Territorio
Imu agricola, i comuni manifestano a Montecitorio
"Il decreto ci costringe a fare falso in bilancio"
Gravina - sabato 23 maggio 2015
Azzerare l'impianto di una norma iniqua, ingiusta e carica di profili di incostituzionalità".
E' questa la richiesta contenuta nella risoluzione adottata dal consiglio comunale aperto convocato dal comune di Gravina di Puglia a Montecitorio per protestare contro l'Imu agricola.
Un' iniziativa, quella tenutasi a Roma, per avviare un percorso unitario e partecipato di cittadini, agricoltori, sindaci e associazioni civili in rappresentanza dei 3.500 comuni interessati dal contestato decreto, per condividere la piattaforma unitaria NO-IMU.
"Consideriamo irriformabile il provvedimento – si legge nel testo approvato - per cui chiediamo la sua abolizione esprimendo un giudizio fortemente negativo sulla pratica avviata nei mesi scorsi "emendativa" che tende a tutelare alcuni penalizzando altri".
Nel documento, la richiesta "di una moratoria del provvedimento in corso (a partire dalla sospensione della rata del 16 giugno prossimo) e il temporaneo ritorno alla situazione ex ante, l'apertura di un confronto serio per una nuova possibile norma non punitiva delle aziende, dei cittadini e dei comuni che in via di principio si fondi su criteri di equità, sostenibilità e proporzionalità spalmandone il costo su una base larga in modo da non pesare solo su alcune aree rurali ristrette".
Obiettivi fondamentali dei promotori sono garantire e tutelare le aziende produttive di tutte le aree "per cui il terreno agricolo e' lo strumento di reddito dell'attivita' di impresa su cui si pagano già le tasse e non si puo' tassare due volte la stessa cosa"; intervenire proporzionalmente sui terreni agricoli non utilizzati e non messi in produzione o comunque destinati ad un uso non agricolo anche per incentivare il loro uso produttivo. I comuni, inoltre, chiedono che si tenga conto nelle modulazioni "di criteri più aderenti alla realtà di quelli utilizzati irresponsabilmente dalla norma attuale, non secondo i parametri Istat ma, per esempio, il reddito dominicale o agrario".
Per la parte dei cittadini non titolari di azienda agricola, il documento chiede che si "eviti di colpire i numerosissimi pensionati e cassintegrati titolari di piccoli appezzamenti (tutti ugualmente assoggettati all'aliquota massima)", mentre "per la parte dei cittadini non titolari di azienda agricola eviti di colpire i numerosissimi pensionati e cassintegrati titolari di piccoli appezzamenti e, introducendo criteri di proporzionalità, si concentri sulla speculazione finanziaria". Ma anche a favore degli stessi enti comunali si chiede la cancellazione del "meccanismo del prelievo sui trasferimenti dello Stato, evitando di trasformare i sindaci in gabellieri di imposta per conto dello Stato. In attesa di definire la nuova norma, i comuni chiedano che "si restituiscano le somme sottratte nel 2014 e che si compensino i cittadini e le aziende che hanno già pagato con forme di restituzione".
Alla manifestazione ha preso parte anche la delegazione del coordinamento nazionale "NO IMU" che ha tenuto incontri in Parlamento con lavicepresidente della Camera, On.le Marina Sereni e con i rappresentanti delle forze politiche prima della manifestazione in P.zza Montecitorio: "Nel giorno in cui il parlamento vota la legge anti corruzione – si legge nel comunicato dell'associazione - i sindaci delle aree rurali denunciano di essere costretti a fare falso in bilancio da una legge dello stato o ad essere commissariati".
"Ai comuni rurali cui sono state già sottratte dallo stato somme ingenti (circa 300 milioni) ed altre saranno sottratte sulla base della previsione che questa tassa dovrebbe produrre un gettito che, in realtà, sarà notevolmente inferiore sia perché cittadini proprietari di terre e agricoltori non ce la faranno a pagare sia perché i calcoli su cui si è realizzata la stima sono palesemente sbagliati".
Tra le prossime iniziative, la convocazione di due giornate unitarie di mobilitazione per il 9 e il 10 giugno e di una manifestazione per il 17 giugno, in occasione della convocazione della seduta in cui il TAR del Lazio prenderà in esame le centinaia di ricorsi dei comuni e delle Anci Regionali.
