Eventi
L'eccidio di Olivadi a teatro
Narrazione sotto forma di monologo al Vida. Nuovo esperimento della Compagnia Calandra.
Gravina - mercoledì 14 novembre 2012
11.00
Può un monologo comunicare più di un dialogo? A volte si.
E' questo il caso dell'esilarante interpretazione del protagonista di "Assurdo a Sud, L'eccidio di Olivadi", Federico Della Ducata. Lo spettacolo è andato in scena lo scorso weekend al teatro Vida ed ha visto sul palcoscenico due attori, l'uno il contrario dell'altro: un uomo molto loquace (Federico Della Ducata) e l'altro senza parlantina alcuna e cieco (Piero Schirinzi).
Della Ducata è stata la voce monologante che ha raccontato i tristi e dolorosi avvenimenti, consumatisi ai primi del Novecento nel piccolo borgo calabrese di Olivadi: dal violento terremoto del 1905 alla strage che si consumò nel 1908 all'altro terribile sisma dello stesso anno, fino al processo celebrato a Vibo Valentia nel 1909. Attraverso il monologo, il pubblico è venuto a conoscenza della verità apparente e di quella vera di quanto di bizzarro vi fu nella storia di un paesino che diventa, oggi come allora, simbolo di un Sud che tra disastri e ritardi burocratici cerca di risollevarsi.
Una scenografia semplice e minimalista ma di grande impatto costituita da scatoloni contenenti istanze e documenti vari e scafallature in legno, un cambio costumi essenziale realizzato direttamente in scena attraverso l'aggiunta di elementi come il cappello dei bersaglieri o la fascia tricolore, un intermezzo musicale coinvolgente creato all'improvviso, un'interpretazione a dir poco eccellente: questi gli espedienti utilizzati nella rappresentazione dal regista Giuseppe Miggiano, che per movimentare la scena e non far distrarre il pubblico in sala ha utilizzato cambi di luce a seconda dei temi trattati. Gli interpreti erano illuminati ora di rosso, ora di bianco, ora di giallo.
Una questione storica-politica e sociale amara raccontata con grande vigore e straordinaria energia da Della Ducata, anche con l'utilizzo di qualche battuta come il gioco di parole tra il fiore "sambuco" ed il liquore "sambuca". Per ben due volte, inoltre, gli attori hanno finto che lo spettacolo fosse finito ed hanno invitato i presenti ad applaudire ed andar via senza però avere riscontro e definendo, così, il pubblico gravinese tanto amante del teatro da restare incollato alle poltrone.
Già lo scorso anno, la compagnia Calandra di Tuglie aveva partecipato ad "Amattori... insieme. Vito D'Agostino", con "L'ispettore generale", un genere differente dal monologo di quest'anno.
E' questo il caso dell'esilarante interpretazione del protagonista di "Assurdo a Sud, L'eccidio di Olivadi", Federico Della Ducata. Lo spettacolo è andato in scena lo scorso weekend al teatro Vida ed ha visto sul palcoscenico due attori, l'uno il contrario dell'altro: un uomo molto loquace (Federico Della Ducata) e l'altro senza parlantina alcuna e cieco (Piero Schirinzi).
Della Ducata è stata la voce monologante che ha raccontato i tristi e dolorosi avvenimenti, consumatisi ai primi del Novecento nel piccolo borgo calabrese di Olivadi: dal violento terremoto del 1905 alla strage che si consumò nel 1908 all'altro terribile sisma dello stesso anno, fino al processo celebrato a Vibo Valentia nel 1909. Attraverso il monologo, il pubblico è venuto a conoscenza della verità apparente e di quella vera di quanto di bizzarro vi fu nella storia di un paesino che diventa, oggi come allora, simbolo di un Sud che tra disastri e ritardi burocratici cerca di risollevarsi.
Una scenografia semplice e minimalista ma di grande impatto costituita da scatoloni contenenti istanze e documenti vari e scafallature in legno, un cambio costumi essenziale realizzato direttamente in scena attraverso l'aggiunta di elementi come il cappello dei bersaglieri o la fascia tricolore, un intermezzo musicale coinvolgente creato all'improvviso, un'interpretazione a dir poco eccellente: questi gli espedienti utilizzati nella rappresentazione dal regista Giuseppe Miggiano, che per movimentare la scena e non far distrarre il pubblico in sala ha utilizzato cambi di luce a seconda dei temi trattati. Gli interpreti erano illuminati ora di rosso, ora di bianco, ora di giallo.
Una questione storica-politica e sociale amara raccontata con grande vigore e straordinaria energia da Della Ducata, anche con l'utilizzo di qualche battuta come il gioco di parole tra il fiore "sambuco" ed il liquore "sambuca". Per ben due volte, inoltre, gli attori hanno finto che lo spettacolo fosse finito ed hanno invitato i presenti ad applaudire ed andar via senza però avere riscontro e definendo, così, il pubblico gravinese tanto amante del teatro da restare incollato alle poltrone.
Già lo scorso anno, la compagnia Calandra di Tuglie aveva partecipato ad "Amattori... insieme. Vito D'Agostino", con "L'ispettore generale", un genere differente dal monologo di quest'anno.