Salute
Grande affluenza al convegno sulle carni rosse
5 esperti svelano verità e smontano credenze sulla carne rossa
Gravina - domenica 8 novembre 2015
Presso il GAL, venerdì 6 novembre alle ore 17:00, si è tenuto un convegno su una tematica molto discussa al giorno d'oggi: la carne rossa. È cancerogena o no?
A porre questa domanda è stato l'ing. Giuseppe Achille – Dirigente Scolastico I.I.S.S. "Michele De Nora" di Altamura, nonché organizzatore dell'evento, il quale si è detto 'perplesso' sul fatto che la carne sia generatrice di cellule tumorali, ma lì dove c'è una predisposizione o un tumore esistente, l'eccesso del consumo di carne contribuisce sicuramente alla proliferazione di cellule cancerogene.
È seguito l'intervento della prof.ssa Maria Tantillo – ordinario di igiene e ispezione degli alimenti del dipartimento di Medicina Veterinaria (Università degli Studi Aldo Moro di Bari), la quale ha affermato: "Per verificare se un qualsiasi alimento influisca positivamente o negativamente sul nostro organismo, deve rispondere alle tre 'S': Salute, Sicurezza, Sostenibilità. Nel caso della carne:
- è necessaria all'organismo per l'assunzione di proteine, che contribuiscono alla costruzione delle cellule nuove, quindi è sicuramente salutare se consumata in maniera moderata;
- è sicura qui in Italia, dal momento che la carne è super controllata dall'allevamento fino al prodotto finito, rispetto all'America, dove alcuni prodotti, che da noi sono vietati, sono presenti ancora sulle loro tavole;
- sostenibile un po' meno, dal momento che per la produzione di 1 kilogrammo di carne rossa sono necessari circa 16.000 litri di acqua ed i due terzi di terre fertili sono utilizzati per l'allevamento degli animali."
L'invito della Tantillo è 'ridurre il consumo di carne non solo per il bene dell'organismo, ma anche dell'ecosostenibilità'.
Il prof. Michele Ferrulli - del dipartimento di Medicina Veterinaria (Università degli Studi Aldo Moro di Bari) ha sottolineato l'importanza di una corretta lettura delle etichette nutrizionali per evitare l'acquisto di prodotti di bassa qualità, portando l'esempio dei wurstel di pollo, i quali "Contengono soltanto il 30/40% di pollo…e il resto? C'è sull'etichetta un acronimo che sta ad indicare Carni Separate Meccanicamente: non sono altro che le ossa tenere del pollo, sottoposte ad estrema pressione, dalle quali fuoriesce il midollo, creando una poltiglia rosa. Di certo non fanno male, altrimenti ne sarebbe stato vietato il commercio, ma è altrettanto sicuro che non si tratta di carne di qualità".
Molto interessante l'intervento del dott. Nino Anelli – Direttore f. f. SIAN (ASL/BA Area Nord) il quale ha esordito dicendo: "Vi sono molteplici fattori che possono causare un tumore: predisposizione genetica, la sigaretta (causa primaria del tumore ai polmoni), l'eccesso di calorie, basso consumo di frutta e verdura e quindi minima (o talvolta inesistente) assunzione di vitamine e sostanze antiossidanti. Per quanto concerne il consumo di carne, se superiore ai 50 grammi al giorno, il fattore di rischio di un tumore aumenta del 18%. Tuttavia, se una persona ha una predisposizione genetica tale da essere a basso rischio di tumore e conduce uno stile di vita equilibrato, anche se ne consuma di più non è detto che sia a rischio tumore." Ha concluso l'intervento, affermando che "possiamo minimizzare il rischio, ma non annullarlo del tutto".
Ultimo ma non per importanza l'intervento del dott. Michele Poligneri – Dirigente Medico Veterinario (ASL/BA Area Nord), il quale ha precisato che in tavola ci sono ulteriori alimenti che possono nuocere alla salute come ad esempio lo zucchero raffinato, che può causare problemi di natura oncologica e cardiovascolare, o l'utilizzo inappropriato del sale. Inoltre la cottura ad alte temperature favorisce la formazione di glicati che sono altamente nocivi per la salute. Infatti un eccesso di fritture può causare l'aumento del sovrappeso, diabete e malattie cardiovascolari". Riguardo alla cottura della carne, la Tantillo in particolare, ha consigliato di cuocerla evitando di 'bruciarla' in quanto la 'crosta nera' che si forma è cancerogena. A tal proposito ha citato il "bacon abbrustolito e croccante", che gli anglosassoni amano tanto, in quanto cancerogeno, data l'alta presenza di acidi grassi saturi. Assolutamente non salutare.
Tirando le somme, la carne, se di qualità, se mangiata nella giusta quantità (un paio di volte a settimana), se cucinata correttamente evitando così la formazione di nitrosammine (cancerogene), frutto dell'alterazione di nitriti e nitrati che sono sostanze contenute naturalmente nelle carni, non va eliminata dall'alimentazione.
A chiudere il convegno, la vice sindaco Ada Bosso, che, portando i saluti del sindaco Giacinto Forte in volo verso New York, ha concluso dicendo che "la miglior arma per la prevenzione e la sicurezza alimentare è appunto l'informazione". In risposta alla domanda posta dal dott. Ferrulli circa 'cosa può fare l'amministrazione per incentivare la produzione autoctona', la Bosso risponde: "tutto quello che viene commercializzato, in termini di prodotti e di turismo, è il nostro fiore all'occhiello. Abbiamo istituito con l'assessore alla cultura, il dott. Saverio Mascolo, degli Stati Generali, per raccogliere delle idee. La migliore soluzione è sicuramente creare delle sinergie tra l'amministrazione e tutti gli operatori di settore, per una migliore comunicazione e informazione, finalizzate a rendere la qualità della vita superiore".
