
La città
Il 6 aprile del 2013 si spegneva Don Angelo Casino
Ricordi e riflessioni sullo storico parroco della Madonna delle Grazie a cura di Michele Gismundo e Michele Laddaga
Gravina - domenica 6 aprile 2025
10.15
Pensieri, riflessioni, ricordi dedicati al compianto Don Angelo Casino nel giorno in cui si commemora la sua dipartita al cielo. Michele Laddaga e Michele Gismundo, due fedelissimi dello storico parroco del Santuario della Madonna delle Grazie hanno voluto ricordato attraverso due brevi scritti il sacerdote, l'uomo di cultura, l'amico.
12 ANNI TRASCORSI SENZA DON ANGELO CASINO
I ricordi sono i mattoni che realizzano la nostra vita. Ci riavvicinano al nostro passato. Rappresentano, a volte, una voce, un suono, una frase, un momento particolare dalla nostra esperienza umana. I ricordi sono le nostre radici.
Carissimo Reverendo don Angelo Casino,
hai promosso e realizzato in 51 anni di parroco della Chiesa Santuario Madonna delle Grazie centinaia di manifestazioni religiose e di animazione culturale, per incoraggiare il prossimo nel viaggio della vita. La Tua città, Gravina, non dimentica gli eventi caratterizzanti la Tua esistenza in vita: le edizioni del presepe vivente sul costone della "gravina"; le edizioni della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo; le sfilate dei carri allegorici per il carnevale dei ragazzi; le edizioni dei concorsi natalizi per gli alunni delle scuole; i tornei di calcio nel campo dell'Aquila. Sei stato il cantore della Fiera di Gravina. Hai scritto e pubblicato oltre 40 libri.
Avevi chiesto di continuare a fare il parroco dopo i tuoi settantacinque anni di età. Ma la richiesta rimase inascoltata. Con obbedienza e fedeltà alla Chiesa sei rimasto lì - nel Circolo culturale L'Aquila, che avevi costituito mezzo secolo prima e nella tua casa natia - a continuare il ruolo di Padre, con amarezza, forse, ma con estremo coraggio nell'entusiasmare gli altri, in particolare i soci del tuo Circolo. Hai continuato a pubblicare la rivista periodica di vita cittadina "l'Aquila", ad organizzare convegni, a pubblicare libri, ad intrattenere rapporti interpersonali dando e ricevendo dignità. Hai continuato nella ricerca storica della tua amata città di Gravina.
Carissimo don Angelo,
ci hai sempre stimolati ad evitare il lamento sterile e distruttivo, ma tanto incoraggiati all'azione corresponsabile in prima persona. Ci hai educati ad evitare l'interesse privato e individuale, ma a coltivare ed attuare l'interesse comune.
Tu, ora nel regno dell'eterno prega per noi, continui a pregare per la Chiesa, per la nostra Chiesa gravinese, per la nostra Comunità, per le nostre istituzioni. Tu sei stato - come auspica Papa Francesco - un pastore con l'odore delle pecore addosso. Sei stato un vero maestro di vita. Dicevi spesso "Mi raccomando Gravina, Coraggio! Ce la facciamo! Gravina sempre sulla tua bocca e nel tuo cuore. Ci hai insegnato che il tempo è galantuomo.
Don Angelo è stato un Grande Parroco e un Grande uomo di cultura. Certo, sul concetto di don Angelo "uomo di cultura" che dobbiamo riflettere - non sicuramente in queste pagini online - ma dobbiamo riflettere. Abbiamo doveri di farlo, come comunità tutta: per conoscere la sua personalità, per comprendere il suo originale agire, di uomo e di sacerdote impegnato per la costruzione sociale e spirituale della sua e nostra terra, Gravina.
Don Angelo infatti voleva contribuire - insieme alle tante agenzie educative presenti sul territorio - alla costruzione di una personalità collettiva dei propri concittadini, imperniata sui valori, sulle azioni di vita quotidiana, sui modi di pensare e comunicare.
