Eventi
Ferdinando: in scena la compagnia Vulimm'Vulà di Pozzuoli
Autore: Annibale Ruccello. Regia: Roberta Principe
Gravina - mercoledì 5 settembre 2012
18.32
Prendiamo il Popolo, prendiamo la Nobiltà e infine prendiamo la Chiesa e costringiamoli a vivere insieme, strettamente legati gli uni agli altri. Mettiamoli nella condizione di dover necessariamente il bisogno del reciproco aiuto, fino a quando solo un improvviso cambiamento, una nuova luce, uno spiraglio nuovo, permetterà ad ognuna di queste classi sociali di cominciare a sperare che forse può sopravvivere anche senza le altre due. Questo cambiamento, questa forza, questa reazione si chiama Ferdinando! Ferdinando è lo specchio di ognuno, è la soluzione, è la reazione chimica che permette di trovare il coraggio di affrontare ciò che sembra inesorabilmente più forte. Ferdinando è l'inganno, Ferdinando è la sfida.
Ferdinando lascia tutti sconfitti, eppure, in qualche modo, ognuno ha vinto le proprie battaglie grazie a Ferdinando.
Credo che Annibale Ruccello in questo testo abbia voluto principalmente mettere in rilievo le peculiarità di una nobiltà che resta a testa alta nonostante la caduta, la durezza di un popolo forte, nonostante si rassegni alla sottomissione, le mille forme della Chiesa che riesce ad adattarsi ad ogni epoca per restare comunque in piedi.
Ruccello ha innalzato, con "Ferdinando", un monumento alla Napoletanità, proponendola non solo come una lingua ricca di storia e cultura, ma anche come un'anima, una veste, una personalità che dovrebbe appartenere ad ognuno di noi.
Questo testo è pieno di passione! E' un pugno nello stomaco perché non ha gabbie costruite attorno alle battute che arrivano, dirette, alla testa ed al cuore dello spettatore. E' irriverente, per certi versi, ma è vero, spontaneo, ma soprattutto attuale!
Andate oltre le parole e…aspettate…aspettate prima di scegliere il personaggio che "vince" e quello che "perde"….
Ferdinando lascia tutti sconfitti, eppure, in qualche modo, ognuno ha vinto le proprie battaglie grazie a Ferdinando.
Credo che Annibale Ruccello in questo testo abbia voluto principalmente mettere in rilievo le peculiarità di una nobiltà che resta a testa alta nonostante la caduta, la durezza di un popolo forte, nonostante si rassegni alla sottomissione, le mille forme della Chiesa che riesce ad adattarsi ad ogni epoca per restare comunque in piedi.
Ruccello ha innalzato, con "Ferdinando", un monumento alla Napoletanità, proponendola non solo come una lingua ricca di storia e cultura, ma anche come un'anima, una veste, una personalità che dovrebbe appartenere ad ognuno di noi.
Questo testo è pieno di passione! E' un pugno nello stomaco perché non ha gabbie costruite attorno alle battute che arrivano, dirette, alla testa ed al cuore dello spettatore. E' irriverente, per certi versi, ma è vero, spontaneo, ma soprattutto attuale!
Andate oltre le parole e…aspettate…aspettate prima di scegliere il personaggio che "vince" e quello che "perde"….