Convegni
Il docente Vezoli a Gravina per porre a confronto insediamenti rupestri pugliesi e indiani
"Voi avete il mondo qui, valorizzatelo"
Gravina - domenica 26 giugno 2016
9.50
Un salto nel passato, dalla preistoria, dove tutto ha avuto inizio, fino ai giorni nostri. Perché "non c'è futuro senza conoscere il passato".
A condurre i presenti alle Officine Culturali, nella serata Venerdì 24 Giugno, in questo lungo viaggio per due mondi apparentemente distanti anni luce, ma indirettamente connessi per analogie e caratteristiche territoriali, è stato il professore Gianluigi Vezoli, architetto e grande appassionato degli insediamenti rupestri. Da una prima analisi geologica del territorio pugliese, dove la presenza di rocce tenere - quali tufo, calcare o chianca - alle tecniche utilizzate dai popoli antichi per scavare nella roccia templi e chiese rupestri, abitazioni, cisterne, catacombe, così simili per struttura agli ipogei indiani, che lasciano intendere un qualche legame o contatto diretto tra le due civiltà rupestri, da ricercare nell'età più arcaiche della storia dell'uomo.
Ciò che permane alle generazioni moderne è una prova tangibile per la ricostruzione dell'identità degli abitanti del territorio e un patrimonio incommensurabile assolutamente da valorizzare. "Non è ammissibile -ha affermato e ribadito anche alla presenza del sindaco Alesio Valente, sopraggiunto nel mezzo dello svolgimento dell'incontro - a parte San Michele delle Grotte, per visitare tutto il resto devi affrontare una barriera di erba ad altezza d'uomo. Milioni di anni di storia non si possono buttare così, gli americani se avessero anche solo una chiesa che voi possedete, ci avrebbero già costruito una città intorno" e ha continuato "La facciata di San Vito Vecchio è la più bella che io abbia mai visto. Salvate almeno gli affreschi dall'abbandono e dal vandalismo. Una volta che danneggiati dall'incuria, saranno irrecuperabili. Se salvaste questi tesori inestimabili, avreste forse il museo di affreschi più grande al mondo e voglio vedere se il turista andrà altrove o verrà qui a Gravina a vedere l'immenso patrimonio di cui disponete."
Un incontro tutt'altro che sterile, ha visto il coinvolgimento attivo degli ascoltatori che non perdevano occasione per contestualizzare le riflessioni del docente bresciano alla realtà gravinese, al che, al termine della lectio, lo stesso Vezoli ha ringraziato i presenti per l'attenzione mostrata e per gli interventi costruttivi che hanno permesso l'accrescimento del proprio bagaglio culturale.
A condurre i presenti alle Officine Culturali, nella serata Venerdì 24 Giugno, in questo lungo viaggio per due mondi apparentemente distanti anni luce, ma indirettamente connessi per analogie e caratteristiche territoriali, è stato il professore Gianluigi Vezoli, architetto e grande appassionato degli insediamenti rupestri. Da una prima analisi geologica del territorio pugliese, dove la presenza di rocce tenere - quali tufo, calcare o chianca - alle tecniche utilizzate dai popoli antichi per scavare nella roccia templi e chiese rupestri, abitazioni, cisterne, catacombe, così simili per struttura agli ipogei indiani, che lasciano intendere un qualche legame o contatto diretto tra le due civiltà rupestri, da ricercare nell'età più arcaiche della storia dell'uomo.
Ciò che permane alle generazioni moderne è una prova tangibile per la ricostruzione dell'identità degli abitanti del territorio e un patrimonio incommensurabile assolutamente da valorizzare. "Non è ammissibile -ha affermato e ribadito anche alla presenza del sindaco Alesio Valente, sopraggiunto nel mezzo dello svolgimento dell'incontro - a parte San Michele delle Grotte, per visitare tutto il resto devi affrontare una barriera di erba ad altezza d'uomo. Milioni di anni di storia non si possono buttare così, gli americani se avessero anche solo una chiesa che voi possedete, ci avrebbero già costruito una città intorno" e ha continuato "La facciata di San Vito Vecchio è la più bella che io abbia mai visto. Salvate almeno gli affreschi dall'abbandono e dal vandalismo. Una volta che danneggiati dall'incuria, saranno irrecuperabili. Se salvaste questi tesori inestimabili, avreste forse il museo di affreschi più grande al mondo e voglio vedere se il turista andrà altrove o verrà qui a Gravina a vedere l'immenso patrimonio di cui disponete."
Un incontro tutt'altro che sterile, ha visto il coinvolgimento attivo degli ascoltatori che non perdevano occasione per contestualizzare le riflessioni del docente bresciano alla realtà gravinese, al che, al termine della lectio, lo stesso Vezoli ha ringraziato i presenti per l'attenzione mostrata e per gli interventi costruttivi che hanno permesso l'accrescimento del proprio bagaglio culturale.