Territorio
Grano estero, controlli della Forestale al Porto di Bari
Ispezioni alla ricerca di microtossine
Gravina - mercoledì 24 febbraio 2016
17.22 Comunicato Stampa
Ore concitate al porto di Bari dove da questa mattina il personale del Corpo forestale dello Stato è impegnato nei controlli su tir e container carichi di grano proveniente da Panama, Regno Unito e Canada, arrivati in Italia negli ultimi giorni e in uscita dal Porto di Bari. Dopo i controlli documentali, la Forestale sta effettuando una prima analisi delle micotossine che potrebbero trovarsi nei carichi, attraverso un Kit innovativo all'interno della postazione del Comando Stazione Mobile allestito per l'occasione. Si sta verificando la possibile presenza di tossine e altri patogeni causati dal trasporto in stiva del grano destinato al consumo umano. Le materie prime come mais, grano, riso, soia e arachidi possono, infatti, essere contaminate da micotossine in particolari condizioni di trasporto e conservazione. Un'analisi più approfondita per accertare la reale qualità del grano e la presenza di metalli pesanti sarà poi effettuata nei laboratori pugliesi.
Le micotossine sono metaboliti tossici prodotti dalle muffe e possono avere gravi effetti acuti e cronici sulla salute degli esseri umani e degli animali, quindi l'analisi in alimenti è necessaria e spesso richiesta dalla normativa. I kit in uso alla Forestale permettono infatti saggi qualitativi e un semplice e veloce metodo di analisi. Obbiettivo dei controlli è accertare anche la qualità del grano straniero impiegato nella produzione di pasta e pane. Su tali prodotti negli ultimi mesi diverse sono state le indagini espletate dal Comando Regionale del Corpo forestale dello Stato di Bari su delega delle Procure di Bari e Trani.
Quattro sono le navi arrivate a Bari: la Ecopride con 44.647 tonnellate di grano proveniente da Cristobal (Panama), la Wes Nicole di 3037 tonnellate di stazza, proveniente da Dover (Regno Unito), la Glory One e la Emerald Star, provenienti rispettivamente da Vancouver e Montreal con un carico complessivo di altre 80mila tonnellate circa.
In 7 mesi, donunciano da Coldiretti, è stato scaricato al Porto di Bari 1 milione di tonnellate di grano, arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra. Contemporaneamente è stata registrata la drastica riduzione del 25% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 34 euro a 25 euro al quintale.
Incalcolabili anche i danni in termini di impatto ambientale, basti pensare che sommando la tratta che una nave compie per esempio dal Canada per raggiungere Bari e i 750 camion utili a scaricare una media di 20mila tonnellate di grano, considerando l'andata e il ritorno, si stima una emissione di oltre 15mila tonnellate di CO2.
"Bisogna dare certezze – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – sulla qualità del grano straniero che dopo un lungo periodo di navigazione nelle navi sbarca in Puglia per produrre pasta e pane senza alcuna indicazione in etichetta della reale origine. Se il grano è contaminato da micotossine, risultano contaminati anche pane e pasta perché sono resistenti alle alte temperature. Non meno preoccupante la contaminazione da Deossinivalenolo (DON). I parametri europei relativi ai limiti di DON (1750 ppb) sui cereali utili all'alimentazione umana sono quasi "doppi" rispetto a quelli imposti in Canada (1000 ppb). In altre parole in Europa e, quindi, anche in Italia è commestibile e può essere somministrato anche ai bambini ciò che in Canada non va bene neppure per gli animali".
"Vanno affrontate una volta per tutte – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - in maniera drastica tre storture fondamentali che condizionano fortemente l'andamento del settore, quali l'assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale, come l'etichettatura di origine obbligatoria e la tracciabilità delle produzioni, le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo".
L'attività borsistica delle Camere di Commercio (Milano, Bologna, Roma e Foggia), se non favorisce, agevola il fenomeno speculativo attraverso la scarsa trasparenza nella formazione del prezzo, oppure apportando variazioni nelle quotazioni in assenza di compravendite o per contratti di scarsa rilevanza economica, che rende necessario ed urgente il riordino di tutta la materia come da tempo chiede Coldiretti.
