La città
Il consorzio delle imprese fa sul serio
Imprenditori del Cim pronti a spendersi per la città e a "scendere in campo"
Gravina - lunedì 17 gennaio 2022
Un'occasione per inaugurare una nuova stagione con la nuova presidenza, ma anche una occasione per annunciare la propria decisione di scendere in campo per poter dare il proprio contributo e decidere direttamente del futuro della città. Il consorzio delle imprese della Murgia (Cim) fa sul serio e nel dibattito che si è tenuto presso l'auditorium della chiesa SS Pietro e Paolo lo ha dimostrato. Un incontro per ribadire il peso specifico che ha il comparto imprenditoriale sulla città e la necessità di poter dare a Gravina una visione rosea per il futuro della comunità. "Un atto dovuto ed un senso di responsabilità verso le generazioni future" -ha ribadito a più riprese il neo presidente del Cim Fedele Marchetti, dinanzi ad una folta platea che lo ha applaudito convintamente.
I numeri del consorzio sono ciò che, di fatto, lo mette nelle condizioni di mettersi in prima linea: attualmente ci sono 60 aziende affiliate, che muovono un fatturato di circa 230 milioni di euro, con più di 1000 dipendenti ed un indotto lavorativo di oltre 12 mila persone. Insomma, una vera potenza che ha deciso di spendersi per la città di Gravina. Dati che portano Marchetti a chiedersi come mai nonostante questo numeri le istituzioni non hanno mai ascoltato le imprese gravinesi. Ma nell'incontro non si è parlato solo di questo.
Sul tavolo della discussione, partendo da una breve cronistoria della nascita della Zona Artigianale, i vari relatori che si sono succeduti hanno trattato alcune questioni "calde", come la possibilità dell'autoproduzione di energia, la depurazione delle acque superficiali (tema affrontato da Francesco Tarantino); oppure quello trattato da Eugenio Tremamunno ancor più pressante che riguarda le infrastrutture, a cominciare dal sistema viario che necessità di una scossa per evitare che le imprese di Gravina perdano di competitività per via dell'isolamento. Si è passati dalle tematiche tecniche riferite alle opportunità date dalle agevolazioni di Stato di cui ha parlato Orsola Fiore; alla necessità di garantire personale competente alle aziende attraverso una formazione in loco, che rappresenta una importante leva di sviluppo -come sottolineato da Alessandra Ricciardelli.
Tutte tematiche sulle quali lavorare. Perché alla fine tutti sono apparsi d'accordo sulla necessità di impegnarsi per contribuire al miglioramento della qualità della vita dei gravinesi. "Il nostro dovere è quello di guardare al futuro per vedere ciò che è possibile fare per questa città" - ha detto il presidente Marchetti. Un obiettivo che si raggiunge solo stando insieme, facendo squadra: una convinzione che il neo presidente ha voluto esprimere a partire dal logo che racchiude gli obiettivi comuni raggiungibili solo con l'unione delle singole imprese.
"Per queste ragioni -ha sottolineato Gianni Colangelo- abbiamo l'obbligo di costruire il bene comune e di stare insieme per creare una rete di idee". Obiettivi che si possono tradurre in fatti concreti solo attraverso lo strumento della politica. "Bisogna partecipare per non lasciare agli altri le decisioni che ci riguardano" - ha continuato Colangelo. Una grande responsabilità ed un invito a tutti gli imprenditori ad accantonare gli interessi personali per contribuire alla costruzione del bene comune. Lavorare per valorizzare non più solo le singole aziende, ma l'intero territorio. Da qui l'appello del presidente Marchetti a tutti i soci del consorzio "a rimboccarsi le maniche e fare qualcosa per la città di Gravina".
Proposte che il presidente uscente del Cim Vito Petrone legge come la maturazione di un lungo percorso, ribadendo la parola d'ordine che ha attraversato tutti gli interventi susseguitisi, ovvero quella responsabilità, non più derogabile per riprendere il futuro nelle mani e pensare al bene della collettività. "Non possiamo più girarci dell'altra parte, dobbiamo occuparci del nostro paese" - ha concluso Petrone.
