Politica
Fli e la poltrona della discordia
Il partito rivendica la presidenza del consiglio ma Lupoli resiste.
Gravina - martedì 10 giugno 2014
11.32
Parola d'ordine: abbassare i toni. E lasciare che su questa ennesima grana scenda il silenzio.
Sono passate poche ore da quando Giacinto Lupoli ha abbandonato Futuro e libertà per approdare nel Gruppo misto portandosi in dote lo scanno più alto del Consiglio Comunale ma, nonostante tutto, in casa Fli, si trasuda serenità.
La posizione del partito viene sintetizzata dal segretario, Aldo Dibattista, amico di tante stagioni politiche del presidente in carica: "Siamo sorpresi della decisione presa dal presidente, non ne sapevamo nulla, del resto come avremmo potuto presagire qualcosa visto che non ci sono state discussioni all'interno del partito. Non so, capiremo nelle prossime ore" chiude il segretario.
Intanto lo zoccolo duro del partito, in attesa delle prossime ore, ha protocollato a palazzo di città la richiesta di dimissioni del presidente rivendicando la poltrona più prestigiosa del consiglio comunale "assegnata non alla singola persona ma ad un partito intero che annovera tre rappresentati in consiglio e che ancora oggi può vantare un risultato elettorale di tutto rispetto".
In realtà, almeno secondo le voci che circolano tra gli addetti ai lavori, il pomo della discordia tra gli esponenti del Fli e il presidente sarebbe proprio la carica rivestita da questo ultimo in questi due anni di amministrazione. Un ruolo che Lupoli avrebbe dovuto rivestire per due anni per poi lascaire spazio ad altri esponenti finiani. Secondo i ben informati, a sugellare un patto vecchio di due anni, ci sarebbe addirittura un documento sottoscritto da tutti gli iscritti del partito, Lupoli in primis.
Il presidente del consiglio, intanto, resta sulla sua posizione deciso a mantenere la carica e a portare la discussione in consiglio comunale se sarà necessario.
Chi invece è deciso a percorrere la strada contraria e lasciare fuori dall'assise consiliare quelli che definisce "problemi interni ai partiti" è il primo cittadino Alesio Valente che interpellato sulla vicenda preferisce sorvolare "Sarò in grado di esprimere una mia opinione sulla vicenda quando conoscerò le reali motivazioni che hanno spinto il presidente a prendere questa decisone. Dopo di che ritengo che la questione debba essere discussa in maggioranza".
Dopo l'ultimo rimpasto di giunta, Valente non vuole sentire parlare di nuova crisi politica, e si dice pronto a bacchettare chiunque distragga l'amministrazione dalle questioni importanti: "L'unica cosa che mi auguro è che le vicissitudini interne ai partiti non facciano perdere agli assessori e ai singoli consiglieri la consapevolezza di quello che è il nostro unico compito: governare la città. Per il resto non ho intenzione di perdere altro tempo".
E nemmeno l'ipotesi di una dimissione di massa del consiglio comunale dinanzi a un notaio scuote il primo cittadino: "Facciano quel che vogliono – risponde – l'importante è che si assumano le proprie responsabilità dinanzi ai cittadini".
Sono passate poche ore da quando Giacinto Lupoli ha abbandonato Futuro e libertà per approdare nel Gruppo misto portandosi in dote lo scanno più alto del Consiglio Comunale ma, nonostante tutto, in casa Fli, si trasuda serenità.
La posizione del partito viene sintetizzata dal segretario, Aldo Dibattista, amico di tante stagioni politiche del presidente in carica: "Siamo sorpresi della decisione presa dal presidente, non ne sapevamo nulla, del resto come avremmo potuto presagire qualcosa visto che non ci sono state discussioni all'interno del partito. Non so, capiremo nelle prossime ore" chiude il segretario.
Intanto lo zoccolo duro del partito, in attesa delle prossime ore, ha protocollato a palazzo di città la richiesta di dimissioni del presidente rivendicando la poltrona più prestigiosa del consiglio comunale "assegnata non alla singola persona ma ad un partito intero che annovera tre rappresentati in consiglio e che ancora oggi può vantare un risultato elettorale di tutto rispetto".
In realtà, almeno secondo le voci che circolano tra gli addetti ai lavori, il pomo della discordia tra gli esponenti del Fli e il presidente sarebbe proprio la carica rivestita da questo ultimo in questi due anni di amministrazione. Un ruolo che Lupoli avrebbe dovuto rivestire per due anni per poi lascaire spazio ad altri esponenti finiani. Secondo i ben informati, a sugellare un patto vecchio di due anni, ci sarebbe addirittura un documento sottoscritto da tutti gli iscritti del partito, Lupoli in primis.
Il presidente del consiglio, intanto, resta sulla sua posizione deciso a mantenere la carica e a portare la discussione in consiglio comunale se sarà necessario.
Chi invece è deciso a percorrere la strada contraria e lasciare fuori dall'assise consiliare quelli che definisce "problemi interni ai partiti" è il primo cittadino Alesio Valente che interpellato sulla vicenda preferisce sorvolare "Sarò in grado di esprimere una mia opinione sulla vicenda quando conoscerò le reali motivazioni che hanno spinto il presidente a prendere questa decisone. Dopo di che ritengo che la questione debba essere discussa in maggioranza".
Dopo l'ultimo rimpasto di giunta, Valente non vuole sentire parlare di nuova crisi politica, e si dice pronto a bacchettare chiunque distragga l'amministrazione dalle questioni importanti: "L'unica cosa che mi auguro è che le vicissitudini interne ai partiti non facciano perdere agli assessori e ai singoli consiglieri la consapevolezza di quello che è il nostro unico compito: governare la città. Per il resto non ho intenzione di perdere altro tempo".
E nemmeno l'ipotesi di una dimissione di massa del consiglio comunale dinanzi a un notaio scuote il primo cittadino: "Facciano quel che vogliono – risponde – l'importante è che si assumano le proprie responsabilità dinanzi ai cittadini".