La città
Il Comitato no scorie scende in piazza
Manifestazione del comitato di consultazione popolare contro il deposito nucleare
Gravina - sabato 5 giugno 2021
11.02
La partita non è ancora chiusa. Peppino Deleonardis è stato chiaro nel suo intervento di introduzione alla manifestazione del comitato di consultazione popolare contro il deposito di scorie radioattive. I sostenitori del sodalizio spontaneo popolare, che annovera all'incirca una quarantina tra associazioni ambientaliste e culturali, sigle sindacali, organizzazioni datoriali e associazioni di categoria, sono scesi in piazza della Repubblica per informare e coinvolgere la popolazione gravinese. "Abbiamo voluto fare questo incontro perché siamo alla vigilia della conclusione di questa prima parte dell'iter procedurale" - ha spiegato Deleonardis, che per sommi capi ha fatto una ricostruzione delle vicende e delle attività finora messe in campo dal comitato, con una conclusione inequivocabile. "Non si può pensare che lo sviluppo delle aree interne passi dal nucleare, per questo siamo qui stasera. Il nostro obiettivo è di vedere i cittadini protagonisti del proprio destino" - ha concluso il sindacalista.
Un discorso condiviso dai presenti, compreso i due rappresentanti dell'associazione Punto GG, Carlo Loiudice e Onofrio Petrara, che hanno illustrato le osservazioni proposte alla regione. "Siamo tutti figli di questa terra che oggi con fermezza e decisione difendiamo- ha dichiarato Petrara. Così come Giuseppe Lapolla che, nel ribadire le finalità dell'incontro ("Siamo qui per dare una informazione seria e precisa ai cittadini"), si è addentrato nel merito di alcune considerazioni che sono state sottoposte all'attenzione della Regione Puglia, da integrare al dossier prodotto dall'organo regionale.
Osservazioni in merito al rischio geomorfologico e idraulico dell'area in località Zingariello; l'accento su una agricoltura di qualità, votata alla produzione di grano e vino; oltre alla valenza storica dei luoghi e l'importanza delle aree attigue.
Concetto quest'ultimo ripreso dal Presidente del Parco Nazionale dell'Alta Murgia Francesco Tarantini, che ha rimarcato l'impegno dell'ente sulla vicenda e il lavoro svolto per la valorizzazione delle zone attigue a quelle perimetrate nell'area protetta. "Il parco ha creato un gruppo di lavoro e ha prodotto delle osservazioni" - ha sottolineato Tarantino, invitando la popolazione a non ricordarsi delle bellezze del proprio territorio solo quando questo è sotto attacco. Tarantini ha anche fatto un excursus sulle attività messe in piedi dall'ente di gestione dell'area protetta per valorizzare il parco e le zone limitrofe ad esso. E proprio il regolamento delle aree attigue potrebbe essere una delle armi da mettere in campo per frenare l'avanzare dell'ipotesi del collocamento dei rifiuti radioattivi a Gravina, perché- ha concluso il Presidente dell'ente- "il Parco è incompatibile con l'ipotesi del deposito di scorie nucleari".
L'accento sul limitato accesso alle informazioni che riguardano le scelte che verranno effettuate dalla Sogin, l'ente che deciderà la collocazione del deposito, è stato messo da Lello Rella, rappresentante dei Cam, i comitati dell'Alta Murgia. "Quando non c'è informazione non c'è democrazia" - ha detto Rella, che ha polemizzato sulle notizie che sono messe a disposizione delle comunità locali interessate dalla Cnapi. Per questa ragione si è deciso di rimettere in piedi una rete tra i comitati spontanei sorti nelle varie località, per far sì che la mobilitazione non si fermi alle osservazioni, ma che continui anche oltre la data del 5 luglio, fino a quando questa iattura non sarà scongiurata.
"Alziamo la testa e rivendichiamo tutto ciò che è nostro, perchè la partita non solo non è stata conclusa, ma probabilmente non è ancora iniziata, visto che in molti Paesi si continua ancora a produrre energia dal nucleare" - ha detto in chiusura Rella.
Un discorso condiviso dai presenti, compreso i due rappresentanti dell'associazione Punto GG, Carlo Loiudice e Onofrio Petrara, che hanno illustrato le osservazioni proposte alla regione. "Siamo tutti figli di questa terra che oggi con fermezza e decisione difendiamo- ha dichiarato Petrara. Così come Giuseppe Lapolla che, nel ribadire le finalità dell'incontro ("Siamo qui per dare una informazione seria e precisa ai cittadini"), si è addentrato nel merito di alcune considerazioni che sono state sottoposte all'attenzione della Regione Puglia, da integrare al dossier prodotto dall'organo regionale.
Osservazioni in merito al rischio geomorfologico e idraulico dell'area in località Zingariello; l'accento su una agricoltura di qualità, votata alla produzione di grano e vino; oltre alla valenza storica dei luoghi e l'importanza delle aree attigue.
Concetto quest'ultimo ripreso dal Presidente del Parco Nazionale dell'Alta Murgia Francesco Tarantini, che ha rimarcato l'impegno dell'ente sulla vicenda e il lavoro svolto per la valorizzazione delle zone attigue a quelle perimetrate nell'area protetta. "Il parco ha creato un gruppo di lavoro e ha prodotto delle osservazioni" - ha sottolineato Tarantino, invitando la popolazione a non ricordarsi delle bellezze del proprio territorio solo quando questo è sotto attacco. Tarantini ha anche fatto un excursus sulle attività messe in piedi dall'ente di gestione dell'area protetta per valorizzare il parco e le zone limitrofe ad esso. E proprio il regolamento delle aree attigue potrebbe essere una delle armi da mettere in campo per frenare l'avanzare dell'ipotesi del collocamento dei rifiuti radioattivi a Gravina, perché- ha concluso il Presidente dell'ente- "il Parco è incompatibile con l'ipotesi del deposito di scorie nucleari".
L'accento sul limitato accesso alle informazioni che riguardano le scelte che verranno effettuate dalla Sogin, l'ente che deciderà la collocazione del deposito, è stato messo da Lello Rella, rappresentante dei Cam, i comitati dell'Alta Murgia. "Quando non c'è informazione non c'è democrazia" - ha detto Rella, che ha polemizzato sulle notizie che sono messe a disposizione delle comunità locali interessate dalla Cnapi. Per questa ragione si è deciso di rimettere in piedi una rete tra i comitati spontanei sorti nelle varie località, per far sì che la mobilitazione non si fermi alle osservazioni, ma che continui anche oltre la data del 5 luglio, fino a quando questa iattura non sarà scongiurata.
"Alziamo la testa e rivendichiamo tutto ciò che è nostro, perchè la partita non solo non è stata conclusa, ma probabilmente non è ancora iniziata, visto che in molti Paesi si continua ancora a produrre energia dal nucleare" - ha detto in chiusura Rella.