Cronaca
Gravina, sequestrati dieci impianti fotovoltaici
Con l'accusa di truffa per ottenere gli incentivi. Sequestrati beni per 40 milioni in tutta Italia
Gravina - venerdì 11 settembre 2020
14.20
Dieci impianti fotovoltaici ubicati e in esercizio a Gravina sono stati sottoposti a sequestro preventivo impeditivo mentre beni e disponibilità fino alla concorrenza di 40 milioni di euro sono stati sequestrati a 37 indagati e 6 società in tutta Italia nell'operazione Prometeo della Guardia di Finanza.
Gli impianti sequestrati sono ubicati a ridosso del Sic "Bosco Difesa Grande".
Il provvedimento del tribunale di Bari, in un'indagine coordinata dalla Procura e durata circa tre anni, è stato eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Bari e del reparto operativo aeronavale per i reati di falso aggravato e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, vale a dire gli incentivi per lo sviluppo delle energie rinnovabili, in questo caso di tipo fotovoltaico.
Dagli accertamenti è emerso che tra il 2008 ed il 2011 importanti gruppi imprenditoriali del Nord e Centro Italia, supportati da imprenditori e da pubblici funzionari, hanno realizzato nel territorio barese tre parchi fotovoltaici, simulandone la frammentazione, grazie ad atti pubblici ideologicamente falsi, in dieci impianti fotovoltaici contigui, ciascuno della potenza nominale inferiore alla soglia di 1 Mw. In questo modo hanno potuto accedere al più agevole titolo autorizzativo della denuncia di inizio attività e hanno tratto in inganno il Gestore del servizio energetico inducendolo a corrispondere incentivi economici non spettanti, quantificati fino all'ottobre 2018 in circa 40 milioni di euro. Sono 37 le persone indagate (imprenditori, tecnici e funzionari pubblici) per i reati di falso aggravato e di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche mentre la responsabilità amministrativa derivante da reato è stata riscontrata per sei società che hanno illecitamente percepito gli incentivi economici, per aver omesso l'adozione di protocolli organizzativi idonei a prevenire il reato di truffa.
Gli impianti sequestrati hanno un valore di circa 50 milioni di euro e saranno affidati a due amministratori giudiziari già nominati dall'autorità giudiziaria. L'esecuzione del provvedimento cautelare ha interessato 17 centri del territorio nazionale, in cui hanno sede le società coinvolte o sono residenti gli indagati, nelle regioni Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria, Abruzzo. Sono stati impegnati 100 finanzieri.
Da ulteriori informazioni apprese, le ditte realizzatrici sono del Lazio e della Lombardia.
Gli impianti sequestrati sono ubicati a ridosso del Sic "Bosco Difesa Grande".
Il provvedimento del tribunale di Bari, in un'indagine coordinata dalla Procura e durata circa tre anni, è stato eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Bari e del reparto operativo aeronavale per i reati di falso aggravato e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, vale a dire gli incentivi per lo sviluppo delle energie rinnovabili, in questo caso di tipo fotovoltaico.
Dagli accertamenti è emerso che tra il 2008 ed il 2011 importanti gruppi imprenditoriali del Nord e Centro Italia, supportati da imprenditori e da pubblici funzionari, hanno realizzato nel territorio barese tre parchi fotovoltaici, simulandone la frammentazione, grazie ad atti pubblici ideologicamente falsi, in dieci impianti fotovoltaici contigui, ciascuno della potenza nominale inferiore alla soglia di 1 Mw. In questo modo hanno potuto accedere al più agevole titolo autorizzativo della denuncia di inizio attività e hanno tratto in inganno il Gestore del servizio energetico inducendolo a corrispondere incentivi economici non spettanti, quantificati fino all'ottobre 2018 in circa 40 milioni di euro. Sono 37 le persone indagate (imprenditori, tecnici e funzionari pubblici) per i reati di falso aggravato e di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche mentre la responsabilità amministrativa derivante da reato è stata riscontrata per sei società che hanno illecitamente percepito gli incentivi economici, per aver omesso l'adozione di protocolli organizzativi idonei a prevenire il reato di truffa.
Gli impianti sequestrati hanno un valore di circa 50 milioni di euro e saranno affidati a due amministratori giudiziari già nominati dall'autorità giudiziaria. L'esecuzione del provvedimento cautelare ha interessato 17 centri del territorio nazionale, in cui hanno sede le società coinvolte o sono residenti gli indagati, nelle regioni Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria, Abruzzo. Sono stati impegnati 100 finanzieri.
Da ulteriori informazioni apprese, le ditte realizzatrici sono del Lazio e della Lombardia.