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Il Terzo Polo frena il Pd: “Prima la coalizione, poi il candidato sindaco”.

E per la riunione in programma per stasera cambia l’ordine del giorno.

"Troppe le voci in giro. C'è chi di questa alleanza vorrebbe entrare a far parte e chi, come la minoranza del Pd, ne è già uscito. Insomma, il quadro non è più quello di qualche giorno fa. Occorre riflettere".
Il passo indietro dei cozzoliani, i segnali indecifrabili che arrivano persino da Bari sul cammino delle liste e dei partiti vicini al governatore Vendola, il tira e molla col Prc e la voglia di non rimanere schiacciati dal protagonismo del Pd spingono il Terzo Polo a frenare. I commenti che vanno per la maggiore tra i dirigenti di Api, Udc e Fli, all'indomani della riunione che ha portato le tre forze a fare il punto della situazione in vista della riunione di coalizione sono per una volta univoci. Ed improntati ad un'unica parola d'ordine: prudenza. Ma la prudenza si porta dietro il tempo, l'attesa, i "vedremo". Forse pure cambiamenti di rotta. Intanto, si traduce in un primo effetto pratico: il faccia a faccia con gli alleati del Pd, di Idv e delle altre liste compagne di avventura, in calendario per stasera, potrebbe svolgersi secondo una scaletta diversa rispetto a quella fissata da giorni. L'annunciato confronto sulla candidatura a sindaco, col Pd pronto a proporre ufficialmente il proprio segretario Alesio Valente, potrebbe cedere il passo ad una ricognizione sulla composizione della squadra.

Questa, almeno, la linea che il Terzo Polo, sia pure con qualche silenzio eloquente, avrebbe deciso di sottoporre agli alleati: durante il rendez vous centrista l'Udc avrebbe infatti apertamente palesato la volontà di non rinunciare alla scelta di indicare un nominativo espressione d'area. Posizione subito fatta propria dall'Api ed infine sposata anche da Fli. Al riguardo, sul tavolo non vi sarebbe ancora alcuna indicazione precisa. Ma quelle verranno, par di capire, quando sarà sciolto quello che, in queste ore, in casa terzopolista viene ritenuto il nodo dirimente: la definizione dell'esatta fisionomia dello schieramento, alla luce dei tanti contatti ufficiosamente intessuti nell'ultima settimana e delle fibrillazioni che in questi giorni stanno scuotendo il Pd. "Perché un conto è trattare con un partito che porta in dote un certo potenziale elettorale, un altro è avere a che fare con una forza che rischia di perdere consensi per strada", dice un esponente di lungo corso democristiano, con la schiettezza ragionieristica che dalla politica è ufficialmente da tempo bandita ma che della politica è ancora corpo e sostanza.

Se ne riparlerà stasera, in una riunione il cui esito appare difficile da pronosticare. Fosse una partita in schedina, sarebbe d'obbligo la tripla.
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