Cos'altro è la cultura se non la personalità di una società. E don Angelo Casino si è speso - come uomo di cultura - per la crescita sociale, spirituale e morale della sua amata Gravina.
Ancora Grazie don Angelo.
Michele Gismundo
IL SANGUE NON DIVENTA MAI ACQUA
È una delle tante frasi che faceva parte del corredo linguistico del compianto don Angelo Casino. In un turbinio di eventi indecifrabili, in un mondo in cui l'autoesaltazione che, a volte, rasenta la pazzia, la fa da padrona, dove si fanno spazio la liquidita e la fluidità, termini che tendono ad annientare la storia e gli umani sentimenti, la logicità e il comune senso del dovere, il ricordo di figure che hanno scandito la storia di una città e dei concittadini che hanno avuto la fortuna di condividerne l'attualità, assume un'importanza quasi vitale. La storia, suole dirsi, è maestra di vita ma assume le sembianze di un filo che tende a legare passato e presente, per proiettarsi nel futuro.
Sono gli uomini e gli eventi, naturali, normali e tragici, gli artefici della storia che si trasforma e si ritraccia rispetto alla realtà preesistente e al pregresso storico. Il 6 aprile 2013 don Angelo Casino saliva al cielo, dopo un periodo di sofferenza. Per chi, come me, è vissuto, orgogliosamente, al suo fianco, riconoscendone la statura morale e culturale, diventa impossibile dimenticare. Dagli anni Cinquanta, fino alla soglia del terzo millennio, la vita sociale della nostra città è stata costellata da figure stagliatesi al di sopra della media che meriterebbero, oltre alla doverosa gratitudine, il dovuto riconoscimento. Tante le figure sacerdotali meritevoli di attenzione, per la loro fattività e il loro acume. Ai grandi don Eustachio Montemurro e don Saverio Valerio è bello accostare: don Michele Colangelo, don Minguccio Farella, don Carlo Caputo, don Michele Paternoster e altri, degni di nota, che adesso sfuggono alla mente; grandi educatori che hanno forgiato migliaia di giovani, riappacificato famiglie, mentre diffondevano gesti di bontà e buoni consigli.
Don Angelo, accomunato a questi, ha mostrato un intuito particolare. Siamo alla vigilia della Pasqua e riportare alla mente la PASSIO CHRISTI come le tante iniziative, tuttora in vigore, vedi la stessa Passio, sono venute fuori dalla sua inventiva e dalla fattiva collaborazione di chi le condivideva: Presepio vivente, Sfilata dei carri allegorici per carnevale, associazioni culturali, settimanali parrocchiali (vedi L'Aquila), asili parrocchiali privati, colonie estive per bambini e giovani, le tante iniziative culturali, la sua passione per la storia locale; un fermento continuo di idee e progettualità. Il sottoscritto, come i tanti cari amici che hanno condiviso con gioia e spensieratezza, quei momenti, non vogliono ricordarlo soltanto per tutto ciò, ma soprattutto, per un tratto essenziale della sua persona che gli consentiva di plasmare coloro che condividevano, con gioia, il suo essere sacerdote, il suo instancabile insegnamento, la sua pervicacia e testardaggine che, a volte, lo rendevano antipatico e scostante, quando invece era frutto del suo eccessivo accanimento; ma il fascino e il carisma che emanava ti costringevano a volergli più bene di prima.
Grazie don Angelo a nome dei tantissimi che ancora, oggi, nostalgicamente, si rivedono nella tua sensibilità nel tuo quasi disprezzo verso il dio denaro e l'arricchimento che non ti ha mai contagiato. Ma ben altra è la tua eredità: la fede in Dio e il tuo essere prete alla faccia della fluidità che caratterizza l'attuale società. Il 17 luglio 1955 fosti ordinato sacerdote e il 7 ottobre 1955 il compianto vescovo Aldo Forzoni ti nominava parroco della tua amatissima Madonna delle Grazia. Gli amici a te più cari sperano di poter coronare un sogno nascosto; ce la faremo, siamo certi. Per adesso ti accompagnino le nostre, presumo numerosissime, preghiere.
