La città
I disoccupati assediano Palazzo di città
Scoppia la protesta contro l'amministrazione comunale. Venerdì nuovo appuntamento con i sindacati.
Gravina - martedì 12 marzo 2013
00.05
"Le nostre mogli non ci vogliono più a casa".
Una trentina di uomini. Dai quaranta anni in su. Tutti senza lavoro e con la spada di Damocle dello sfratto sulla testa. Come relitti della società e delle rispettive famiglie, dalla mattina di lunedì hanno atteso nello spiazzale interno del Comune che si facesse sera. Parole velenose contro il sindaco Alesio Valente e contro Felice Lafabiana, assessore ai servizi sociali. "Anche con il sindaco Valente non è cambiato niente". Qualche stoccata anche agli immigrati: "Avete dato assistenza agli emigrati e avete abbandonato noi". Sono queste alcune delle frasi affidate ai cartelloni affissi ai cancelli del Municipio. Loro compatti erano pronti a trascorrere la nottata in Comune. Per cominciare oggi una nuova giornata di passione. Pur di non rientrare a casa e raccontare alle consorti il nulla di fatto.
Non c'è stato bisogno che intervenisse la Polizia, pure presente. A placare le proteste è stato il segretario della Cgil, Vincenzo Varrese, che insieme a Gino Lorusso, vicesindaco, e Felice Lafabiana ha provato ad aprire una parentesi di cauto ottimismo relativa ai prossimi mesi. Per rianimare l'asfittico mondo del lavoro. "Cgil, Cisl e Uil chiederanno domani mattina (oggi per chi legge, ndr) di convocare un consiglio comunale monotematico sull'emergenza lavoro. A breve potrebbe partire il servizio civico allargato, previsto per voi ed esteso anche alle donne. Non più contributi assistenziali, ma lavoretti retribuiti. E ancora, abbiamo previsto un altro incontro con l'ufficio tecnico per far uscire qualche progettino e dare una risposta immediata all'emergenza. Poi ci sono i 70.000 euro del parco dell'Alta Murgia. È un progetto che sarà fatto nel vivaio. E qui per esempio potrebbero lavorare 12 persone in un mese. E poi c'è qualche cantiere che sta per partire, la fiera, le buche da riparare», ha spiegato Varrese dopo un incontro con il sindaco nello stesso pomeriggio di ieri e senza nascondere la drammaticità della situazione. Promesse volte a fronteggiare l'emergenza e non a dare occupazione piena, ha aggiunto lo stesso Varrese, chiedendo ai manifestanti di rivedersi venerdì. Per avere ulteriori indicazioni.
"Io non posso stare mica sempre in Germania, mi devo ritirare. E qui andiamo avanti con i lavoretti", ha replicato un cinquantenne. Perché c'era crisi di credibilità nello spiazzale del comune. Eppure più o meno convinti quegli uomini ieri sera sono rientrati a casa. "Ma venerdì siamo pronti a scatenare l'inferno se le risposte saranno le solite", ha pronunciato a mezza bocca un manifestante. La crisi continua, la protesta pure.
Una trentina di uomini. Dai quaranta anni in su. Tutti senza lavoro e con la spada di Damocle dello sfratto sulla testa. Come relitti della società e delle rispettive famiglie, dalla mattina di lunedì hanno atteso nello spiazzale interno del Comune che si facesse sera. Parole velenose contro il sindaco Alesio Valente e contro Felice Lafabiana, assessore ai servizi sociali. "Anche con il sindaco Valente non è cambiato niente". Qualche stoccata anche agli immigrati: "Avete dato assistenza agli emigrati e avete abbandonato noi". Sono queste alcune delle frasi affidate ai cartelloni affissi ai cancelli del Municipio. Loro compatti erano pronti a trascorrere la nottata in Comune. Per cominciare oggi una nuova giornata di passione. Pur di non rientrare a casa e raccontare alle consorti il nulla di fatto.
Non c'è stato bisogno che intervenisse la Polizia, pure presente. A placare le proteste è stato il segretario della Cgil, Vincenzo Varrese, che insieme a Gino Lorusso, vicesindaco, e Felice Lafabiana ha provato ad aprire una parentesi di cauto ottimismo relativa ai prossimi mesi. Per rianimare l'asfittico mondo del lavoro. "Cgil, Cisl e Uil chiederanno domani mattina (oggi per chi legge, ndr) di convocare un consiglio comunale monotematico sull'emergenza lavoro. A breve potrebbe partire il servizio civico allargato, previsto per voi ed esteso anche alle donne. Non più contributi assistenziali, ma lavoretti retribuiti. E ancora, abbiamo previsto un altro incontro con l'ufficio tecnico per far uscire qualche progettino e dare una risposta immediata all'emergenza. Poi ci sono i 70.000 euro del parco dell'Alta Murgia. È un progetto che sarà fatto nel vivaio. E qui per esempio potrebbero lavorare 12 persone in un mese. E poi c'è qualche cantiere che sta per partire, la fiera, le buche da riparare», ha spiegato Varrese dopo un incontro con il sindaco nello stesso pomeriggio di ieri e senza nascondere la drammaticità della situazione. Promesse volte a fronteggiare l'emergenza e non a dare occupazione piena, ha aggiunto lo stesso Varrese, chiedendo ai manifestanti di rivedersi venerdì. Per avere ulteriori indicazioni.
"Io non posso stare mica sempre in Germania, mi devo ritirare. E qui andiamo avanti con i lavoretti", ha replicato un cinquantenne. Perché c'era crisi di credibilità nello spiazzale del comune. Eppure più o meno convinti quegli uomini ieri sera sono rientrati a casa. "Ma venerdì siamo pronti a scatenare l'inferno se le risposte saranno le solite", ha pronunciato a mezza bocca un manifestante. La crisi continua, la protesta pure.