GravinaLife
Gravina città d’arte
E noi gravinesi ci fregiamo orgogliosi pure del titolo. Ma in quanti conoscono la loro città?
Gravina - lunedì 8 ottobre 2012
16.25
Test: saremmo in grado di consigliare ad un turista che passeggia errando senza meta, il percorso giusto per visitare anche solo parte del patrimonio artistico gravinese? I siti da non perdere? Riusciremmo a tracciare un itinerario di quelli che, se Gravina disponesse di una guida cartacea, occuperebbero sicuramente le prime pagine? E laddove la bocca dovesse tirar fuori luoghi e destinazioni, sapremmo indicare la via da seguire, gli addetti ai lavori a cui rivolgersi per una semplice visita turistica, sempre che esista qualcuno a cui il gitante possa essere affidato?
Purtroppo, a parte l'aspetto culinario, di cui siamo non solo ottimi estimatori, ma anche insuperabili consiglieri, il test rimanderebbe a settembre molti di noi. Perché sono anni che pur calpestando quotidianamente e distrattamente quella gravina sotterranea che abita sotto di noi, non ne conosciamo l'aspetto! Perché il Parco archeologico di Botromagno insieme al suo lontano parente Parco nazionale dell'Alta Murgia, sono per noi emeriti sconosciuti, come le chiese rupestri. E poi stupiamo tutti quando andiamo a Londra e raccontiamo della capatina al National Gallery. Quando a Parigi perdiamo una giornata intera al Louvre. Ma pur essendo gravinesi doc, non abbiamo mai fatto ingresso nel Museo della Fondazione Santomasi!
Il vero cruccio non è che il turista quando approda a Gravina non abbia nulla da visitare. Tutt'altro! Quello che ci dovrebbe tormentare siamo noi stessi! Noi che non sappiamo. Noi che non valorizziamo. Qual è allora il primo step da superare? Dopo il motto socratiano "conosci te stesso", conosci la tua terra!
Non basta un triste esame di coscienza, di quelli che abbiamo fatto l'ultima volta in prossimità della prima confessione! Serve tutt'altra consapevolezza, anche per indirizzare il turista quando sperduto si muove in piazza. Chissà poi come è riuscito a raggiungere il centro storico. Che Dio benedica il tom tom!
Purtroppo, a parte l'aspetto culinario, di cui siamo non solo ottimi estimatori, ma anche insuperabili consiglieri, il test rimanderebbe a settembre molti di noi. Perché sono anni che pur calpestando quotidianamente e distrattamente quella gravina sotterranea che abita sotto di noi, non ne conosciamo l'aspetto! Perché il Parco archeologico di Botromagno insieme al suo lontano parente Parco nazionale dell'Alta Murgia, sono per noi emeriti sconosciuti, come le chiese rupestri. E poi stupiamo tutti quando andiamo a Londra e raccontiamo della capatina al National Gallery. Quando a Parigi perdiamo una giornata intera al Louvre. Ma pur essendo gravinesi doc, non abbiamo mai fatto ingresso nel Museo della Fondazione Santomasi!
Il vero cruccio non è che il turista quando approda a Gravina non abbia nulla da visitare. Tutt'altro! Quello che ci dovrebbe tormentare siamo noi stessi! Noi che non sappiamo. Noi che non valorizziamo. Qual è allora il primo step da superare? Dopo il motto socratiano "conosci te stesso", conosci la tua terra!
Non basta un triste esame di coscienza, di quelli che abbiamo fatto l'ultima volta in prossimità della prima confessione! Serve tutt'altra consapevolezza, anche per indirizzare il turista quando sperduto si muove in piazza. Chissà poi come è riuscito a raggiungere il centro storico. Che Dio benedica il tom tom!