Gianpiero Alicchio
Gianpiero Alicchio
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Gianpiero Alicchio, un ragazzo tutto d'oro

Il regista gravinese premiato dalla stampa estera. "L'appuntamento" conquista anche Los Angeles.

La bellezza è oggettiva: bruno, occhi grandi e profondi, barba incolta e capelli mossi dal vento.

Ma si diano pace le concittadine intenzionate ad interessarsi alle bellezze gravinesi perché lui, Gianpiero Alicchio, dice di aver avuto un "appuntamento molto importante negli ultimi mesi". Del resto di appuntamenti si tratta, visto che è finito su tutte le pagine delle riviste nazionali e internazionali per aver vinto il Globo d'oro con la sua prima opera da regista, "L'appuntamento". "E' un'emozione indescrivibile - racconta lui - salire su uno dei palchi più importanti per il cinema italiano insieme ad artisti del calibro di Zeffirelli e Tornatore. Quando hanno fatto il mio nome ho vissuto uno dei momenti più interminabili della mia vita, un attimo lunghissimo. Poi ho realizzato, ed è stato bellissimo".

Il Globo d'oro è uno dei premi più prestigiosi assegnati dalla stampa estera ai migliori attori e registi italiani. La motivazione con cui i venti giornalisti stranieri hanno deciso di premiare il giovane artista gravinese recita:"Alicchio ha saputo raccontare l'incomunicabilità tra i sessi con leggerezza, spirito e un uso delle risorse visive raffinato ed essenziale".

Con l'appuntamento sei stato anche insignito dell'Honorable Mention ai Movie Awards 2013 di Los Angeles. Svelaci qualcosa in più della tua opera prima...
"In pratica nel mio corto parlo della incomunicabilità tra i sessi utilizzando un esempio tipico: il primo appuntamento galante tra due coppie di ragazzi. Due ragazzi che invitano a cena due ragazze, pensano di fare i carini, recitare la parte del principe azzurro e poi divertirsi. Ma qualcosa non funziona e li inizia un gioco di maschere, di ruoli e di parole non dette".

Quindi maschere che sono una sorta di protezione, di autodifesa.
"Esattamente. Indossiamo delle maschere per paura degli altri, per paura di mostrarci agli altri così come siamo. E poi ci sveliamo pian piano, e solo quando siamo rilassati e sicuri".

Domanda di rito: il Globo d'oro ha acceso i riflettori su di te, cosa è successo dopo questo premio e ora a cosa stai lavorando?
"Sono successe tante cose per fortuna. Ora mentre "L'appuntamento" sta girando in diversi festival io mi sto dedicando alla scrittura di un lungometraggio le cui riprese inizieranno a breve, massimo entro il 2014. Poi, sono stato contattato da diverse case di produzione quindi ora devo vagliare le diverse proposte che sono arrivate".

Raccontaci un po': come è nata questa passione per il cinema?
"Innanzitutto da un padre che era l'addetto alla proiezione dei cinema Centrone, sono cresciuto con i film di Totò, Fellini e dei grandi maestri del cinema italiano. Poi un giorno, frequentavo le scuole medie e grazie alla mia insegnante, Tonia Paternoster, sono salito sul palco per il mio primo spettacolo teatrale e lì ho capito quanto fosse belle interpretare un personaggio. Ho assaporato per la prima volte le emozioni del palco".

Ti abbiamo lasciato studente del liceo scientifico Tarantino, ti ritroviamo al Globo d'Oro e hai spiazzato tutti. Ma in questi anni hai tagliato i ponti con la tua terra? Nessuno sapeva che eri a Roma a fare l'attore.
"Non ho tagliato i ponti con la mia terra, anzi, qui ci vengo spesso e in realtà frequento anche altri attori gravinesi che lavorano a Roma come Donato Paternoster, Gianni D'Addario e Terry Paternoster, che è una cara amica".

Puoi raccontarci gli ultimi capitoli della tua vita, cioè quelli che ci siamo persi?
"Ho lavorato parecchio. Ho fatto un lungo percorso, da bari a Milano e poi a Roma. Ho frequentato l'accademia di recitazione e lavorato sodo. Poi francamente non mi piace mettermi in mostra. Questo è il mio lavoro e ciò che faccio lo faccio per lavoro, non per mettermi in mostra".

Il borgo natìo, com'è, visto da lontano?
"Ci torno spesso e tutte le volte che ci torno sto bene. Non mi piace addentrarmi nelle problematiche che qui ci sono e che comunque non sono molte diverse da quelle degli altri paesi. Mi piace tornare nella mia città, ritrovare il luogo dove sono cresciuto e stare bene".

La città come ha reagito alla tua a vittoria?
"Ho ricevuto una bella telefonata dall'assessore alla cultura Laura Marchetti che dopo essersi complimentata mi ha invitato a Gravina e ora stiamo valutando l'ipotesi di organizzare qui una proiezione del mio lavoro".

E Gravina quando finirà in un tuo lavoro?
"Credo presto. Ho già qualche idea".
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