esercitazioni militari
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Territorio

Esercitazioni militari: un coro di no

I deputati pugliesi presentano un'interrogazione. Legambiente: "Gravi danni al patrimonio ambientale".

Un coro unanime per dire no alle esercitazioni militari nel Parco nazionale dell'Alta Murgia.

Sono in tanti ad aver accolto l'appello del presidente dell'ente, Cesare Veronico, che nel corso dell'ultima riunione della Comunità del parco ha chiesto ai sindaci di mobilitarsi per fermare le continue esercitazioni militari nella zona del parco.

A pochi giorni da quella richiesta, i deputati pugliesi Liliana Ventricelli, Francesco Cariello e Giuseppe D'Ambrosio hanno presentato un'interrogazione ai ministri della Difesa, Mario Mauro, e dell'Ambiente, Andrea Orlando, nella quale si denuncia che le esplosioni militari "hanno un impatto ambientale deleterio per la zona, così come riportato da diversi studi scientifici: le esplosioni prodotte dalle simulazioni di guerra rilasciano nanoparticelle di metalli pesanti nell'aria e sul terreno. Nel Parco nazionale dell'Alta Murgia sono presenti poligoni militari estesi per circa il 30 % del territorio (15.000 ettari) e il loro utilizzo viene stabilito in sede di Comitato misto paritetico tra le autorità militari e i rappresentanti della Regione Puglia". Nell'interrogazione si sostiene "l'urgenza di un piano di riordino delle attuali servitù militari al fine di ridurle, soprattutto nella nostra Regione che da troppi anni è oggetto di uno specifico interesse da parte del Ministero della Difesa per queste attività. Con tale procedura si potrà procedere ad un'intensa attività di bonifica".

Sullo stesso fronte anche Legambiente Puglia, che attraverso una nota diffusa alla stampa esprime il suo pieno sostegno alla proposta di liberare le aree protette dalle servitù militari e dai poligoni, in quanto incompatibili con la tutela della natura e la protezione di specie e habitat presenti nelle aree naturali. I rappresentanti di Legambiente chiedono che sia convocato un tavolo alla presenza dei ministri interessati affinché si dia avvio a una discussione finalizzata a trovare delle soluzioni.

"Da sottolineare - continua la nota - che la quasi totalità delle esercitazioni militari si svolgono senza che nessuno informi gli Enti gestori delle aree protette, senza chiedere autorizzazioni che vengono bypassate utilizzando e abusando il ricorso al segreto militare che rivestono queste attività".
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