Con l'affetto di sempre
Michele Laddaga
12 ANNI TRASCORSI SENZA DON ANGELO CASINO
I ricordi sono i mattoni che realizzano la nostra vita. Ci riavvicinano al nostro passato. Rappresentano, a volte, una voce, un suono, una frase, un momento particolare dalla nostra esperienza umana. I ricordi sono le nostre radici.
Carissimo Reverendo don Angelo Casino,
hai promosso e realizzato in 51 anni di parroco della Chiesa Santuario Madonna delle Grazie centinaia di manifestazioni religiose e di animazione culturale, per incoraggiare il prossimo nel viaggio della vita. La Tua città, Gravina, non dimentica gli eventi caratterizzanti la Tua esistenza in vita: le edizioni del presepe vivente sul costone della "gravina"; le edizioni della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo; le sfilate dei carri allegorici per il carnevale dei ragazzi; le edizioni dei concorsi natalizi per gli alunni delle scuole; i tornei di calcio nel campo dell'Aquila. Sei stato il cantore della Fiera di Gravina. Hai scritto e pubblicato oltre 40 libri.
Avevi chiesto di continuare a fare il parroco dopo i tuoi settantacinque anni di età. Ma la richiesta rimase inascoltata. Con obbedienza e fedeltà alla Chiesa sei rimasto lì - nel Circolo culturale L'Aquila, che avevi costituito mezzo secolo prima e nella tua casa natia - a continuare il ruolo di Padre, con amarezza, forse, ma con estremo coraggio nell'entusiasmare gli altri, in particolare i soci del tuo Circolo. Hai continuato a pubblicare la rivista periodica di vita cittadina "l'Aquila", ad organizzare convegni, a pubblicare libri, ad intrattenere rapporti interpersonali dando e ricevendo dignità. Hai continuato nella ricerca storica della tua amata città di Gravina.
Carissimo don Angelo,
ci hai sempre stimolati ad evitare il lamento sterile e distruttivo, ma tanto incoraggiati all'azione corresponsabile in prima persona. Ci hai educati ad evitare l'interesse privato e individuale, ma a coltivare ed attuare l'interesse comune.
Tu, ora nel regno dell'eterno prega per noi, continui a pregare per la Chiesa, per la nostra Chiesa gravinese, per la nostra Comunità, per le nostre istituzioni. Tu sei stato - come auspica Papa Francesco - un pastore con l'odore delle pecore addosso. Sei stato un vero maestro di vita. Dicevi spesso "Mi raccomando Gravina, Coraggio! Ce la facciamo! Gravina sempre sulla tua bocca e nel tuo cuore. Ci hai insegnato che il tempo è galantuomo.
Don Angelo è stato un Grande Parroco e un Grande uomo di cultura. Certo, sul concetto di don Angelo "uomo di cultura" che dobbiamo riflettere - non sicuramente in queste pagini online - ma dobbiamo riflettere. Abbiamo doveri di farlo, come comunità tutta: per conoscere la sua personalità, per comprendere il suo originale agire, di uomo e di sacerdote impegnato per la costruzione sociale e spirituale della sua e nostra terra, Gravina.
Don Angelo infatti voleva contribuire - insieme alle tante agenzie educative presenti sul territorio - alla costruzione di una personalità collettiva dei propri concittadini, imperniata sui valori, sulle azioni di vita quotidiana, sui modi di pensare e comunicare.
Cos'altro è la cultura se non la personalità di una società. E don Angelo Casino si è speso - come uomo di cultura - per la crescita sociale, spirituale e morale della sua amata Gravina.
Ancora Grazie don Angelo.