E' questa la richiesta contenuta nella risoluzione adottata dal consiglio comunale aperto convocato dal comune di Gravina di Puglia a Montecitorio per protestare contro l'Imu agricola.
Un' iniziativa, quella tenutasi a Roma, per avviare un percorso unitario e partecipato di cittadini, agricoltori, sindaci e associazioni civili in rappresentanza dei 3.500 comuni interessati dal contestato decreto, per condividere la piattaforma unitaria NO-IMU.
"Consideriamo irriformabile il provvedimento – si legge nel testo approvato - per cui chiediamo la sua abolizione esprimendo un giudizio fortemente negativo sulla pratica avviata nei mesi scorsi "emendativa" che tende a tutelare alcuni penalizzando altri".
Nel documento, la richiesta "di una moratoria del provvedimento in corso (a partire dalla sospensione della rata del 16 giugno prossimo) e il temporaneo ritorno alla situazione ex ante, l'apertura di un confronto serio per una nuova possibile norma non punitiva delle aziende, dei cittadini e dei comuni che in via di principio si fondi su criteri di equità, sostenibilità e proporzionalità spalmandone il costo su una base larga in modo da non pesare solo su alcune aree rurali ristrette".
Obiettivi fondamentali dei promotori sono garantire e tutelare le aziende produttive di tutte le aree "per cui il terreno agricolo e' lo strumento di reddito dell'attivita' di impresa su cui si pagano già le tasse e non si puo' tassare due volte la stessa cosa"; intervenire proporzionalmente sui terreni agricoli non utilizzati e non messi in produzione o comunque destinati ad un uso non agricolo anche per incentivare il loro uso produttivo. I comuni, inoltre, chiedono che si tenga conto nelle modulazioni "di criteri più aderenti alla realtà di quelli utilizzati irresponsabilmente dalla norma attuale, non secondo i parametri Istat ma, per esempio, il reddito dominicale o agrario".
Per la parte dei cittadini non titolari di azienda agricola, il documento chiede che si "eviti di colpire i numerosissimi pensionati e cassintegrati titolari di piccoli appezzamenti (tutti ugualmente assoggettati all'aliquota massima)", mentre "per la parte dei cittadini non titolari di azienda agricola eviti di colpire i numerosissimi pensionati e cassintegrati titolari di piccoli appezzamenti e, introducendo criteri di proporzionalità, si concentri sulla speculazione finanziaria". Ma anche a favore degli stessi enti comunali si chiede la cancellazione del "meccanismo del prelievo sui trasferimenti dello Stato, evitando di trasformare i sindaci in gabellieri di imposta per conto dello Stato. In attesa di definire la nuova norma, i comuni chiedano che "si restituiscano le somme sottratte nel 2014 e che si compensino i cittadini e le aziende che hanno già pagato con forme di restituzione".
Alla manifestazione ha preso parte anche la delegazione del coordinamento nazionale "NO IMU" che ha tenuto incontri in Parlamento con lavicepresidente della Camera, On.le Marina Sereni e con i rappresentanti delle forze politiche prima della manifestazione in P.zza Montecitorio: "Nel giorno in cui il parlamento vota la legge anti corruzione – si legge nel comunicato dell'associazione - i sindaci delle aree rurali denunciano di essere costretti a fare falso in bilancio da una legge dello stato o ad essere commissariati".
"Ai comuni rurali cui sono state già sottratte dallo stato somme ingenti (circa 300 milioni) ed altre saranno sottratte sulla base della previsione che questa tassa dovrebbe produrre un gettito che, in realtà, sarà notevolmente inferiore sia perché cittadini proprietari di terre e agricoltori non ce la faranno a pagare sia perché i calcoli su cui si è realizzata la stima sono palesemente sbagliati".
Tra le prossime iniziative, la convocazione di due giornate unitarie di mobilitazione per il 9 e il 10 giugno e di una manifestazione per il 17 giugno, in occasione della convocazione della seduta in cui il TAR del Lazio prenderà in esame le centinaia di ricorsi dei comuni e delle Anci Regionali.