Palazzo di città
Il Tar Bari boccia Sel
Confermata la composizione del consiglio comunale. Respinto il ricorso di Domenico Leanza
Gravina - venerdì 26 ottobre 2012
10.57
E' stato respinto il ricorso presentato lo scorso luglio dall'ex consigliere Domenico Leanza (Sinistra ecologia e libertà).
Con la sentenza emessa questa mattina, i giudici del Tribunale amministrativo di Bari hanno confermato quanto stabilito dalla commissione elettorale di Gravina che all'indomani delle consultazioni elettorali del 6 maggio scorso, aveva attribuito 15 seggi alla maggioranza e 9 all'opposizione, uniformandosi alle circolari diffuse dal ministero dell'Interno prima del voto e ad alcune sentenze del Consiglio di Stato.
Alla competizione elettorale della scorsa primavera, infatti, l'ex consigliere democratico emigrato solo di recente nel partito di Nichi Vendola era rimasto fuori dal consiglio per una manciata di voti, o meglio di decimali. La legge nella ripartizione dei seggi, infatti, impone di attribuire il 60% degli stessi alla maggioranza e il 40% all' opposizione. Con questi criteri e con un consiglio comunale ridotto a 24 consiglieri dalla manovra finanziaria del 2010, alla maggioranza spettano 14,4 seggi e alla minoranza i restanti 9,6. La giurisprudenza del Consiglio di Stato consente l' arrotondamento dei decimali all'unità superiore per garantire, in favore della maggioranza, il principio di governabilità.
Secondo gli esponenti di Sel, invece, forti di pronunce di diverso tenore emesse sempre dal Consiglio di Stato, con la ripartizione decisa dal giudice Errede era stata superata la soglia del 60% e si sarebbe, dunque, dovuto assegnare alle minoranze il quindicesimo seggio andato alla maggioranza.
Una duplicità di interpretazioni riconosciuta anche dal Tar Bari che ha però ritenuto valida l'impostazione seguita dal Ministero dell'Interno, lasciando invariata la fisionomia della assemblea consiliare gravinese.
Seguono aggiornamenti.
Con la sentenza emessa questa mattina, i giudici del Tribunale amministrativo di Bari hanno confermato quanto stabilito dalla commissione elettorale di Gravina che all'indomani delle consultazioni elettorali del 6 maggio scorso, aveva attribuito 15 seggi alla maggioranza e 9 all'opposizione, uniformandosi alle circolari diffuse dal ministero dell'Interno prima del voto e ad alcune sentenze del Consiglio di Stato.
Alla competizione elettorale della scorsa primavera, infatti, l'ex consigliere democratico emigrato solo di recente nel partito di Nichi Vendola era rimasto fuori dal consiglio per una manciata di voti, o meglio di decimali. La legge nella ripartizione dei seggi, infatti, impone di attribuire il 60% degli stessi alla maggioranza e il 40% all' opposizione. Con questi criteri e con un consiglio comunale ridotto a 24 consiglieri dalla manovra finanziaria del 2010, alla maggioranza spettano 14,4 seggi e alla minoranza i restanti 9,6. La giurisprudenza del Consiglio di Stato consente l' arrotondamento dei decimali all'unità superiore per garantire, in favore della maggioranza, il principio di governabilità.
Secondo gli esponenti di Sel, invece, forti di pronunce di diverso tenore emesse sempre dal Consiglio di Stato, con la ripartizione decisa dal giudice Errede era stata superata la soglia del 60% e si sarebbe, dunque, dovuto assegnare alle minoranze il quindicesimo seggio andato alla maggioranza.
Una duplicità di interpretazioni riconosciuta anche dal Tar Bari che ha però ritenuto valida l'impostazione seguita dal Ministero dell'Interno, lasciando invariata la fisionomia della assemblea consiliare gravinese.
Seguono aggiornamenti.