La città
Gravina alla Fiera Made expo
A darle voce nella fiera milanese, Michele Lorusso. Il capogruppo del Pdl ha partecipato attivamente a "Borghi e centri storici"
Gravina - lunedì 10 ottobre 2011
Quanti sono i borghi e i piccoli centri storici sparsi lungo lo Stivale?
Più di 5.000, visto che nel nostro paese si contano 5.800 comuni ritenuti minori perché inferiori a 5.000 abitanti. Ma anche comuni più popolosi che all'interno dei loro quartieri più antichi possono contare di borghi nel borgo.
Esempio, Gravina, con Piaggio e Fondovito, certamente nucleo centrale della città antica, ma per le loro peculiarità, sono borghi a se stante, anche per la loro stessa collocazione nel contesto urbano cittadino. E, quindi, due realtà che potrebbero candidarsi ad essere luoghi di sperimentazione di nuove forme di ospitalità, di intrattenimento e di socialità destinate ad un target di domanda lontano dagli schemi del turismo di massa o comunque da proposte ormai mature. Leggendo e rileggendo quest'ultimo concetto, sembra che il riferimento a Gravina è piuttosto evidente.
Attenzione, però, perché "la conversione di un borgo a prodotto turistico abbisogna di un percorso di intervento molto articolato", dice Michele Lorusso, capogruppo del Pdl in Consiglio comunale, che ha partecipato a Made expo, l'evento fieristico italiano che rappresenta l'intero sistema delle costruzioni e che ha chiuso i battenti alla Fiera di Milano sabato 8.
Lorusso è iintervenuto attivamente a "Borghi & centri storici", la manifestazione che nella rassegna milanese ha portato all'attenzione dei pubblici amministratori e degli operatori economici tutto quello che si può fare per recuperare e valorizzare l'immenso patrimonio immobiliare presente negli oltre 5.000 borghi e piccoli centri storici italiani che rappresentano una grande risorsa del made in Italy.
A margine della manifestazione organizzata nell'ambito della rassegna fieristica milanese, e che ha avuto il patrocinio dei ministeri dello sviluppo economico, del turismo e dei beni culturali ma anche di Legambiente, Touring club italiano, Università La Sapienza, Legacoop, Federculture, metabolizzando quando è stato detto nella successione di convegni tenuti nell'ampia area riservata ai borghi, Lorusso pensa già a qualche ipotesi di lavoro per i due borghi gravinesi, tanto da ospitare, nelle prossime settimane, i promotori di questa importante iniziativa di sviluppo locale che a Milano ha riscosso grande successo.
Senza nascondersi che è opportuno fare alcune riflessioni da tenere ben presente, secondo l'esponente del Pdl, quando si arriva alla fase delle trattative. E, cioè, per il recupero urbanistico dei centri storici non c'è grande disponibilità di risorse finanziarie pubbliche; c'è l'eccessiva frantumazione della proprietà immobiliare; è sotto gli occhi di tutti il quasi totale abbandono delle vecchie costruzioni. Sono aspetti negativi che, secondo Lorusso, potrebbero bloccare anche le migliori idee di recupero di quartieri veramente ricchi di fascino. Di contro, e per fortuna, non manca qualche aspetto positivo come, per esempio, diventare per un borgo suggestivo e piacevole, elemento di attrazione per investimenti oltre che oggetto di desiderio per quanti cercano dimensioni di vita diverse da quelli caotici della città.
