Territorio
Grano estero positivo alla aflatossina.
Scontro a distanza tra Coldiretti e Italmopa
Gravina - giovedì 25 febbraio 2016
8.49
E' risultato positivo al test effettuato con il kit 'Agrastrip' il campione di grano duro messicano e scaricato dalla nave Ecopride (stazza 44.647 tonnellate), battente bandiera panamense e proveniente da Cristobal.
Coldiretti Puglia ringrazia il Corpo Forestale dello Stato della Puglia e la Asl di Bari per l'attività incessante di presidio del territorio e per la prima fase odierna dell'attività di indagine per salvare il grano italiano dagli scarichi quotidiani di ingenti quantitativi di prodotto straniero, a volte triangolato da porti europei e utilizzato dai trasformatori per fare pane e pasta "Made in Italy", con il "granaio Italia" che rischia di scomparire.
"Abbiamo fermato finora 7 camion per verificarne il contenuto – spiega il Commissario Capo del Corpo Forestale dello Stato della Puglia, Giuliano Palomba – una prima analisi con il lateral flow test sul campione di grano duro trasportato da uno dei 7 mezzi, ha dato indicazioni di presenza di aflatossine. Abbiamo consegnato tutti i campioni alla Asl Bari e le analisi di conferma saranno effettuate dal laboratorio dell'Arpa Puglia. Inoltre, sarà verificata la presenza di metalli pesanti".
"La nostra manifestazione intendeva accendere i riflettori sull'effettiva qualità del grano straniero – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele –che dopo un lungo periodo di navigazione nelle navi sbarca in Puglia per produrre pasta e pane senza alcuna indicazione in etichetta della reale origine. Se il grano è contaminato da micotossine, risultano contaminati anche pane e pasta perché sono resistenti alle alte temperature. Non meno preoccupante la contaminazione da Deossinivalenolo (DON).
"In 7 mesi da luglio 2015 a febbraio 2016 – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - è stato scaricato al Porto di Bari 1 milione di tonnellate di grano, arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra. Contemporaneamente è stata registrata la drastica riduzione del 25% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 34 euro a 25 euro al quintale. Incalcolabili anche i danni in termini di impatto ambientale".
"Si tratta del risultato delle scelte poco lungimiranti fatte nel tempo da chi - continua la Coldiretti - ha preferito fare acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da "spacciare" come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato"
Una posizione completamente contraria quella della Italmopa-Associazione Industriali Mugnai d'Italia che definisce "Osceno e indecente" la posizione della Coldiretti.
Italmopa ricorda, in particolare, che l'Industria molitoria italiana a frumento duro trasforma annualmente 5,5 milioni di tonnellate di materia prima per la produzione di semole destinate essenzialmente all'Industria pastaria, mentre la produzione nazionale utilizzabile di frumento duro risulta essere stabilmente inferiore a 4,0 milioni di tonnellate.
Di qui la necessità di importare materia prima "per garantire il costante e corretto approvvigionamento dell'industria pastaria in semole di qualità".
"Il frumento duro importato - prosegue Italmopa - per poter essere immesso nel territorio dell'Unione europea, deve rispettare i medesimi requisiti igienico-sanitari richiesti per i prodotti nazionali. I costanti e severi controlli sia da parte delle competenti Autorità di vigilanza, sia da parte delle stesse Aziende molitorie utilizzatrici, nell'ambito dei piani di autocontrollo, garantiscono la piena rispondenza del prodotto importato alle normative nazionali e comunitarie. L'irresponsabile strategia di terrorismo mediatico messa in atto da Coldiretti Puglia, oltre a ledere gravemente l'industria della trasformazione del frumento duro, da sempre fiore all'occhiello dell'agroalimentare italiano, appare irriguardosa nei confronti dei consumatori che hanno diritto, in ogni circostanza, ad un'informazione corretta che non può essere calpestata per meri motivi di natura corporatista.
