Politica
Gravina on perde pezzi
Vincenzo Di Meo fuori dal gruppo
Gravina - martedì 20 marzo 2018
12.34
"Dopo aver tentato con tutte le mie forze di evitare il divorzio politico dal gruppo di Gravina On, dal quale sin d'ora mi dissocio, avverto la necessità di esprimere il mio totale dissenso dalle iniziative intraprese in questi giorni dal gruppo di Gravina On, per aver costituito un patto federativo con i Socialisti e Democratici (peraltro non condiviso con la base del gruppo, sottoscritto compreso) che ha come unico scopo quello di minare la stabilità del governo cittadino, facendo dimettere due assessori e sfiduciandone un terzo per non aver accettato le dimissioni. Patto che sulla carta è animato dalla richiesta, condivisibile, di una maggiore partecipazione delle forze politiche nelle decisioni e nelle scelte programmatiche, ma che di fatto si concretizza in una richiesta di spartizione di poltrone, di deleghe assessorili più "pesanti", di ingressi in ruoli di staff, che nulla hanno a che fare con la buona politica".
Porta la firma del consigliere Vincenzo Di Meo lo schiaffone inferto alla lista Gravina On. Il consigliere, che rinnova fiducia e sostegno nei confronti di sindaco e maggioranza, senza troppi giri di parole ricostruisce le vicende delle ultime settimane e prende le distanze dal super gruppo dei sette consiglieri.
"La cosa che lascia sconcertati – scrive ancora Di Meo - è il fatto che questo accada all'indomani di una sentenza del Consiglio di Stato che ha riconosciuto la legittimità del risultato elettorale dell'11 giugno scorso e che ha risvegliato le aspettative di una città intera, altrimenti destinata ad un lungo periodo di commissariamento. Ma soprattutto all'indomani di un risultato elettorale del 4 marzo, dove i cittadini ci hanno fatto capire di essere stanchi del tradizionale modo di fare politica. Ci hanno chiesto di mettere da parte l'arroganza, le pretese di visibilità partitiche, perché non c'è niente di più visibile da mettere al centro dei nostri interessi, l'intera comunità gravinese. Queste logiche sono lontane anni luce dal mio modo di intendere e di fare politica".
E per essere ancora più chiari, in coda un messaggio rivolto agli elettori: "Quando mi sono candidato l'unico "patto" che ho assunto in campagna elettorale è stato quello fatto nei confronti della città e della maggioranza che i cittadini hanno espresso. E' stato quello di impegnarmi ad agire nella più completa trasparenza, tralasciando gli interessi personali e le critiche pretestuose. E' stato quello di diffondere il principio secondo il quale chi intende fare politica lo deve fare in una logica di servizio verso la comunità e non per interessi personali o per occupare una poltrona".
Porta la firma del consigliere Vincenzo Di Meo lo schiaffone inferto alla lista Gravina On. Il consigliere, che rinnova fiducia e sostegno nei confronti di sindaco e maggioranza, senza troppi giri di parole ricostruisce le vicende delle ultime settimane e prende le distanze dal super gruppo dei sette consiglieri.
"La cosa che lascia sconcertati – scrive ancora Di Meo - è il fatto che questo accada all'indomani di una sentenza del Consiglio di Stato che ha riconosciuto la legittimità del risultato elettorale dell'11 giugno scorso e che ha risvegliato le aspettative di una città intera, altrimenti destinata ad un lungo periodo di commissariamento. Ma soprattutto all'indomani di un risultato elettorale del 4 marzo, dove i cittadini ci hanno fatto capire di essere stanchi del tradizionale modo di fare politica. Ci hanno chiesto di mettere da parte l'arroganza, le pretese di visibilità partitiche, perché non c'è niente di più visibile da mettere al centro dei nostri interessi, l'intera comunità gravinese. Queste logiche sono lontane anni luce dal mio modo di intendere e di fare politica".
E per essere ancora più chiari, in coda un messaggio rivolto agli elettori: "Quando mi sono candidato l'unico "patto" che ho assunto in campagna elettorale è stato quello fatto nei confronti della città e della maggioranza che i cittadini hanno espresso. E' stato quello di impegnarmi ad agire nella più completa trasparenza, tralasciando gli interessi personali e le critiche pretestuose. E' stato quello di diffondere il principio secondo il quale chi intende fare politica lo deve fare in una logica di servizio verso la comunità e non per interessi personali o per occupare una poltrona".