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Gravina nel patrimonio Unesco?

Arriva il super esperto per progettare il Museo dell'Acqua e della Pietra. Dopo Vendola e Divella ci prova anche l'amministrazione Valente.

Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. E per vincere facile si schierano pezzi da 90 capaci di realizzare grandi progetti, gestire enormi salvadanai per soddisfare le esigenze di tutti.

Questo quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi a Gravina. L'amministrazione comunale ha infatti approvato una delibera nella quale si stabilisce di affidare al dirigente dell'area tecnica "l'incarico in ordine all'individuazione di un professionista di chiara fama nazionale e internazionale, con esperienze dimostrate di tipo paesaggistico, in possesso di comprovate esperienze nella perimetrazione e progettazione di ecomusei, autore di pubblicazioni e progetti sugli habitat rupestri, con esperienze di attività formativa nella progettazione partecipata con operatori, studenti e comunità" L'obiettivo è quello di nominare un grande esperto di urbanistica per "mettere in rete, attraverso un sito specializzato, l'idea originale dell'Ecomuseo dell'Acqua e della Pietra" e "coordinare all'interno di un'Idea-Guida gli interventi tecnici già previsti sulla zona e fornire loro una cabina di regia", si legge nel deliberato.

In pratica, il museo naturale dell'acqua e della pietra deve diventare il progetto cardine dello sviluppo di Gravina, essendo l'opera che maggiormente ne racconta le origini e che non può essere circoscritto in un preciso perimetro poiché coinvolge la maggior parte della gravina estendendosi sino alla zona archeologica del "Padre Eterno" per poi abbracciare, risalendo dal versante opposto, attraverso gli ipogei, le cripte, gli habitat rupestri, il torrente e il parco Robinson sino al rione Piaggio.

All'esperto che sarà incaricato, dunque, toccherà il compito di progettare e realizzare il Museo dell'Acqua e della Pietra, elaborando anche un "progetto preliminare di perimetrazione e che individui le espressioni antropologiche, storiche, ambientali e paesaggistiche dell'area" e consenta di accedere ad altri finanziamenti pubblici. Facendo un velocissimo calcolo, si tratta di un bel gruzzoletto da circa 3.305.000 euro che comprendono oltre al finanziamento di 350.000 euro già destinato al Museo dalla Provincia, anche un finanziamento del GAL Murgia Più dell'importo di 145.000 euro destinati alla ristrutturazione del Bastione medievale, a cui si assommano 30.000 euro per il ripristino di un percorso che ripari e metta in sicurezza il pilone del ponte acquedotto sulla gravina. Si aggiungono un altro milione di finanziamento provinciale per la bonifica e messa in sicurezza del parco Robinson e 1.700.000 euro messi a disposizione dal ministero dell'ambiente, che il Consorzio di Bonifica spenderà per il riassestamento idrogeologico dell'alveo del fiume e dei piloni. Ed infine altri 80.000 euro rivenienti dal finanziamento del Sistema dei Musei previsti dal piano strategico che serviranno per la "conservazione e valorizzazione delle aree oggetto di scavo e di una segnaletica didattico-descrittiva di alcuni percorsi già esistenti nell'area archeologica della zona Padre Eterno"

Tutti soldi che pioveranno sul cuore antico della città nei prossimi mesi e che l'amministrazione comunale ha inteso legare "in un unico asse programmatico" con lo scopo non solo di ottimizzare gli interventi e le relative spese, ma soprattutto per creare un unico grande museo naturale che inglobi al suo interno buona parte delle meraviglie storiche e paesaggistiche della città e che dia finalmente la possibilità a Gravina di candidarsi ad ottenere il riconoscimento internazionale di patrimonio mondiale ed entrare nel piano di gestione del sito Unesco di Matera anche per supportare la candidatura della città dei sassi a capitale della cultura del 2019.

L'assessore comunale alla cultura Laura Marchetti, richiesta di un commento sulla vicenda, non concede nulla ai cronisti, rimandando ulteriori e più approfondire spiegazioni ad una conferenza stampa di prossima convocazione. Ma i due indizi, la citazione nel deliberato di Matera e del riconoscimento Unesco, fanno inevitabilmente pensare ad un unico grande nome. Quello di Pietro Laureano, architetto ed urbanista, consulente Unesco, esperto per le zone aride, la gestione dell'acqua, la civiltà islamica e gli ecosistemi in pericolo. Il professionista materano, è inoltre il fondatore di "Ipogea", organizzazione no profit che realizza progetti di salvaguardia del paesaggio. Fa parte del gruppo di esperti Unesco che sta lavorando alla stesura della nuova Convenzione sul paesaggio. In pratica l'uomo che nel 1992 ha avviato la ristrutturazione dei sassi di Matera facendola diventare una delle città più ammirate al mondo.

Indovinato? Vedremo.

Intanto bocca cucita anche sui nomi degli esperti locali che comporranno la commissione scientifica. "Stiamo lavorando a questo progetto davvero importante e al momento è prematuro svelare ulteriori dettagli", taglia corto Laura Marchetti. L'assessore assicura però che "l'intera comunità sarà coinvolta visto che intendiamo avviare conferenze cittadine e incontri per spiegare il progetto". Del resto la delibera di giunta specifica tra i compiti affidati al dirigente Stasi di " coordinare in un laboratorio di partecipazione e azione sociale, (che vorremmo chiamare Sissitia in omaggio agli antichi momenti partecipativi dell'Italia Meridionale), gli interventi della cittadinanza attiva, secondo la filosofia degli ecomusei che si propongono come Musei della comunità, ovvero Musei attraverso la costruzione dei quali la cittadinanza si riconosce come coesa in una identità collettiva".

I cervelli di tutta Gravina sono avvisati: che nessuno si faccia trovare impreparato. Sarebbe una figuraccia, di fronte al super esperto...
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