Politica
Gettoni di presenza, parla Valente
"Se si lavora e si produce, non sono soldi sprecati". E su eventuali tagli ai costi della politica: "E' competenza del consiglio".
Gravina - venerdì 12 ottobre 2012
11.00
Il caso ormai è noto: la Guardia di Finanza ha avviato indagini sui gettoni di presenza corrisposti ai consiglieri comunali gravinesi nelle ultime, precedenti due consiliature. Obiettivo: scacciare il dubbio che eventuali illeciti penali possano annidarsi tra le pieghe di un sistema in cui le commissioni si riunivano a go-go, finanche d'estate, con consiglieri che nei prospetti facevano segnare la partecipazione anche a più di trenta sedute al mese (in media, compresi i festivi, più d'una al giorno) tra riunioni di commissione, conferenze dei capigruppo e sessioni di consiglio comunale.
L'inchiesta farà il suo corso. Restano i nodi politici che solo la politica, se vuole, può provare a sciogliere. Alesio Valente, tra il 2005 ed il 2011 consigliere comunale ed oggi sindaco della città, non si sottrae alle domande dei cronisti.
Come si spiega che alcuni consiglieri potessero arrivare a prender parte anche a più di trenta sedute al mese?
"In maniera molto semplice: c'erano alcuni che erano componenti di due commissioni".
Anche lei?
"Sì. Nell'ultima consiliatura io ero membro della commissione ambiente e della commissione bilancio. Poi il lavoro era tanto e ad un certo punto mi sono dedicato con maggior assiduità ed attenzione all'impegno nella commissione ambiente".
Ogni mese chi superava le 23 sedute s'aggiudicava il massimo, 778 euro...
"Diciamo subito che quella è la cifra lorda. Al netto, dopo le detrazioni, restavano poco più di 500 euro. Precisiamo anche che sarebbe bastato prendere parte a 23 sedute, se si fosse stati mossi da motivi meramente economici, pur di raggiungere quella cifra. In realtà, alcuni tra coloro che prendevano parte ad un numero maggiore di sedute, senza dunque alcuna prospettiva di ritorno economico, lo facevano per rispetto dell'impegno politico ed istituzionale".
Ma cosa avevano da discutere, queste commissioni, al punto da riunirsi anche più volte in una settimana e finanche nel cuore dell'estate?
"Le commissioni hanno funzioni di controllo e di indirizzo. Avanzano pareri, valutano gli atti degli assessorati e del consiglio. Insomma, il lavoro non manca".
E lei non ritiene che questo sbattersi da una commissione all'altra, questo fiume di convocazioni e sedute, abbia in qualche modo potuto incidere sulla qualità del lavoro svolto?
"Per quanto mi riguarda, posso dire d'aver sempre fatto fino in fondo la mia parte. Specie all'interno della commissione ambiente, dove sono stati affrontati temi e questioni rilevanti, quali le tematiche legate all'amianto ed al piano energetico".
Tutto questo attivismo ha dato risultati in termini di produttività?
"Il punto è proprio questo: se un consigliere fa bene il suo dovere, è giusto che ottenga quel che la legge gli riconosce. Il problema è quando non si fa il proprio dovere: in quel caso, anche un gettone da un euro sarebbe uno spreco. Esemplificando: se un consigliere prende 500 euro al mese, ma consente di ottenere un finanziamento importante per il suo Comune o di risolvere questioni decisive, allora non credo che quella somma possa considerarsi uno spreco. Specie se si pensa a quel che accade altrove ed in altri livelli ed ambiti istituzionali".
Restiamo a Gravina: in due anni i soli gettoni di presenza hanno pesato sul bilancio comunale per più di 300.000 euro. Non crede che questo imponga una riflessione sull'incidenza dei costi della politica?
"Personalmente, sono quotidianamente impegnato nell'opera di riduzione degli sprechi. Quanto alla questione dei gettoni, è competenza del consiglio e dei gruppi consiliari".
Fine dell'intervista. I nodi, forse, restano.
L'inchiesta farà il suo corso. Restano i nodi politici che solo la politica, se vuole, può provare a sciogliere. Alesio Valente, tra il 2005 ed il 2011 consigliere comunale ed oggi sindaco della città, non si sottrae alle domande dei cronisti.
Come si spiega che alcuni consiglieri potessero arrivare a prender parte anche a più di trenta sedute al mese?
"In maniera molto semplice: c'erano alcuni che erano componenti di due commissioni".
Anche lei?
"Sì. Nell'ultima consiliatura io ero membro della commissione ambiente e della commissione bilancio. Poi il lavoro era tanto e ad un certo punto mi sono dedicato con maggior assiduità ed attenzione all'impegno nella commissione ambiente".
Ogni mese chi superava le 23 sedute s'aggiudicava il massimo, 778 euro...
"Diciamo subito che quella è la cifra lorda. Al netto, dopo le detrazioni, restavano poco più di 500 euro. Precisiamo anche che sarebbe bastato prendere parte a 23 sedute, se si fosse stati mossi da motivi meramente economici, pur di raggiungere quella cifra. In realtà, alcuni tra coloro che prendevano parte ad un numero maggiore di sedute, senza dunque alcuna prospettiva di ritorno economico, lo facevano per rispetto dell'impegno politico ed istituzionale".
Ma cosa avevano da discutere, queste commissioni, al punto da riunirsi anche più volte in una settimana e finanche nel cuore dell'estate?
"Le commissioni hanno funzioni di controllo e di indirizzo. Avanzano pareri, valutano gli atti degli assessorati e del consiglio. Insomma, il lavoro non manca".
E lei non ritiene che questo sbattersi da una commissione all'altra, questo fiume di convocazioni e sedute, abbia in qualche modo potuto incidere sulla qualità del lavoro svolto?
"Per quanto mi riguarda, posso dire d'aver sempre fatto fino in fondo la mia parte. Specie all'interno della commissione ambiente, dove sono stati affrontati temi e questioni rilevanti, quali le tematiche legate all'amianto ed al piano energetico".
Tutto questo attivismo ha dato risultati in termini di produttività?
"Il punto è proprio questo: se un consigliere fa bene il suo dovere, è giusto che ottenga quel che la legge gli riconosce. Il problema è quando non si fa il proprio dovere: in quel caso, anche un gettone da un euro sarebbe uno spreco. Esemplificando: se un consigliere prende 500 euro al mese, ma consente di ottenere un finanziamento importante per il suo Comune o di risolvere questioni decisive, allora non credo che quella somma possa considerarsi uno spreco. Specie se si pensa a quel che accade altrove ed in altri livelli ed ambiti istituzionali".
Restiamo a Gravina: in due anni i soli gettoni di presenza hanno pesato sul bilancio comunale per più di 300.000 euro. Non crede che questo imponga una riflessione sull'incidenza dei costi della politica?
"Personalmente, sono quotidianamente impegnato nell'opera di riduzione degli sprechi. Quanto alla questione dei gettoni, è competenza del consiglio e dei gruppi consiliari".
Fine dell'intervista. I nodi, forse, restano.