giornata della Memoria 2020
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La città

Gravina non dimentica i suoi martiri degli eccidi nazifascisti

Iniziative dell’amministrazione comunale in occasione della giornata della Memoria

Per non dimenticare. Perchè non si ripeta mai più: la cultura è lo strumento più incisivo per la conoscenza. Queste in sintesi le parole di Liliana Segre, senatrice a vita scampata ai campi di sterminio, che ha salutato l'iniziativa promossa dall'amministrazione comunale, presso il Teatro Vida, in occasione della Giornata della Memoria.

Una giornata incominciata in mattinata, quando presso il pianoro della Madonna della Stella è stata depositata una lapide in onore e in memoria del gravinese Nicola Dibenedetto, vittima insieme ad un suo commilitone del fuoco dei nazisti. Una cerimonia partecipata che ha portato alla luce un mistero, con molta probabilità legato ad altri episodi di eccidi nazisti avvenuti dopo l'8 settembre. "Nel muro dove è stata posta la lapide, infatti – ha svelato il sindaco Alesio Valente- sono stati rinvenuti dei bossoli riconducibili forse ad un'altra strage".

Una circostanza che conferma come la città di Gravina sia stata interessata da episodi drammatici, che hanno lasciato un segno nella popolazione. E la folta partecipazione di pubblico presso il Vida ha testimoniato la sensibilità dei cittadini gravinesi rispetto alle atrocità avvenute durante la seconda guerra mondiale. Tanti i ragazzi che hanno affollato il teatro: "presente e futuro dei valori dell'antifascismo"- ha sottolineato il primo cittadino, che continuando ha voluto rimarcare come "c'è bisogno della memoria per diffondere i concetti di pace e convivenza civile".

Gli episodi come quello che ha riguardato Nicola Dibenedetto sono stati mappati all'interno dell' "Atlante delle stragi nazifasciste", realizzato dall'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI), in collaborazione con l'Associazione nazionale partigiani d'Italia (ANPI), su impulso del governo tedesco. Un fondamentale manuale che tenta di tracciare tutte le stragi di cui si sono resi protagonisti i nazifascisti dal 1943 al 1945.

Studi recenti, visto che "prima della fine della guerra fredda non esistevano tracce storiche di tali episodi"- commenta Massimiliano Desiante, ricercatore dell'IPSAIC (Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea) e autore di numerosi volumi riguardanti il periodo, che spiega come la storia di Nicola Dibenedetto sia emblematica. "Dibenedetto rappresenta quei giovani coinvolti, loro malgrado, nella seconda guerra mondiale: strappati alle famiglie e costretti a combattere, mandati come carne da macello in guerra e tornati a casa dopo l'8 settembre"- chiarisce Desiante.

Un racconto che è stato corroborato dalla testimonianza diretta del Signor Urgo, oggi ultraottantenne, ma all'epoca dei fatti 13enne, testimone oculare dell'episodio. Un racconto lucido e commuovente dell'anziano gravinese, vicino di casa di Dibenedetto, che ricorda come in quei giorni la gente si radunava presso il ponte che da via Lettieri si affaccia su via Fontana la Stella, a sentire gli spari provenienti dall'altra parte della sponda del torrente.

"All'epoca - racconta - mancavano all'appello molti giovani militari. Quella sera, all'imbrunire, si sentirono degli spari, subito dopo un tedesco armato di tutto punto attraversò il ponte acquedotto. Avemmo l'impressione che avesse sparato da poco e i ragazzi presenti sembrava volessero aggredirlo, ma furono dissuasi dal farlo da un signore anziano, per evitare rappresaglie. Poco dopo un altro soldato, amico di Dibenedetto, scampato alla strage perché sdraiatosi a terra, si fece indicare la casa del 32enne militare e diede alla moglie la triste notizia dell'assassinio di suo marito, morto a pochi metri da casa sua".

Un racconto che ha commosso la platea e che ha aperto anche una luce sulle donne e del tributo che hanno pagato in termine di dolore e di dignità nel corso del conflitto, come ha voluto ricordare la conduttrice della serata, Antonella Testini, richiamando anche il testo teatrale "Come una rana d'inverno - la Shoah negli occhi delle donne", rappresentato immediatamente dopo il dibattito dalla compagnia "Colpi di scena".
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