Politica
I furbetti della retromarcia
Bilancio: il Pdl rivendica la paternità del rinvio. E attacca Udc e presidente del consiglio.
Gravina - lunedì 5 agosto 2013
15.55
"Le brutte figure non finiscono mai".
Tornano all'attacco gli uomini del Pdl gravinese, dopo la retromarcia sul bilancio di previsione e il rinvio del consiglio comunale, per denunciare che "se il bilancio già approvato dalla Giunta, dovesse essere ritirato o integrato, l'amministrazione Valente potrà vantarsi dell'ennesimo record negativo: per la prima volta un bilancio già depositato viene smontato da un partito di opposizione senza rappresentanza consiliare". Retromarcia, quella dell'amministrazione Valente, resasi necessaria, dopo il niet da parte del collegio dei revisori con annesso invito a rifare i conti e rivedere i debiti maturati nei confronti di Enel e Acquedotto pugliese: circa mezzo milione di euro reclamato dall'acquedotto per lavori eseguiti in diverse annate, ma disconosciuti dall'ente, a cui si aggiungono altri 200.000 euro per forniture di servizi, per lo più ancora Acquedotto ed Enel, relative ad un ampio periodo temporale che partirebbe dal 2005 ma abbraccerebbe anche il 2012 ed il 2013.
"Con il rinvio del Consiglio Comunale per l'approvazione del bilancio a causa di macroscopici errori di contabilità delle spese o di furberie per nascondere cifre che non farebbero quadrare i conti di un bilancio fasullo, l'amministrazione Valente dimostra, qualora c'è ne fosse ancora bisogno, tutta la sua insipienza e inettitudine", attaccano i pidiellini, che rivendicano la paternità del caso specificando che le "anomalie evidenziate dai revisori dei conti, dopo una prima approvazione del bilancio, sono maturate a seguito di una nostra puntuale segnalazione che ha smascherato il trucchetto e costretto i furbetti alla retromarcia".
Ma nel mirino di Leo Vicino e Michele Lorusso, firmatari del documento, c'è posto anche per una frecciatina squisitamente politica, rivolta ai "Democratici e riformisti" e, soprattutto, agli ex amici di coalizione all'epoca dell'amministrazione Divella, l'Udc, ai quali chiedono se non sia "opportuno ritornare sui propri passi e porre fine a questa esperienza ingloriosa o se preferiscono vivacchiare pur di non mollare lo scranno a scapito della comunità, se è vero ciò che le cronache raccontano che non sono stati neanche interpellati per la formazione del bilancio fatto in totale autonomia dal Sindaco con il risultato di essere povero di visione, programmazione e totalmente privo di prospettiva per lo sviluppo della città, ma anche opaco e truffaldino. Infine - continuano i due ex consiglieri - vorremmo conoscere la posizione del presidente del consiglio comunale, Giacinto Lupoli", per sapere "se prima di convocare un seduta del consiglio comunale gli mostrino i documenti reali" e per capire "se egli sia un attore protagonista di questa vicenda, un ignaro spettatore o peggio ancora una figura che il sindaco reputa superflua".
Tornano all'attacco gli uomini del Pdl gravinese, dopo la retromarcia sul bilancio di previsione e il rinvio del consiglio comunale, per denunciare che "se il bilancio già approvato dalla Giunta, dovesse essere ritirato o integrato, l'amministrazione Valente potrà vantarsi dell'ennesimo record negativo: per la prima volta un bilancio già depositato viene smontato da un partito di opposizione senza rappresentanza consiliare". Retromarcia, quella dell'amministrazione Valente, resasi necessaria, dopo il niet da parte del collegio dei revisori con annesso invito a rifare i conti e rivedere i debiti maturati nei confronti di Enel e Acquedotto pugliese: circa mezzo milione di euro reclamato dall'acquedotto per lavori eseguiti in diverse annate, ma disconosciuti dall'ente, a cui si aggiungono altri 200.000 euro per forniture di servizi, per lo più ancora Acquedotto ed Enel, relative ad un ampio periodo temporale che partirebbe dal 2005 ma abbraccerebbe anche il 2012 ed il 2013.
"Con il rinvio del Consiglio Comunale per l'approvazione del bilancio a causa di macroscopici errori di contabilità delle spese o di furberie per nascondere cifre che non farebbero quadrare i conti di un bilancio fasullo, l'amministrazione Valente dimostra, qualora c'è ne fosse ancora bisogno, tutta la sua insipienza e inettitudine", attaccano i pidiellini, che rivendicano la paternità del caso specificando che le "anomalie evidenziate dai revisori dei conti, dopo una prima approvazione del bilancio, sono maturate a seguito di una nostra puntuale segnalazione che ha smascherato il trucchetto e costretto i furbetti alla retromarcia".
Ma nel mirino di Leo Vicino e Michele Lorusso, firmatari del documento, c'è posto anche per una frecciatina squisitamente politica, rivolta ai "Democratici e riformisti" e, soprattutto, agli ex amici di coalizione all'epoca dell'amministrazione Divella, l'Udc, ai quali chiedono se non sia "opportuno ritornare sui propri passi e porre fine a questa esperienza ingloriosa o se preferiscono vivacchiare pur di non mollare lo scranno a scapito della comunità, se è vero ciò che le cronache raccontano che non sono stati neanche interpellati per la formazione del bilancio fatto in totale autonomia dal Sindaco con il risultato di essere povero di visione, programmazione e totalmente privo di prospettiva per lo sviluppo della città, ma anche opaco e truffaldino. Infine - continuano i due ex consiglieri - vorremmo conoscere la posizione del presidente del consiglio comunale, Giacinto Lupoli", per sapere "se prima di convocare un seduta del consiglio comunale gli mostrino i documenti reali" e per capire "se egli sia un attore protagonista di questa vicenda, un ignaro spettatore o peggio ancora una figura che il sindaco reputa superflua".