A porre questa domanda è stato l'ing. Giuseppe Achille – Dirigente Scolastico I.I.S.S. "Michele De Nora" di Altamura, nonché organizzatore dell'evento, il quale si è detto 'perplesso' sul fatto che la carne sia generatrice di cellule tumorali, ma lì dove c'è una predisposizione o un tumore esistente, l'eccesso del consumo di carne contribuisce sicuramente alla proliferazione di cellule cancerogene.
È seguito l'intervento della prof.ssa Maria Tantillo – ordinario di igiene e ispezione degli alimenti del dipartimento di Medicina Veterinaria (Università degli Studi Aldo Moro di Bari), la quale ha affermato: "Per verificare se un qualsiasi alimento influisca positivamente o negativamente sul nostro organismo, deve rispondere alle tre 'S': Salute, Sicurezza, Sostenibilità. Nel caso della carne:
- è necessaria all'organismo per l'assunzione di proteine, che contribuiscono alla costruzione delle cellule nuove, quindi è sicuramente salutare se consumata in maniera moderata;
- è sicura qui in Italia, dal momento che la carne è super controllata dall'allevamento fino al prodotto finito, rispetto all'America, dove alcuni prodotti, che da noi sono vietati, sono presenti ancora sulle loro tavole;
- sostenibile un po' meno, dal momento che per la produzione di 1 kilogrammo di carne rossa sono necessari circa 16.000 litri di acqua ed i due terzi di terre fertili sono utilizzati per l'allevamento degli animali."
L'invito della Tantillo è 'ridurre il consumo di carne non solo per il bene dell'organismo, ma anche dell'ecosostenibilità'.
Il prof. Michele Ferrulli - del dipartimento di Medicina Veterinaria (Università degli Studi Aldo Moro di Bari) ha sottolineato l'importanza di una corretta lettura delle etichette nutrizionali per evitare l'acquisto di prodotti di bassa qualità, portando l'esempio dei wurstel di pollo, i quali "Contengono soltanto il 30/40% di pollo…e il resto? C'è sull'etichetta un acronimo che sta ad indicare Carni Separate Meccanicamente: non sono altro che le ossa tenere del pollo, sottoposte ad estrema pressione, dalle quali fuoriesce il midollo, creando una poltiglia rosa. Di certo non fanno male, altrimenti ne sarebbe stato vietato il commercio, ma è altrettanto sicuro che non si tratta di carne di qualità".
Molto interessante l'intervento del dott. Nino Anelli – Direttore f. f. SIAN (ASL/BA Area Nord) il quale ha esordito dicendo: "Vi sono molteplici fattori che possono causare un tumore: predisposizione genetica, la sigaretta (causa primaria del tumore ai polmoni), l'eccesso di calorie, basso consumo di frutta e verdura e quindi minima (o talvolta inesistente) assunzione di vitamine e sostanze antiossidanti. Per quanto concerne il consumo di carne, se superiore ai 50 grammi al giorno, il fattore di rischio di un tumore aumenta del 18%. Tuttavia, se una persona ha una predisposizione genetica tale da essere a basso rischio di tumore e conduce uno stile di vita equilibrato, anche se ne consuma di più non è detto che sia a rischio tumore." Ha concluso l'intervento, affermando che "possiamo minimizzare il rischio, ma non annullarlo del tutto".
Ultimo ma non per importanza l'intervento del dott. Michele Poligneri – Dirigente Medico Veterinario (ASL/BA Area Nord), il quale ha precisato che in tavola ci sono ulteriori alimenti che possono nuocere alla salute come ad esempio lo zucchero raffinato, che può causare problemi di natura oncologica e cardiovascolare, o l'utilizzo inappropriato del sale. Inoltre la cottura ad alte temperature favorisce la formazione di glicati che sono altamente nocivi per la salute. Infatti un eccesso di fritture può causare l'aumento del sovrappeso, diabete e malattie cardiovascolari". Riguardo alla cottura della carne, la Tantillo in particolare, ha consigliato di cuocerla evitando di 'bruciarla' in quanto la 'crosta nera' che si forma è cancerogena. A tal proposito ha citato il "bacon abbrustolito e croccante", che gli anglosassoni amano tanto, in quanto cancerogeno, data l'alta presenza di acidi grassi saturi. Assolutamente non salutare.
Tirando le somme, la carne, se di qualità, se mangiata nella giusta quantità (un paio di volte a settimana), se cucinata correttamente evitando così la formazione di nitrosammine (cancerogene), frutto dell'alterazione di nitriti e nitrati che sono sostanze contenute naturalmente nelle carni, non va eliminata dall'alimentazione.
A chiudere il convegno, la vice sindaco Ada Bosso, che, portando i saluti del sindaco Giacinto Forte in volo verso New York, ha concluso dicendo che "la miglior arma per la prevenzione e la sicurezza alimentare è appunto l'informazione". In risposta alla domanda posta dal dott. Ferrulli circa 'cosa può fare l'amministrazione per incentivare la produzione autoctona', la Bosso risponde: "tutto quello che viene commercializzato, in termini di prodotti e di turismo, è il nostro fiore all'occhiello. Abbiamo istituito con l'assessore alla cultura, il dott. Saverio Mascolo, degli Stati Generali, per raccogliere delle idee. La migliore soluzione è sicuramente creare delle sinergie tra l'amministrazione e tutti gli operatori di settore, per una migliore comunicazione e informazione, finalizzate a rendere la qualità della vita superiore".