michele capone
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La città

Il calcio nel pallone: la Confcommercio difende Dibenedetto

Michele Capone al fianco del presidente della As Gravina. Ma lo sport resta cenerentola: da sei mesi non c'è nemmeno l'assessore.

"Denigrare in anonimato l'operato di un presidente che nel bene e nel male riesce a guadagnarsi la fiducia di decine di imprenditori pronti a finanziarlo non giova a nessuno, anzi allontana gli sponsor dallo sport. Senza i soldi dei privati non si può fare sport e le stesse strutture, se non finanziate dal mondo imprenditoriale attraverso progetti di project financing, difficilmente sarebbero realizzate dall'amministrazione".

All'indomani delle polemiche scatenatesi sulle dichiarazioni e sul ruolo di Giovanni Dibenedetto, presidente della As Gravina, formazione calcistica di Prima categoria, scende in campo anche la Confcommercio. Che col suo delegato cittadino Michele Capone (nella foto, ndr) non esita a difendere a spada tratta l'operato di Dibenedetto, attaccando senza mezzi termini quei rappresentanti delle scuole calcio gravinesi rei di infangare l'immagine del presidente "con commenti denigratori e senza metterci la faccia. Conosco dirigenti di scuole calcio che si vantano di avere centinaia di iscritti che sborsano annualmente circa cento euro cadauno. Questo vuol dire che in 9 mesi di attività, oltre alle sponsorizzazioni, una scuola calcio incassa decine di migliaia di euro. A mio modo di vedere esse dovrebbero contribuire a finanziare la prima squadra", dice Capone, aggiungendo: "A che cosa serve avviare i bambini allo sport se poi da ragazzi saranno costretti a smettere o forse a giocare in un comune vicino?".

Il modello da seguire, secondo il leader di Confcommercio, sarebbe invece quello di Sassuolo, cittadina balzata agli onori della cronaca grazie alla promozione in serie A della locale squadra di calcio. "Provate a chiedervi quanti milioni di persone domenica scorsa hanno conosciuto Sassuolo, una cittadina con una dinamicità imprenditoriale paurosa e che con soli 41.000 abitanti e' riuscita a portare in serie A una squadra di calcio. Io credo che le imprese del distretto della ceramica di Sassuolo, prime vincitrici di questa battaglia, continueranno ad intervenire massicciamente per il sostegno della squadra, per dare alla cittadina uno stadio da serie A, un campionato dignitoso ed in cambio riceveranno un ritorno pubblicitario per il loro distretto industriale non indifferente. Tutto questo è stato costruito grazie alla collaborazione. A Gravina stiamo sprofondando in una situazione diametralmente opposta a quella di Sassuolo".

E su questo non ci piove: come pretendere di risollevare le sorti cittadine attraverso lo sport se da sei mesi non esiste più nemmeno l'assessore allo sport? Se a queste latitudini l'intervento del mister Mapei di turno (società proprietaria del Sassuolo calcio, ndr) rappresenta una chimera, concedersi un assessore alle politiche sportive sarebbe un buon inizio. Quasi un lusso.
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