Partecipando a queste manifestazioni è certamente più facile fare delle valutazioni realistiche sulle iniziative da prendere. E, così, dice Lorusso, tutti hanno ribadito che per investire in un borgo o in un centro storico, è necessario coinvolgere le aziende private in possesso di strumenti adeguati per fare tutte quelle valutazioni preliminari perché l'iniziativa abbia successo. Infatti dalle esperienze presentate a Milano da Borghi, la società portatrice di un modello di intervento che a partire dal recupero e dalla riqualificazione del patrimonio immobiliare presente nei borghi e nei centri storici, racconta Lorusso, è fondamentale il coinvolgimento degli operatori dello sviluppo locale, di investitori istituzionali e privati, della piccola imprenditoria locale esistente o nascente; l'ideazione e la costruzione di un modello di offerta differenziante, fondato sulle peculiarità e le vocazioni del contesto locale, in grado di connotare in maniera decisa la destinazione nei confronti del mercato di riferimento; la messa a punto di un modello di gestione efficace ed efficiente e di un sistema di promo-commercializzazione che consenta di sfruttare al meglio le opportunità di mercato.
A questo punto il capogruppo del Pdl racconta l'esperienza di Fulvio Di Rosa, proprietario del Borgo di Vagli, vicino Cortona, in Toscana, che ha acquistato altri 10 centri storici da recuperare e rivendere, nel suo caso alle famiglie, come seconda casa, ma in luoghi ameni, rilassanti e con un contorno a misura d'uomo. Le valutazioni sul borgo da ristrutturare Di Rosa li fa in loco; per questo Lorusso ritiene opportuno portare a Gravina personalità come l'imprenditore toscano.
Intanto per le opportune valutazioni dello stato dei luoghi, sul livello di degrado del patrimonio immobiliare ma anche di cosa offre la contestualità del borgo in termini di attrattive storiche, culturali, ricreative, enogastronomiche, per il futuro "abitante" di un contesto antico rimesso a nuovo. Senza trascurare alcuni aspetti tecnico-amministrativi come la presenza o meno dello strumento urbanistico e del regolamento attuativo che, indubbiamente, vanno tenuti nella dovuta considerazione per quantificare i tempi necessari per portare a conclusione l'intervento sul borgo da restituire a nuova vita.
Michele Lorusso ritiene opportuno candidare Gravina a diventare luogo di sperimentazione per questo nuovo sistema di sviluppo locale. Nel frattempo, cercando di adeguare alle nuove esigenze tutti gli strumenti tecnico-amministrativo per rendere più appetibili Piaggio e Fondovito a chi vuole recuperarli e metterli poi sul mercato.
Più di 5.000, visto che nel nostro paese si contano 5.800 comuni ritenuti minori perché inferiori a 5.000 abitanti. Ma anche comuni più popolosi che all'interno dei loro quartieri più antichi possono contare di borghi nel borgo.
Esempio, Gravina, con Piaggio e Fondovito, certamente nucleo centrale della città antica, ma per le loro peculiarità, sono borghi a se stante, anche per la loro stessa collocazione nel contesto urbano cittadino. E, quindi, due realtà che potrebbero candidarsi ad essere luoghi di sperimentazione di nuove forme di ospitalità, di intrattenimento e di socialità destinate ad un target di domanda lontano dagli schemi del turismo di massa o comunque da proposte ormai mature. Leggendo e rileggendo quest'ultimo concetto, sembra che il riferimento a Gravina è piuttosto evidente.
Attenzione, però, perché "la conversione di un borgo a prodotto turistico abbisogna di un percorso di intervento molto articolato", dice Michele Lorusso, capogruppo del Pdl in Consiglio comunale, che ha partecipato a Made expo, l'evento fieristico italiano che rappresenta l'intero sistema delle costruzioni e che ha chiuso i battenti alla Fiera di Milano sabato 8.
Lorusso è iintervenuto attivamente a "Borghi & centri storici", la manifestazione che nella rassegna milanese ha portato all'attenzione dei pubblici amministratori e degli operatori economici tutto quello che si può fare per recuperare e valorizzare l'immenso patrimonio immobiliare presente negli oltre 5.000 borghi e piccoli centri storici italiani che rappresentano una grande risorsa del made in Italy.
