La città
Giornata contro la violenza sulle donne: riflessioni
106, mettiamoci un punto. Non solo il 25 novembre per fermare i femminicidi
Gravina - lunedì 27 novembre 2023
C'è un giorno dell'anno in cui ci vestiamo di rosso e non è Natale; in questa occasione un segno scarlatto sotto gli occhi ci contraddistingue.
Ogni 25 Novembre, sin dal 2000, ci svegliamo con un magone incessante sul petto e celebriamo, con estrema tristezza, la giornata contro la violenza sulle donne.
Ciò che più dovrebbe farci riflettere è il fatto che sia stato necessario dedicare un giorno dell'anno per ricordare tutte le vittime (quest'anno 106) di questa strage di donne per mano di uomini che non sono stati in grado di accettare un no, la fine di una relazione, accecati dalla gelosia e dall'egoismo, che li ha portati a compiere un atto disumano come l'omicidio. È fondamentale, quindi, sensibilizzare la popolazione per far sì che ciò non accada più, che non ci sia bisogno di una giornata per protestare contro questo sdegno, che nessuna famiglia debba più piangere una figlia, una madre, una nipote, un'amica...
Anche nella nostra città sono in corso dibattiti, prese di posizione in cui giovani e adulti concordano sulla necessità di trovare una soluzione che possa se non arrestare il conto delle vittime almeno tamponarlo.
La maggior parte crede che l'introduzione dell'educazione sentimentale, nel programma scolastico negli istituti dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado, possa essere utile per inculcare un'idea di relazione sana sin da piccoli.
Basta con i soliti tabù secondo i quali parlare dei sentimenti sia segno di debolezza perché solo grazie alla comunicazione e al buon senso possiamo trovare una soluzione.
Per citare Vinicio Capossela la "Cattiva educazione", la cultura sessista della nostra società si può combattere solo parlando d'amore, "bisogna avere gli occhi fissi sulla dolcezza, sul rispetto, su quello per cui dovremmo combattere quotidianamente."
Vi lascio con alcuni versi di una poesia di Cristina Torre Cacères che circola nell'ultima settimana sui social per ricordare una delle ultime vittime di femminicidio, Giulia Cecchettin.
Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima.
Ogni 25 Novembre, sin dal 2000, ci svegliamo con un magone incessante sul petto e celebriamo, con estrema tristezza, la giornata contro la violenza sulle donne.
Ciò che più dovrebbe farci riflettere è il fatto che sia stato necessario dedicare un giorno dell'anno per ricordare tutte le vittime (quest'anno 106) di questa strage di donne per mano di uomini che non sono stati in grado di accettare un no, la fine di una relazione, accecati dalla gelosia e dall'egoismo, che li ha portati a compiere un atto disumano come l'omicidio. È fondamentale, quindi, sensibilizzare la popolazione per far sì che ciò non accada più, che non ci sia bisogno di una giornata per protestare contro questo sdegno, che nessuna famiglia debba più piangere una figlia, una madre, una nipote, un'amica...
Anche nella nostra città sono in corso dibattiti, prese di posizione in cui giovani e adulti concordano sulla necessità di trovare una soluzione che possa se non arrestare il conto delle vittime almeno tamponarlo.
La maggior parte crede che l'introduzione dell'educazione sentimentale, nel programma scolastico negli istituti dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado, possa essere utile per inculcare un'idea di relazione sana sin da piccoli.
Basta con i soliti tabù secondo i quali parlare dei sentimenti sia segno di debolezza perché solo grazie alla comunicazione e al buon senso possiamo trovare una soluzione.
Per citare Vinicio Capossela la "Cattiva educazione", la cultura sessista della nostra società si può combattere solo parlando d'amore, "bisogna avere gli occhi fissi sulla dolcezza, sul rispetto, su quello per cui dovremmo combattere quotidianamente."
Vi lascio con alcuni versi di una poesia di Cristina Torre Cacères che circola nell'ultima settimana sui social per ricordare una delle ultime vittime di femminicidio, Giulia Cecchettin.
Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima.