Cronaca
Gravinalife non inventa favole!
Redazione rattristata dal commento del sig. Misotti alla notizia “Marijuana fai da te”. Gravinalife attende la versione dei fatti del sig. Misotti
Gravina - mercoledì 31 agosto 2011
12.39
Il giorno 22 agosto alle ore 10.14, dalla sala stampa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari, perveniva in redazione il seguente comunicato stampa: "Gravina in Puglia, coltivava marijuana sul terrazzo. In carcere un 33enne. Coltivava una pianta di marijuana sul terrazzo della sua abitazione e per questo è finita in manette. Si tratta del 33enne Pasquale Misotti, di Gravina in Puglia e già noto alle Forze dell'Ordine, arrestato sabato sera in quel centro dai Carabinieri della locale Stazione con l'accusa di produzione illecita di sostanze stupefacenti.I militari, durante uno specifico servizio, hanno proceduto alla perquisizione dell'abitazione dell'uomo, sita in via Aquila, sul cui terrazzo hanno rinvenuto una pianta di marijuana alta all'incirca 2,50 metri, ben curata e del peso di kg 2,2, sottoposta a sequestro unitamente a 10 grammi della stessa sostanza rinvenuti vicino la pianta e alcuni semi di "canapa indiana". Tratto in arresto, il 33enne è stato associato presso il carcere di Bari, su disposizione dalla locale Procura della Repubblica".
A seguito del su menzionato comunicato stampa, la redazione di Gravinalife in data 22 agosto ore 10.34, pubblicava il seguente articolo: "Marijuana fai da te. Arrestato trentenne gravinese. Con l'accusa di produzione illecita di stupefacenti. Con l'accusa di produzione illecita di sostanze stupefacenti, sabato sera, i Carabinieri di Gravina hanno tratto in arresto Pasquale Misotti, un trentenne già noto alle forze dell'ordine. Pare infatti che l'uomo si dilettasse a coltivare marijuana sul terrazzo della sua abitazione dove gli uomini dell'Arma hanno rivenuto una pianta di marijuana alta all'incirca 2,50 metri, ben curata e del peso di 2,2 kg, sottoposta a sequestro unitamente a 10 grammi della stessa sostanza e alcuni semi di canapa indiana. Tratto in arresto, l'uomo è stato condotto presso il carcere di Bari dove si trova tutt'ora".
Un articolo questo che suscitava l'"indignazione" immotivata, a nostro parere, del sig. Pasquale Misotti, il quale inviava la seguente nota, tutt'ora leggibile tra i commenti all'articolo in questione: "Buona sera a tutti sono Pasquale Misotti vittima di questo enorme errore non che calunnia giornalistica. Sono rattristato e rammaricato per il comportamento di questa testata mostratasi per l'ennesima volta di parte e faziosa. Ringrazio tutti per l'intervento che mi vede palesemente innocente inoltre tengo a precisare che il ritrovamento della sostanza già confezionata non corrisponde al vero perciò sappiate che ho intrapreso un' azione giudiziaria a riguardo nei vostri confronti . Grazie per l'attenzione e sappiate che da oggi avrete molti meno lettori di favole targate gravinalife".
Tralasciamo l'inappropriatezza dell'"accusa" rivolta dal sig. Misotti alla redazione di Gravinalife (la calunnia è il reato previsto dall'articolo 368 del codice penale, ai sensi del quale: "chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all'Autorità giudiziaria o ad un`altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni.").
Ad essere rammaricata e rattristata è semmai la redazione di Gravinalife, accusata ingiustamente di faziosità e quant'altro. Stupisce in ogni caso leggere il commento del sig. Misotti, in considerazione del fatto che il nostro articolo, ed è palesemente evidente, non ha nulla di favoloso ovvero di immaginario, anche perché trattasi della pura riproduzione, seppure parzialmente rivisitata, dell'articolo pervenuto dal Comando dei Carabinieri di Bari. La redazione di Gravinalife, in riferimento alle notizie di cronaca si rifà da sempre, a comunicati ufficiali che riceve di volta in volta dalle sale stampa delle forze armate intervenute nelle vicende, e nella più parte delle ipotesi, dal Comando dei Carabinieri di Bari. Se all'interno dei comunicati ufficiali, compaiono le generalità per esteso dei soggetti coinvolti, la redazione ne pubblica il nome; qualora risultano riportate esclusivamente le iniziali, la redazione di Gravinalife, con l'obiettivo di conformarsi alle scelte delle sale stampe delle forze armate, si limita ad indicare nell'articolo le sole iniziali. È bene precisare, d'altro canto, che le stesse sale stampa su menzionate non adottano criteri discrezionali nella scelta della pubblicazione del nome, ma rispettano il diritto all'informazione di tutti i cittadini, contemperandolo con la necessità di valutare, di volta in volta se sia opportuno rendere note le complete generalità di chi si trova interessato da un'indagine ancorchè in fase assolutamente iniziale.