A margine della manifestazione organizzata nell'ambito della rassegna fieristica milanese, e che ha avuto il patrocinio dei ministeri dello sviluppo economico, del turismo e dei beni culturali ma anche di Legambiente, Touring club italiano, Università La Sapienza, Legacoop, Federculture, metabolizzando quando è stato detto nella successione di convegni tenuti nell'ampia area riservata ai borghi, Lorusso pensa già a qualche ipotesi di lavoro per i due borghi gravinesi, tanto da ospitare, nelle prossime settimane, i promotori di questa importante iniziativa di sviluppo locale che a Milano ha riscosso grande successo.
Senza nascondersi che è opportuno fare alcune riflessioni da tenere ben presente, secondo l'esponente del Pdl, quando si arriva alla fase delle trattative. E, cioè, per il recupero urbanistico dei centri storici non c'è grande disponibilità di risorse finanziarie pubbliche; c'è l'eccessiva frantumazione della proprietà immobiliare; è sotto gli occhi di tutti il quasi totale abbandono delle vecchie costruzioni. Sono aspetti negativi che, secondo Lorusso, potrebbero bloccare anche le migliori idee di recupero di quartieri veramente ricchi di fascino. Di contro, e per fortuna, non manca qualche aspetto positivo come, per esempio, diventare per un borgo suggestivo e piacevole, elemento di attrazione per investimenti oltre che oggetto di desiderio per quanti cercano dimensioni di vita diverse da quelli caotici della città.
Partecipando a queste manifestazioni è certamente più facile fare delle valutazioni realistiche sulle iniziative da prendere. E, così, dice Lorusso, tutti hanno ribadito che per investire in un borgo o in un centro storico, è necessario coinvolgere le aziende private in possesso di strumenti adeguati per fare tutte quelle valutazioni preliminari perché l'iniziativa abbia successo. Infatti dalle esperienze presentate a Milano da Borghi, la società portatrice di un modello di intervento che a partire dal recupero e dalla riqualificazione del patrimonio immobiliare presente nei borghi e nei centri storici, racconta Lorusso, è fondamentale il coinvolgimento degli operatori dello sviluppo locale, di investitori istituzionali e privati, della piccola imprenditoria locale esistente o nascente; l'ideazione e la costruzione di un modello di offerta differenziante, fondato sulle peculiarità e le vocazioni del contesto locale, in grado di connotare in maniera decisa la destinazione nei confronti del mercato di riferimento; la messa a punto di un modello di gestione efficace ed efficiente e di un sistema di promo-commercializzazione che consenta di sfruttare al meglio le opportunità di mercato.
A questo punto il capogruppo del Pdl racconta l'esperienza di Fulvio Di Rosa, proprietario del Borgo di Vagli, vicino Cortona, in Toscana, che ha acquistato altri 10 centri storici da recuperare e rivendere, nel suo caso alle famiglie, come seconda casa, ma in luoghi ameni, rilassanti e con un contorno a misura d'uomo. Le valutazioni sul borgo da ristrutturare Di Rosa li fa in loco; per questo Lorusso ritiene opportuno portare a Gravina personalità come l'imprenditore toscano.
Intanto per le opportune valutazioni dello stato dei luoghi, sul livello di degrado del patrimonio immobiliare ma anche di cosa offre la contestualità del borgo in termini di attrattive storiche, culturali, ricreative, enogastronomiche, per il futuro "abitante" di un contesto antico rimesso a nuovo. Senza trascurare alcuni aspetti tecnico-amministrativi come la presenza o meno dello strumento urbanistico e del regolamento attuativo che, indubbiamente, vanno tenuti nella dovuta considerazione per quantificare i tempi necessari per portare a conclusione l'intervento sul borgo da restituire a nuova vita.
Michele Lorusso ritiene opportuno candidare Gravina a diventare luogo di sperimentazione per questo nuovo sistema di sviluppo locale. Nel frattempo, cercando di adeguare alle nuove esigenze tutti gli strumenti tecnico-amministrativo per rendere più appetibili Piaggio e Fondovito a chi vuole recuperarli e metterli poi sul mercato.