Michele Gismundo
IL SANGUE NON DIVENTA MAI ACQUA
È una delle tante frasi che faceva parte del corredo linguistico del compianto don Angelo Casino. In un turbinio di eventi indecifrabili, in un mondo in cui l'autoesaltazione che, a volte, rasenta la pazzia, la fa da padrona, dove si fanno spazio la liquidita e la fluidità, termini che tendono ad annientare la storia e gli umani sentimenti, la logicità e il comune senso del dovere, il ricordo di figure che hanno scandito la storia di una città e dei concittadini che hanno avuto la fortuna di condividerne l'attualità, assume un'importanza quasi vitale. La storia, suole dirsi, è maestra di vita ma assume le sembianze di un filo che tende a legare passato e presente, per proiettarsi nel futuro.
Sono gli uomini e gli eventi, naturali, normali e tragici, gli artefici della storia che si trasforma e si ritraccia rispetto alla realtà preesistente e al pregresso storico. Il 6 aprile 2013 don Angelo Casino saliva al cielo, dopo un periodo di sofferenza. Per chi, come me, è vissuto, orgogliosamente, al suo fianco, riconoscendone la statura morale e culturale, diventa impossibile dimenticare. Dagli anni Cinquanta, fino alla soglia del terzo millennio, la vita sociale della nostra città è stata costellata da figure stagliatesi al di sopra della media che meriterebbero, oltre alla doverosa gratitudine, il dovuto riconoscimento. Tante le figure sacerdotali meritevoli di attenzione, per la loro fattività e il loro acume. Ai grandi don Eustachio Montemurro e don Saverio Valerio è bello accostare: don Michele Colangelo, don Minguccio Farella, don Carlo Caputo, don Michele Paternoster e altri, degni di nota, che adesso sfuggono alla mente; grandi educatori che hanno forgiato migliaia di giovani, riappacificato famiglie, mentre diffondevano gesti di bontà e buoni consigli.
Don Angelo, accomunato a questi, ha mostrato un intuito particolare. Siamo alla vigilia della Pasqua e riportare alla mente la PASSIO CHRISTI come le tante iniziative, tuttora in vigore, vedi la stessa Passio, sono venute fuori dalla sua inventiva e dalla fattiva collaborazione di chi le condivideva: Presepio vivente, Sfilata dei carri allegorici per carnevale, associazioni culturali, settimanali parrocchiali (vedi L'Aquila), asili parrocchiali privati, colonie estive per bambini e giovani, le tante iniziative culturali, la sua passione per la storia locale; un fermento continuo di idee e progettualità. Il sottoscritto, come i tanti cari amici che hanno condiviso con gioia e spensieratezza, quei momenti, non vogliono ricordarlo soltanto per tutto ciò, ma soprattutto, per un tratto essenziale della sua persona che gli consentiva di plasmare coloro che condividevano, con gioia, il suo essere sacerdote, il suo instancabile insegnamento, la sua pervicacia e testardaggine che, a volte, lo rendevano antipatico e scostante, quando invece era frutto del suo eccessivo accanimento; ma il fascino e il carisma che emanava ti costringevano a volergli più bene di prima.
Grazie don Angelo a nome dei tantissimi che ancora, oggi, nostalgicamente, si rivedono nella tua sensibilità nel tuo quasi disprezzo verso il dio denaro e l'arricchimento che non ti ha mai contagiato. Ma ben altra è la tua eredità: la fede in Dio e il tuo essere prete alla faccia della fluidità che caratterizza l'attuale società. Il 17 luglio 1955 fosti ordinato sacerdote e il 7 ottobre 1955 il compianto vescovo Aldo Forzoni ti nominava parroco della tua amatissima Madonna delle Grazia. Gli amici a te più cari sperano di poter coronare un sogno nascosto; ce la faremo, siamo certi. Per adesso ti accompagnino le nostre, presumo numerosissime, preghiere.
Con l'affetto di sempre
Michele Laddaga