Politica
I cattolici scendono in campo e invocano rinnovamento
Nel mirino, “il vuoto dei partiti e il trasformismo imperante”
Gravina - venerdì 16 dicembre 2011
10.11
Se il centrodestra marca Divella non ha dato alla città le risposte attese, non lasciano ben sperare neppure le alleanze in costruzione. Così, ritrovata l'unità ed abbandonata la tradizionale prudenza di stile curiale, il mondo cattolico scende in campo. Disegnando prospettive e scenari che, pur in assenza di riferimenti specifici, tra le righe sembrano comunque mandare in archivio senza rimpianti l'ultima esperienza amministrativa, non risparmiando però critiche neanche a quel che l'attuale panorama politico gravinese offre.
Tutto in un articolato documento (che presto sarà oggetto di dibattito anche nel corso di manifestazioni pubbliche) presentato come "spunto per un confronto civile e democratico con l'intera realtà sociale locale". Tra i promotori dell'iniziativa, le sigle dell'associazionismo cattolico nostrano: Agesci, Azione cattolica, Comunione e Liberazione, Comunità di Gesù, Gioventù francescana, Pensare politicamente, Terz'ordine francescano, Ucid. Tutte insieme appassionatamente per rivendicare spazio e dignità per idee e valori oggi ai margini dell'agone politico. "Da quando è stata introdotta l'elezione diretta del sindaco – si rammenta – a Gravina ben quattro primi cittadini su cinque sono andati a casa anzitempo e gli ultimi due sono stati addirittura sfiduciati dinanzi ad un notaio. È il sintomo di un malessere civile che non solo stenta a guarire, ma che addirittura peggiora: la città versa in una situazione comatosa. L'economia è stagnante, il livello culturale si riduce sempre più. Intanto dilagano apatia e qualunquismo. Le strade e le piazze sono vuote. Di gente e di idee".
Tocca alla politica ed alla classe dirigente. Vecchie e (semi) nuove. Nel mirino, quell'antico fenomeno italico chiamato trasformismo: "La politica è sempre più lontana. Il vuoto dei partiti si fa ancora più evidente quando le casacche e le coalizioni si cambiano con una facilità inaudita". Cosa fare per invertire la rotta? Secondo la galassia cattolica, "due atteggiamenti alternativi sono possibili: subire questa realtà, lamentandosi senza mettersi in discussione, oppure chiedersi cosa ciascuno possa fare in quanto parte attiva della comunità". E che la partita stavolta non si giochi solo sulla definizione del sesso degli angeli, lo segnalano le proposte avanzate: "Agli attori della politica chiediamo di dare spazio a gente che possa amministrare con competenza e con amore. Di dar vita a coalizioni che possano governare il più a lungo possibile e siano in grado di dire con chiarezza già in campagna elettorale a quali emergenze daranno priorità nella loro azione amministrativa e, soprattutto, con quali risorse finanziarie. Di evitare la rissosità e l'ingovernabilità riducendo drasticamente il numero delle liste. Di mettere fine al fenomeno dei tanti, troppi, candidati fantasma che servono solo da riempilista, così da eleggere un Consiglio Comunale competente che persegua l'interesse generale".
L'isola che non c'è: i cattolici provano a cercarla. Non dovessero trovarla nel mare magnum degli schieramenti esistenti, faranno squadra per dar vita ad un nuovo soggetto politico che parli la lingua dei loro valori e ideali?
Tutto in un articolato documento (che presto sarà oggetto di dibattito anche nel corso di manifestazioni pubbliche) presentato come "spunto per un confronto civile e democratico con l'intera realtà sociale locale". Tra i promotori dell'iniziativa, le sigle dell'associazionismo cattolico nostrano: Agesci, Azione cattolica, Comunione e Liberazione, Comunità di Gesù, Gioventù francescana, Pensare politicamente, Terz'ordine francescano, Ucid. Tutte insieme appassionatamente per rivendicare spazio e dignità per idee e valori oggi ai margini dell'agone politico. "Da quando è stata introdotta l'elezione diretta del sindaco – si rammenta – a Gravina ben quattro primi cittadini su cinque sono andati a casa anzitempo e gli ultimi due sono stati addirittura sfiduciati dinanzi ad un notaio. È il sintomo di un malessere civile che non solo stenta a guarire, ma che addirittura peggiora: la città versa in una situazione comatosa. L'economia è stagnante, il livello culturale si riduce sempre più. Intanto dilagano apatia e qualunquismo. Le strade e le piazze sono vuote. Di gente e di idee".
Tocca alla politica ed alla classe dirigente. Vecchie e (semi) nuove. Nel mirino, quell'antico fenomeno italico chiamato trasformismo: "La politica è sempre più lontana. Il vuoto dei partiti si fa ancora più evidente quando le casacche e le coalizioni si cambiano con una facilità inaudita". Cosa fare per invertire la rotta? Secondo la galassia cattolica, "due atteggiamenti alternativi sono possibili: subire questa realtà, lamentandosi senza mettersi in discussione, oppure chiedersi cosa ciascuno possa fare in quanto parte attiva della comunità". E che la partita stavolta non si giochi solo sulla definizione del sesso degli angeli, lo segnalano le proposte avanzate: "Agli attori della politica chiediamo di dare spazio a gente che possa amministrare con competenza e con amore. Di dar vita a coalizioni che possano governare il più a lungo possibile e siano in grado di dire con chiarezza già in campagna elettorale a quali emergenze daranno priorità nella loro azione amministrativa e, soprattutto, con quali risorse finanziarie. Di evitare la rissosità e l'ingovernabilità riducendo drasticamente il numero delle liste. Di mettere fine al fenomeno dei tanti, troppi, candidati fantasma che servono solo da riempilista, così da eleggere un Consiglio Comunale competente che persegua l'interesse generale".
L'isola che non c'è: i cattolici provano a cercarla. Non dovessero trovarla nel mare magnum degli schieramenti esistenti, faranno squadra per dar vita ad un nuovo soggetto politico che parli la lingua dei loro valori e ideali?