quanto dalla scrivente affermato, al fine di permetterci di provvedere di conseguenza".
Cosa risponderà, ora, Palazzo di città? C'è davvero qualcosa che si possa concretamente obiettare alla società bolzanina sotto il profilo della tutela del patrimonio archeologico? La partita sull'eolico continua, ma il gioco, adesso, prosegue a carte scoperte.