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Il Governo taglia: soppresso l'Ufficio del giudice di pace

Persino per contestare una multa bisognerà andare a Bari. Ma il Comune potrebbe salvarlo, addossandosi i costi.

Gravina perde l'Ufficio del giudice di pace. Soppresso anche quello di Altamura. La palla passa ora ai Comuni: consorziandosi e pagando, possono far salvi gli uffici chiusi dal governo Monti.

Poche battute per una foto. Quella che ritrae la geografia giudiziaria della Murgia dopo la riforma varata dal governo Monti. Parola d'ordine: razionalizzare. Ovvero, detto in altri termini, tagliare. E sotto la scure dei tagli sono caduti non solo i Tribunali (destinata alla chiusura, ad esempio, la sezione staccata altamurana), ma anche gli Uffici del giudice di pace, nell'immaginario collettivo eredi di quelle che un tempo erano le preture, condannati all'estinzione perché ritenuti costosi da mantenere. E tra le vittime, naturalmente, anche il presidio gravinese.

Risultato? Per contestare una semplice multa, o per ottenere un risarcimento dopo un incidente stradale, a pagare (di più rispetto a quanto sborsato finora) sarà il cittadino: chi vuol difendersi da sé dovrà mettersi in auto, affrontare decine di chilometri di strade non sempre scorrevoli e sicure e, se arrivato sano e salvo a Bari, scucire i soldi per le marche da bollo, i contributi unificati e, naturalmente, per la benzina. Oppure potrà restarsene a casa, pagando un avvocato che però costerà, oltre al compenso ed ai soldi per i bolli, anche quelli per la trasferta presso un giudice mai così tanto lontano. Effetti collaterali di una spending review che incide innegabilmente altresì sulla centralità territoriale di Gravina, che dopo l'ancor fresco depotenziamento dell'Ufficio di collocamento rischia ora di divenire una mera espressione geografica anche sotto il profilo giudiziario, a dispetto degli auspici dell'amministrazione comunale, che lo scorso luglio, con delibera di giunta, aveva richiesto al ministero di lasciare aperti sia la sezione staccata del Tribunale di Altamura sia l'Ufficio del giudice di pace di Gravina.

Unica possibilità di salvezza, quella che i Comuni interessati al mantenimento degli uffici da chiudere si consorzino e provvedano da sé, addossandosi tutti gli oneri di mantenimento delle strutture destinate alla sparizione. Operazione da completarsi entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto di razionalizzazione (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 settembre scorso), col ministero della giustizia che valuterà poi se accogliere o meno l'istanza nell'arco dei 12 mesi successivi al ricevimento della stessa. In mancanza, entro la fine del 2013 pure l'ultima speranza morirà, e con essa in via definitiva anche l'Ufficio del giudice di pace di Gravina.
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