Adesso dalle dichiarazioni di intenti si passerà alle riunioni operative per tradurre tutto ciò in atti concreti e aprirsi alla città per far conoscere a tutta la comunità l'idea di sviluppo e gli scenari futuri che il Cim ha per Gravina, con la mission del Consorzio che- chiosa Fedele Marchetti – si sintetizza nelle tre parole "Comunità, Unione ed Impegno".
I numeri del consorzio sono ciò che, di fatto, lo mette nelle condizioni di mettersi in prima linea: attualmente ci sono 60 aziende affiliate, che muovono un fatturato di circa 230 milioni di euro, con più di 1000 dipendenti ed un indotto lavorativo di oltre 12 mila persone. Insomma, una vera potenza che ha deciso di spendersi per la città di Gravina. Dati che portano Marchetti a chiedersi come mai nonostante questo numeri le istituzioni non hanno mai ascoltato le imprese gravinesi. Ma nell'incontro non si è parlato solo di questo.
Sul tavolo della discussione, partendo da una breve cronistoria della nascita della Zona Artigianale, i vari relatori che si sono succeduti hanno trattato alcune questioni "calde", come la possibilità dell'autoproduzione di energia, la depurazione delle acque superficiali (tema affrontato da Francesco Tarantino); oppure quello trattato da Eugenio Tremamunno ancor più pressante che riguarda le infrastrutture, a cominciare dal sistema viario che necessità di una scossa per evitare che le imprese di Gravina perdano di competitività per via dell'isolamento. Si è passati dalle tematiche tecniche riferite alle opportunità date dalle agevolazioni di Stato di cui ha parlato Orsola Fiore; alla necessità di garantire personale competente alle aziende attraverso una formazione in loco, che rappresenta una importante leva di sviluppo -come sottolineato da Alessandra Ricciardelli.
Tutte tematiche sulle quali lavorare. Perché alla fine tutti sono apparsi d'accordo sulla necessità di impegnarsi per contribuire al miglioramento della qualità della vita dei gravinesi. "Il nostro dovere è quello di guardare al futuro per vedere ciò che è possibile fare per questa città" - ha detto il presidente Marchetti. Un obiettivo che si raggiunge solo stando insieme, facendo squadra: una convinzione che il neo presidente ha voluto esprimere a partire dal logo che racchiude gli obiettivi comuni raggiungibili solo con l'unione delle singole imprese.
"Per queste ragioni -ha sottolineato Gianni Colangelo- abbiamo l'obbligo di costruire il bene comune e di stare insieme per creare una rete di idee". Obiettivi che si possono tradurre in fatti concreti solo attraverso lo strumento della politica. "Bisogna partecipare per non lasciare agli altri le decisioni che ci riguardano" - ha continuato Colangelo. Una grande responsabilità ed un invito a tutti gli imprenditori ad accantonare gli interessi personali per contribuire alla costruzione del bene comune. Lavorare per valorizzare non più solo le singole aziende, ma l'intero territorio. Da qui l'appello del presidente Marchetti a tutti i soci del consorzio "a rimboccarsi le maniche e fare qualcosa per la città di Gravina".
Proposte che il presidente uscente del Cim Vito Petrone legge come la maturazione di un lungo percorso, ribadendo la parola d'ordine che ha attraversato tutti gli interventi susseguitisi, ovvero quella responsabilità, non più derogabile per riprendere il futuro nelle mani e pensare al bene della collettività. "Non possiamo più girarci dell'altra parte, dobbiamo occuparci del nostro paese" - ha concluso Petrone.
Adesso dalle dichiarazioni di intenti si passerà alle riunioni operative per tradurre tutto ciò in atti concreti e aprirsi alla città per far conoscere a tutta la comunità l'idea di sviluppo e gli scenari futuri che il Cim ha per Gravina, con la mission del Consorzio che- chiosa Fedele Marchetti – si sintetizza nelle tre parole "Comunità, Unione ed Impegno".