Politica
Fibrillazioni politiche: amministrazione Divella al bivio?
Numeri sempre risicati e futuro incerto per il governo di centro-destra. Dimissioni del Sindaco in arrivo?
Gravina - mercoledì 14 luglio 2010
11.06
I 13 mesi di governo di centro-destra sono stati caratterizzati politicamente – tra gli altri eventi - dalla "rimozione forzata" di 3 assessori (Ricciardelli, Dibattista e Sallicati) e dall'allontanamento volontario di 3 consiglieri (Lapolla, Carbone e De Pascale, riunitisi nel "Gruppo delle Libertà), dichiaratisi indipendenti. Sebbene anche nella precedente esperienza amministrativa targata Vendola di cambi in giunta se n'erano visti in buon numero, è indubbio che ad un anno di governo notevoli sono state già le sostituzioni di assessori (a proposito, ma chi sostituisce la Sallicati nel sempre più dimenticato assessorato allo sport?) come pure le fibrillazioni in seno ai partiti della troppo variegata coalizione di centro-destra.
Effettivamente chi criticava, alla vigilia, la scarsa compattezza futura del centro-destra e vi vedeva in esso solo un accordo pre-elettorale tra forze anche distanti politicamente fra loro, non aveva visto male. Le fibrillazioni per far quadrare i numeri e farli pesare in giunta e nelle altre ripartizioni (Nucleo di Valutazione, ad esempio) sono presto emersi, generando oggi una situazione amministrativa legata quasi al filo di un rasoio. Perché legiferare a colpi di 17 voti denota difficoltà intrinseche di una certa entità. Perché non ci si può permettere, soprattutto, di perdere ulteriori consiglieri, pena la fine anticipata del governo Divella. E dopo le recenti esternazioni di Alleanza per Gravina, in una critica a tutto campo ai "colleghi" amministratori diffusa anche su queste pagine nei giorni scorsi, il futuro dell'amministrazione comunale non può che apparire quanto meno incerto.
Certo che - sembrerebbe strano da dirsi – le ultime tensioni in maggioranza potrebbero addirittura avere come risvolto una nuova fase politica in cui una verifica concreta desse autentico slancio all'amministrazione comunale. Il che, tradotto in termini pratici, non può che significare rassegnare le dimissioni da parte del Sindaco Divella. Un passo quasi doveroso per rilanciare l'azione di governo e cercare una nuova quadratura tra le forze di maggioranza. Un gesto di forza, inoltre, da parte del primo cittadino, finora – bisogna dirlo – poco incisivo in iniziative di proprio polso. Un gesto, infine, che ponga questa volta al centro degli interessi il pomposo programma di governo pre-elettorale e non solo una nuova, fredda ridistribuzione di poltrone.
Effettivamente chi criticava, alla vigilia, la scarsa compattezza futura del centro-destra e vi vedeva in esso solo un accordo pre-elettorale tra forze anche distanti politicamente fra loro, non aveva visto male. Le fibrillazioni per far quadrare i numeri e farli pesare in giunta e nelle altre ripartizioni (Nucleo di Valutazione, ad esempio) sono presto emersi, generando oggi una situazione amministrativa legata quasi al filo di un rasoio. Perché legiferare a colpi di 17 voti denota difficoltà intrinseche di una certa entità. Perché non ci si può permettere, soprattutto, di perdere ulteriori consiglieri, pena la fine anticipata del governo Divella. E dopo le recenti esternazioni di Alleanza per Gravina, in una critica a tutto campo ai "colleghi" amministratori diffusa anche su queste pagine nei giorni scorsi, il futuro dell'amministrazione comunale non può che apparire quanto meno incerto.
Certo che - sembrerebbe strano da dirsi – le ultime tensioni in maggioranza potrebbero addirittura avere come risvolto una nuova fase politica in cui una verifica concreta desse autentico slancio all'amministrazione comunale. Il che, tradotto in termini pratici, non può che significare rassegnare le dimissioni da parte del Sindaco Divella. Un passo quasi doveroso per rilanciare l'azione di governo e cercare una nuova quadratura tra le forze di maggioranza. Un gesto di forza, inoltre, da parte del primo cittadino, finora – bisogna dirlo – poco incisivo in iniziative di proprio polso. Un gesto, infine, che ponga questa volta al centro degli interessi il pomposo programma di governo pre-elettorale e non solo una nuova, fredda ridistribuzione di poltrone.