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La città

Gravina invasa dal mini eolico

Tanti gli impianti installati sul territorio. A Palazzo di città nessuno ne sa quantificare numero e portata.

"Scegli i benefici di un impianto minieolico per la tua casa, per l'azienda e per tuo tempo libero".

Recita più o meno così uno degli spot pubblicizzati di un'azienda leader nel settore delle energie rinnovabili. Un invito che sempre più persone hanno deciso di cogliere come dimostrano, tra l'altro, le ultime statistiche diffuse, secondo cui la Puglia insieme alla Basilicata sarebbero le regine del minieolico.

Del resto, installare un aereogeneratore per mini eolico non richiede grandi difficoltà e lunghe pratiche burocratiche. La realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili è regolamentata dal Decreto sviluppo del 10 settembre 2010, che però è già stato parzialmente modificato nel 2011 con l'istituzione della procedura abilitativa semplificata, la quale per gli impianti eolici di portata non superiore a 60 KW sostituisce la Dia. Tuttavia, per impianti che sorgono in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, tocca alla commissione locale per il paesaggio e quindi al Comune di riferimento rilasciare l'autorizzazione paesaggistica. E la procedura non cambia se l'area è invece soggetta a vincolo archeologico dove ad intervenire per esprimere parere vincolante è la Soprintendenza interessata.

E mentre l'attenzione di tutti, è rivolta al grande impianto eolico di san Felice, quello stesso lembo di terra, e non solo, è preso d'assalto dai pali di impianti così detti di mini eolico, nel silenzio e nell'indifferenza di tutti. Ad oggi dall'ufficio tecnico comunale non sono in grado di quantificare quanti siano i piccoli impianti installati sul territorio gravinese perché "la norma prevede che gli interessati a questo tipo di installazione presentino una Dia o una Scia al comune di riferimento. Se entro trenta giorni nessuno solleva eccezioni allora si può procedere con la posa dell'impianto", spiega il dirigente dell'ufficio Michele Stasi.

Impossibile, dunque, saperne di più sia sulla portata degli impianti, sia sul numero ddi quelli sinora installati. Per fortuna qualche notizia in più arriva proprio da chi quegli impianti li ha montati, come per esempio la " in-VENTO Srl", società leader di d'impianti minieolici "chiavi in mano" che tra Puglia e Basilicata ha impiantato più di 50 sistemi mini eolici, la quale sul suo sito informa i clienti che "attualmente, nella sola località di Gravina in Puglia, vi sono 5 impianti da 60 kW; altri due sono in fase di sviluppo". Mentre risale al 5 giugno di quest'anno la notizia che "a breve saranno operativi cinque impianti mini eolici di potenza complessiva pari a 300 kW. I lavori di realizzazione saranno condotti da Windenergy, società controllata al 100% da Universal Sun, che ha sottoscritto con Banca Popolare di Milano un accordo di finanziamento della durata di otto anni (con un anno di preammortamento) per la costruzione delle opere".

Impianti che spesso sorgono in prossimità di impianti fotovoltaici, con buona pace della tutela del paesaggio. Un dubbio resta senza risposta: non sarebbe forse il caso di verificare gli effetti cumulativi anche di sistemi apparentemente innocui, come il minieolico?
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