Italmopa chiede infine un forte e autorevole intervento da parte di tutte le Amministrazioni locali e nazionali competenti, a tutela dell'Industria molitoria, categoria che opera e intende continuare a operare nel pieno rispetto di tutte le normative vigenti, di qualsiasi natura esse siano, e nell'interesse di tutta la filiera.
Coldiretti Puglia ringrazia il Corpo Forestale dello Stato della Puglia e la Asl di Bari per l'attività incessante di presidio del territorio e per la prima fase odierna dell'attività di indagine per salvare il grano italiano dagli scarichi quotidiani di ingenti quantitativi di prodotto straniero, a volte triangolato da porti europei e utilizzato dai trasformatori per fare pane e pasta "Made in Italy", con il "granaio Italia" che rischia di scomparire.
"Abbiamo fermato finora 7 camion per verificarne il contenuto – spiega il Commissario Capo del Corpo Forestale dello Stato della Puglia, Giuliano Palomba – una prima analisi con il lateral flow test sul campione di grano duro trasportato da uno dei 7 mezzi, ha dato indicazioni di presenza di aflatossine. Abbiamo consegnato tutti i campioni alla Asl Bari e le analisi di conferma saranno effettuate dal laboratorio dell'Arpa Puglia. Inoltre, sarà verificata la presenza di metalli pesanti".
"La nostra manifestazione intendeva accendere i riflettori sull'effettiva qualità del grano straniero – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele –che dopo un lungo periodo di navigazione nelle navi sbarca in Puglia per produrre pasta e pane senza alcuna indicazione in etichetta della reale origine. Se il grano è contaminato da micotossine, risultano contaminati anche pane e pasta perché sono resistenti alle alte temperature. Non meno preoccupante la contaminazione da Deossinivalenolo (DON).
"In 7 mesi da luglio 2015 a febbraio 2016 – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - è stato scaricato al Porto di Bari 1 milione di tonnellate di grano, arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra. Contemporaneamente è stata registrata la drastica riduzione del 25% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 34 euro a 25 euro al quintale. Incalcolabili anche i danni in termini di impatto ambientale".
"Si tratta del risultato delle scelte poco lungimiranti fatte nel tempo da chi - continua la Coldiretti - ha preferito fare acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da "spacciare" come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato"
Una posizione completamente contraria quella della Italmopa-Associazione Industriali Mugnai d'Italia che definisce "Osceno e indecente" la posizione della Coldiretti.
Italmopa ricorda, in particolare, che l'Industria molitoria italiana a frumento duro trasforma annualmente 5,5 milioni di tonnellate di materia prima per la produzione di semole destinate essenzialmente all'Industria pastaria, mentre la produzione nazionale utilizzabile di frumento duro risulta essere stabilmente inferiore a 4,0 milioni di tonnellate.
Di qui la necessità di importare materia prima "per garantire il costante e corretto approvvigionamento dell'industria pastaria in semole di qualità".
"Il frumento duro importato - prosegue Italmopa - per poter essere immesso nel territorio dell'Unione europea, deve rispettare i medesimi requisiti igienico-sanitari richiesti per i prodotti nazionali. I costanti e severi controlli sia da parte delle competenti Autorità di vigilanza, sia da parte delle stesse Aziende molitorie utilizzatrici, nell'ambito dei piani di autocontrollo, garantiscono la piena rispondenza del prodotto importato alle normative nazionali e comunitarie. L'irresponsabile strategia di terrorismo mediatico messa in atto da Coldiretti Puglia, oltre a ledere gravemente l'industria della trasformazione del frumento duro, da sempre fiore all'occhiello dell'agroalimentare italiano, appare irriguardosa nei confronti dei consumatori che hanno diritto, in ogni circostanza, ad un'informazione corretta che non può essere calpestata per meri motivi di natura corporatista.
Italmopa chiede infine un forte e autorevole intervento da parte di tutte le Amministrazioni locali e nazionali competenti, a tutela dell'Industria molitoria, categoria che opera e intende continuare a operare nel pieno rispetto di tutte le normative vigenti, di qualsiasi natura esse siano, e nell'interesse di tutta la filiera.