Tutto questo per dire che se ci sono inesattezze nella descrizione della vicenda, le stesse compaiono prima di tutto nel comunicato a firma del Comando dei Carabinieri; è al massimo ai Carabinieri che il sig. Misotti deve rivolgersi per eventuali contestazioni. Solo nel caso in cui il Comando dei Carabinieri dovesse poi fare proprie le doglianze del sig. Misotti e rivedere il precedente comunicato stampa, Gravinalife si rende disponibile sin da ora a rettificare quanto scritto nell'articolo a firma della redazione.
A seguito del su menzionato comunicato stampa, la redazione di Gravinalife in data 22 agosto ore 10.34, pubblicava il seguente articolo: "Marijuana fai da te. Arrestato trentenne gravinese. Con l'accusa di produzione illecita di stupefacenti. Con l'accusa di produzione illecita di sostanze stupefacenti, sabato sera, i Carabinieri di Gravina hanno tratto in arresto Pasquale Misotti, un trentenne già noto alle forze dell'ordine. Pare infatti che l'uomo si dilettasse a coltivare marijuana sul terrazzo della sua abitazione dove gli uomini dell'Arma hanno rivenuto una pianta di marijuana alta all'incirca 2,50 metri, ben curata e del peso di 2,2 kg, sottoposta a sequestro unitamente a 10 grammi della stessa sostanza e alcuni semi di canapa indiana. Tratto in arresto, l'uomo è stato condotto presso il carcere di Bari dove si trova tutt'ora".
Un articolo questo che suscitava l'"indignazione" immotivata, a nostro parere, del sig. Pasquale Misotti, il quale inviava la seguente nota, tutt'ora leggibile tra i commenti all'articolo in questione: "Buona sera a tutti sono Pasquale Misotti vittima di questo enorme errore non che calunnia giornalistica. Sono rattristato e rammaricato per il comportamento di questa testata mostratasi per l'ennesima volta di parte e faziosa. Ringrazio tutti per l'intervento che mi vede palesemente innocente inoltre tengo a precisare che il ritrovamento della sostanza già confezionata non corrisponde al vero perciò sappiate che ho intrapreso un' azione giudiziaria a riguardo nei vostri confronti . Grazie per l'attenzione e sappiate che da oggi avrete molti meno lettori di favole targate gravinalife".
Tralasciamo l'inappropriatezza dell'"accusa" rivolta dal sig. Misotti alla redazione di Gravinalife (la calunnia è il reato previsto dall'articolo 368 del codice penale, ai sensi del quale: "chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all'Autorità giudiziaria o ad un`altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni.").
Ad essere rammaricata e rattristata è semmai la redazione di Gravinalife, accusata ingiustamente di faziosità e quant'altro. Stupisce in ogni caso leggere il commento del sig. Misotti, in considerazione del fatto che il nostro articolo, ed è palesemente evidente, non ha nulla di favoloso ovvero di immaginario, anche perché trattasi della pura riproduzione, seppure parzialmente rivisitata, dell'articolo pervenuto dal Comando dei Carabinieri di Bari. La redazione di Gravinalife, in riferimento alle notizie di cronaca si rifà da sempre, a comunicati ufficiali che riceve di volta in volta dalle sale stampa delle forze armate intervenute nelle vicende, e nella più parte delle ipotesi, dal Comando dei Carabinieri di Bari. Se all'interno dei comunicati ufficiali, compaiono le generalità per esteso dei soggetti coinvolti, la redazione ne pubblica il nome; qualora risultano riportate esclusivamente le iniziali, la redazione di Gravinalife, con l'obiettivo di conformarsi alle scelte delle sale stampe delle forze armate, si limita ad indicare nell'articolo le sole iniziali. È bene precisare, d'altro canto, che le stesse sale stampa su menzionate non adottano criteri discrezionali nella scelta della pubblicazione del nome, ma rispettano il diritto all'informazione di tutti i cittadini, contemperandolo con la necessità di valutare, di volta in volta se sia opportuno rendere note le complete generalità di chi si trova interessato da un'indagine ancorchè in fase assolutamente iniziale.
Tutto questo per dire che se ci sono inesattezze nella descrizione della vicenda, le stesse compaiono prima di tutto nel comunicato a firma del Comando dei Carabinieri; è al massimo ai Carabinieri che il sig. Misotti deve rivolgersi per eventuali contestazioni. Solo nel caso in cui il Comando dei Carabinieri dovesse poi fare proprie le doglianze del sig. Misotti e rivedere il precedente comunicato stampa, Gravinalife si rende disponibile sin da ora a rettificare quanto scritto nell'articolo a firma della redazione.