Intanto, nello stesso periodo non sono state mai apportate riduzioni di prezzi al consumo di pane e pasta che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima. Non solo, nel corso del tempo la forbice si è ulteriormente allargata tra prezzi corrisposti alla produzione e quelli fissati al consumo, tant'è che oggi il differenziale tra grano duro e pasta è di circa 400%, grano tenero e pane intorno al 1.000%.
Le micotossine sono metaboliti tossici prodotti dalle muffe e possono avere gravi effetti acuti e cronici sulla salute degli esseri umani e degli animali, quindi l'analisi in alimenti è necessaria e spesso richiesta dalla normativa. I kit in uso alla Forestale permettono infatti saggi qualitativi e un semplice e veloce metodo di analisi. Obbiettivo dei controlli è accertare anche la qualità del grano straniero impiegato nella produzione di pasta e pane. Su tali prodotti negli ultimi mesi diverse sono state le indagini espletate dal Comando Regionale del Corpo forestale dello Stato di Bari su delega delle Procure di Bari e Trani.
Quattro sono le navi arrivate a Bari: la Ecopride con 44.647 tonnellate di grano proveniente da Cristobal (Panama), la Wes Nicole di 3037 tonnellate di stazza, proveniente da Dover (Regno Unito), la Glory One e la Emerald Star, provenienti rispettivamente da Vancouver e Montreal con un carico complessivo di altre 80mila tonnellate circa.
In 7 mesi, donunciano da Coldiretti, è stato scaricato al Porto di Bari 1 milione di tonnellate di grano, arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra. Contemporaneamente è stata registrata la drastica riduzione del 25% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 34 euro a 25 euro al quintale.
Incalcolabili anche i danni in termini di impatto ambientale, basti pensare che sommando la tratta che una nave compie per esempio dal Canada per raggiungere Bari e i 750 camion utili a scaricare una media di 20mila tonnellate di grano, considerando l'andata e il ritorno, si stima una emissione di oltre 15mila tonnellate di CO2.
"Bisogna dare certezze – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – sulla qualità del grano straniero che dopo un lungo periodo di navigazione nelle navi sbarca in Puglia per produrre pasta e pane senza alcuna indicazione in etichetta della reale origine. Se il grano è contaminato da micotossine, risultano contaminati anche pane e pasta perché sono resistenti alle alte temperature. Non meno preoccupante la contaminazione da Deossinivalenolo (DON). I parametri europei relativi ai limiti di DON (1750 ppb) sui cereali utili all'alimentazione umana sono quasi "doppi" rispetto a quelli imposti in Canada (1000 ppb). In altre parole in Europa e, quindi, anche in Italia è commestibile e può essere somministrato anche ai bambini ciò che in Canada non va bene neppure per gli animali".
"Vanno affrontate una volta per tutte – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - in maniera drastica tre storture fondamentali che condizionano fortemente l'andamento del settore, quali l'assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale, come l'etichettatura di origine obbligatoria e la tracciabilità delle produzioni, le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo".
L'attività borsistica delle Camere di Commercio (Milano, Bologna, Roma e Foggia), se non favorisce, agevola il fenomeno speculativo attraverso la scarsa trasparenza nella formazione del prezzo, oppure apportando variazioni nelle quotazioni in assenza di compravendite o per contratti di scarsa rilevanza economica, che rende necessario ed urgente il riordino di tutta la materia come da tempo chiede Coldiretti.
Intanto, nello stesso periodo non sono state mai apportate riduzioni di prezzi al consumo di pane e pasta che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima. Non solo, nel corso del tempo la forbice si è ulteriormente allargata tra prezzi corrisposti alla produzione e quelli fissati al consumo, tant'è che oggi il differenziale tra grano duro e pasta è di circa 400%, grano tenero e pane intorno al 1.000%.