La città
Gravina capofila delle Città del Crocifisso
La Regione approva il protocollo d’intesa. Previste iniziative e misure a sostegno della diffusione del culto del Santissimo
Gravina - lunedì 12 settembre 2011
18.50
Il Cristo che univa i popoli mette insieme anche le città e le loro istituzioni. E la bandiera dell'unità viene affidata, per una volta, a Gravina.
La Regione Puglia ha infatti approvato, nei giorni scorsi il protocollo d'intesa tra le città del Crocifisso, iniziativa nata tra i comuni di tre regioni (oltre alla Puglia, anche Basilicata e Calabria) con il dichiarato intento, spiegano i promotori dell'iniziativa, "di condividere e individuare modalità di realizzazione di progetti sperimentali per difendere e sviluppare la conoscenza ed il culto del Santissimo Crocifisso, simbolo dal valore determinante nella storia culturale e nell'identità nazionale, per come di recente ribadito anche dall'Alta Corte di Giustizia Europea".
Il disco verde del Governo regionale, che consentirà nei prossimi giorni all'assessore regionale alla cultura Silvia Godelli di sottoscrivere tutti i correlati atti di intesa, giunge a coronamento di un percorso intrapreso sin dal 2010, con la nascita della "Rete delle città del Crocifisso", costituita dai Comuni appuli di Gravina, Arnesano, Galatone, Monteiasi, Monteroni di Lecce, Palo del Colle, Rutigliano, Torchiarolo, Trani, San Giorgio Ionico, da quelli lucani di Brienza e Forenza, dalla calabrese Saracena e dai siciliani Castelbuono e Monreale, oltre che dalle Province di Bari, Brindisi e Potenza e dalla Regione Basilicata.
Il 20 aprile scorso i soggetti interessati invitano la Regione Puglia ad essere della partita. Quindi, poche settimane dopo, incassano il parere favorevole del Comune di Gravina e di altri Municipi interessati. Adesso, il primo importante riconoscimento istituzionale di matrice regionale, che schiude la via alla realizzazione degli obiettivi perseguiti. Tra i quali figurano, oltre a quelli prettamente cultuali e religiosi, anche altri di natura più laicamente economica.
Infatti, se per la Regione col protocollo potrà stabilirsi "una efficace collaborazione per l'attuazione dei progetti di recupero e rivitalizzazione di un percorso culturale, religioso e di valorizzazione territoriale", per il Comune di Gravina, designata città capofila della composita cordata, si potrà mirare alla elaborazione "di un progetto uniforme di sviluppo socio-economico e culturale dei comuni interessati all'individuazione di azioni immateriali e materiali che interesseranno i territori e che possono trovare linee di finanziamento unitarie e specifiche". Il tutto nell'ottica di "forme di marketing territoriale che rappresentino l'unione e la comunicazione tra diverse esperienze e culture".
Insomma, in equilibrio tra sacro e profano, con la speranza che i mercanti, per una volta, restino lontani dal tempio.....
La Regione Puglia ha infatti approvato, nei giorni scorsi il protocollo d'intesa tra le città del Crocifisso, iniziativa nata tra i comuni di tre regioni (oltre alla Puglia, anche Basilicata e Calabria) con il dichiarato intento, spiegano i promotori dell'iniziativa, "di condividere e individuare modalità di realizzazione di progetti sperimentali per difendere e sviluppare la conoscenza ed il culto del Santissimo Crocifisso, simbolo dal valore determinante nella storia culturale e nell'identità nazionale, per come di recente ribadito anche dall'Alta Corte di Giustizia Europea".
Il disco verde del Governo regionale, che consentirà nei prossimi giorni all'assessore regionale alla cultura Silvia Godelli di sottoscrivere tutti i correlati atti di intesa, giunge a coronamento di un percorso intrapreso sin dal 2010, con la nascita della "Rete delle città del Crocifisso", costituita dai Comuni appuli di Gravina, Arnesano, Galatone, Monteiasi, Monteroni di Lecce, Palo del Colle, Rutigliano, Torchiarolo, Trani, San Giorgio Ionico, da quelli lucani di Brienza e Forenza, dalla calabrese Saracena e dai siciliani Castelbuono e Monreale, oltre che dalle Province di Bari, Brindisi e Potenza e dalla Regione Basilicata.
Il 20 aprile scorso i soggetti interessati invitano la Regione Puglia ad essere della partita. Quindi, poche settimane dopo, incassano il parere favorevole del Comune di Gravina e di altri Municipi interessati. Adesso, il primo importante riconoscimento istituzionale di matrice regionale, che schiude la via alla realizzazione degli obiettivi perseguiti. Tra i quali figurano, oltre a quelli prettamente cultuali e religiosi, anche altri di natura più laicamente economica.
Infatti, se per la Regione col protocollo potrà stabilirsi "una efficace collaborazione per l'attuazione dei progetti di recupero e rivitalizzazione di un percorso culturale, religioso e di valorizzazione territoriale", per il Comune di Gravina, designata città capofila della composita cordata, si potrà mirare alla elaborazione "di un progetto uniforme di sviluppo socio-economico e culturale dei comuni interessati all'individuazione di azioni immateriali e materiali che interesseranno i territori e che possono trovare linee di finanziamento unitarie e specifiche". Il tutto nell'ottica di "forme di marketing territoriale che rappresentino l'unione e la comunicazione tra diverse esperienze e culture".
Insomma, in equilibrio tra sacro e profano, con la speranza che i mercanti, per una volta, restino lontani dal tempio.....