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La città

Eolico: la Soprintendenza conferma e va avanti

Lettera al sindaco Valente. Esclusa la rilevanza archeologica dei siti interessati dagli aerogeneratori.

Luigi La Rocca, soprintendente dei beni archeologici di Taranto, rompe il silenzio, rispondendo alla nota invita dal sindaco Alesio Valente lo scorso 4 giugno a proposito della realizzazione d'un parco eolico a Piana dei Ricci ad opera della società "Nuova Energia".

La missiva, datata 15 luglio, si apre con una precisazione doverosa, da cui è subito evidente il tono del soprintendente: "I siti coinvolti non sono risultati soggetti a dichiarazione di interesse archeologico", come previsto dalla normativa in materia di tutela del paesaggio. "Questa soprintendenza - continua La Rocca- ha comunque ritenuto opportuno sondare con attività di scavo archeologico la porzione di territorio interessata dal posizionamento degli aereogeneratori 30 e 31 sulla piana di san Felice, con risultanze che sono state compiutamente documentate dalla società "Nostoi srl" sotto la direzione di questo ufficio nel 2011 e ritenute tali da non richiedere la delocalizzazione degli impianti citati".

In pratica la soprintendenza conferma quanto già scritto nel 2011 a proposito di Pian dei Rizzi, classificata come "area di scarso valore archeologico", per cui "non ha rilevato motivi ostativi al posizionamento degli aereogeneratori 30 e 31". Una replica che sembra indirizzata non solo al sindaco ma anche all'intero consiglio comunale, che a fine giugno aveva messo nero su bianco la richiesta di nuovi controlli al soprintendente. Verifiche che sono arrivare agli inizi di luglio, con un nuovo sopralluogo da parte dei tecnici della soprintendenza, i quali, contrariamente alle notizie diffuse da fonti delle opposizioni consiliari, hanno constatato e attestato il regolare svolgimento dei lavori, sottolineando "che anche gli scavi in corso per la posa dei cavidotti di raccordo stanno comportando, come da intese tra soprintendenza e società, l'assistenza continuativa da parte di archeologi esterni per l'individuazione, la documentazione e il recupero di eventuali affioramenti archeologici al momento non prevedibili".

Arriva adesso la nuova missiva, che sottoscritta anche da Francesca Radina, responsabile del centro operativo di Gravina, si conclude con una precisazione che ha tutta l'aria di essere un risposta a quanti in questi mesi hanno voluto trascinare la Soprintendenza nella polemica politica: "Vale la pena ancora una volta di ricordare che a questo ufficio compete la tutela del palinsesto archeologico, eventualmente rinvenuto nel corso di indagini preventive, o già noto o se in presenza di provvedimenti di tutela in atto o in itinere, e che al momento nessuna delle fattispecie indicate si è verificata nell'ambito del procedimento in oggetto". E tuttavia: "Essendosi reso necessario l'allargamento di qualche metro della piattaforma dell'aereogeneratore 30, è stato previsto dalla società costruttrice un contestuale ampliamento delle indagini archeologiche che sono attualmente in corso e delle coi risultanze si potrà dare conto a breve".

Fine delle trasmissioni. Il re è nudo: quello archeologico non è più, almeno formalmente, un movente spendibile. Per fermare l'eolico, occorrerà trovare altre ragioni e la forza di sostenerle apertamente. In sede istituzionale, a livello politico, in seno all'opinione pubblica.
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