Cronaca
I vandali colpiscono ancora: devastata un'altra scuola
Nel mirino l'asilo di via Dante. Vedi le foto dell'incursione.
Gravina - mercoledì 28 agosto 2013
00.20
I cancelli delle scuole si apriranno il prossimo 12 settembre, ma per qualcuno le porte della scuola primaria Gianni Rodari, meglio conosciuta come l'asilo di via Dante, si sono aperte con qualche giorno di anticipo.
Non per una lezione e neppure per una visita di cortesia, visto che la scuola era completamente deserta, ma semplicemente per dare libero sfogo alla propria pazzia. Dopo la scuola "Michele Soranno", assaltata a ridosso delle festività di ferragosto, lo spettacolo si è ripetuto alla primaria di via Dante, chiusa a fine luglio e riaperta solo lunedì quando dinanzi agli occhi degli operatori scolastici si è presentato un increscioso spettacolo. Questa volta nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Di un pomeriggio di follia, "ma forse più di uno", azzarda qualcuno, restano solo i danni: vetri rotti, estintori svuotati sul pavimento, armadietti divelti, fotocopiatore ridotto in mille pezzi e i lavori dei bambini calpestati sotto i piedi, come la più inutile delle spazzature.
Secondo una prima ricostruzione, i giovanotti alla ricerca di emozioni forti si sarebbero intrufolati nell'istituto da una porta secondaria, "la stessa che hanno aperto a fine luglio quando sono entrati la prima volta", racconta chi quella scuola la conosce bene. Un episodio che ha messo in allerta bidelli, docenti e dirigenza scolastica,i costretti a spostare "le poche cose di valore in uno scantinato chiuso a chiave" prima di segnalare tutto alle autorità competenti.
Intanto l'estate è entrata nel vivo e le ferie pure, così l'asilo di via Dante è rimasto per un mese alla mercé dei vandali "forse sempre gli stessi, oramai hanno imparato a scavalcare i muri per entrare". E mentre la Polizia indaga sull'ennesimo episodio ai danni di una scuola, comincia la conta dei danni "che probabilmente ammonteranno a qualche centinaia di euro, ma resta la paura mista a sconforto e rassegnazione". Anche perché, ed il timore trapela da ambienti investigativi, c'è come la sensazione che in città la devastazione di cose e beni pubblici sia avvertita da parte sia pur minoritaria degli adolescenti come un'emozione forte, da vivere a tutti i costi, sfidando anche il pericolo d'essere presi dalle forze dell'ordine, come già accaduto ad una decina di adolescenti da giugno ad oggi.
Il dubbio: ma in che paese viviamo?
Non per una lezione e neppure per una visita di cortesia, visto che la scuola era completamente deserta, ma semplicemente per dare libero sfogo alla propria pazzia. Dopo la scuola "Michele Soranno", assaltata a ridosso delle festività di ferragosto, lo spettacolo si è ripetuto alla primaria di via Dante, chiusa a fine luglio e riaperta solo lunedì quando dinanzi agli occhi degli operatori scolastici si è presentato un increscioso spettacolo. Questa volta nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Di un pomeriggio di follia, "ma forse più di uno", azzarda qualcuno, restano solo i danni: vetri rotti, estintori svuotati sul pavimento, armadietti divelti, fotocopiatore ridotto in mille pezzi e i lavori dei bambini calpestati sotto i piedi, come la più inutile delle spazzature.
Secondo una prima ricostruzione, i giovanotti alla ricerca di emozioni forti si sarebbero intrufolati nell'istituto da una porta secondaria, "la stessa che hanno aperto a fine luglio quando sono entrati la prima volta", racconta chi quella scuola la conosce bene. Un episodio che ha messo in allerta bidelli, docenti e dirigenza scolastica,i costretti a spostare "le poche cose di valore in uno scantinato chiuso a chiave" prima di segnalare tutto alle autorità competenti.
Intanto l'estate è entrata nel vivo e le ferie pure, così l'asilo di via Dante è rimasto per un mese alla mercé dei vandali "forse sempre gli stessi, oramai hanno imparato a scavalcare i muri per entrare". E mentre la Polizia indaga sull'ennesimo episodio ai danni di una scuola, comincia la conta dei danni "che probabilmente ammonteranno a qualche centinaia di euro, ma resta la paura mista a sconforto e rassegnazione". Anche perché, ed il timore trapela da ambienti investigativi, c'è come la sensazione che in città la devastazione di cose e beni pubblici sia avvertita da parte sia pur minoritaria degli adolescenti come un'emozione forte, da vivere a tutti i costi, sfidando anche il pericolo d'essere presi dalle forze dell'ordine, come già accaduto ad una decina di adolescenti da giugno ad oggi.
Il dubbio: ma in che paese viviamo?