Scuola e Università
Fuggono i cervelli pugliesi
In quattro anni 110 ricercatori in meno nelle Università
Gravina - domenica 23 agosto 2015
110 ricercatori pugliesi che hanno abbandonato la terra d'origine per emigrare nel Nord Italia. In tutto il Sud sono 600. Questo il dato emerso da Roars, portale che riunisce i ricercatori italiani, sugli ultimi decreti del ministero dell'Istruzione in merito all'assegnazione dei punti organico, ossia della capacità da parte degli atenei di assumere personale. Uno scenario allarmante, che rischia di scavare un solco ancora più profondo tra università del Nord e del Sud, con le prime finanziate di fatto dalle seconde. Almeno per quanto riguarda la didattica.
Un punto organico corrisponde a un docente o a 0,5 ricercatori: con un punto si possono in sostanza assumere due ricercatori o un professore ordinario. In Puglia in quattro anni sono stati persi 55,06 punti organico nei due atenei di Bari e nelle università del Salento e di Foggia secondo un principio definito dalla spending review del governo Monti che prevede la cessione da parte degli atenei di quote di propri pensionamenti ad un'altra università solo perché quest'ultima la precede nella classifica degli indicatori di bilancio.
Quest'anno l'Università Aldo Moro ha perso, ad esempio, 8,99 punti organico (il contingente totale è stato di 20,84, il 30 per cento del turnover), il Politecnico ha perso 1,32 (ottenendo in totale 4,43 punti, pari al 38 per cento del turn ver), Foggia 1,17 (ha ottenuto 3,11 punti, pari al 38 per cento del turnover) ed infine il Salento di punti ne ha persi 2,05 (ne ha ottenuti 7,38 con una percentuale del 39 per cento del turnover).
Sulla questione è intervenuto il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri del gruppo Conservatori e Riformisti. "Il tema dei cosiddetti punti organico sta, di fatto mettendo in seria difficoltà le Università del Sud con effetti deleteri per un Mezzogiorno che si impoverisce inesorabilmente di ruolo, di attrattività e funzioni. Le conseguenze, se davvero il Governo non cambia rotta, potrebbero essere drammatiche: praticamente verrebbe distrutta la più importante agenzia formativa del Sud, mentre ai nostri ragazzi viene messo in mano un biglietto di sola andata per le Università del nord con pochissime, quasi nulle, speranze di vederli tornare".
Un punto organico corrisponde a un docente o a 0,5 ricercatori: con un punto si possono in sostanza assumere due ricercatori o un professore ordinario. In Puglia in quattro anni sono stati persi 55,06 punti organico nei due atenei di Bari e nelle università del Salento e di Foggia secondo un principio definito dalla spending review del governo Monti che prevede la cessione da parte degli atenei di quote di propri pensionamenti ad un'altra università solo perché quest'ultima la precede nella classifica degli indicatori di bilancio.
Quest'anno l'Università Aldo Moro ha perso, ad esempio, 8,99 punti organico (il contingente totale è stato di 20,84, il 30 per cento del turnover), il Politecnico ha perso 1,32 (ottenendo in totale 4,43 punti, pari al 38 per cento del turn ver), Foggia 1,17 (ha ottenuto 3,11 punti, pari al 38 per cento del turnover) ed infine il Salento di punti ne ha persi 2,05 (ne ha ottenuti 7,38 con una percentuale del 39 per cento del turnover).
Sulla questione è intervenuto il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri del gruppo Conservatori e Riformisti. "Il tema dei cosiddetti punti organico sta, di fatto mettendo in seria difficoltà le Università del Sud con effetti deleteri per un Mezzogiorno che si impoverisce inesorabilmente di ruolo, di attrattività e funzioni. Le conseguenze, se davvero il Governo non cambia rotta, potrebbero essere drammatiche: praticamente verrebbe distrutta la più importante agenzia formativa del Sud, mentre ai nostri ragazzi viene messo in mano un biglietto di sola andata per le Università del nord con pochissime, quasi nulle, speranze di vederli tornare".