La città
Bosco: quasi mille gli ettari andati in fumo la scorsa estate
Arrivano le prime stime. Intanto, i giovani si mobilitano a difesa del polmone verde della città.
Gravina - sabato 15 settembre 2012
13.10
L'estate appena trascorsa resterà negli annali come la peggiore sul fronte degli incendi.
Se l'emergenza infatti ha riguardato i boschi di tutta la penisola, in questo caso il detto "mal comune mezzo gaudio" vale poco a consolare la comunità gravinese, che ha visto il Bosco Difesa Grande falcidiato dal rogo più distruttivo degli ultimi dieci anni. Mancano ancora stime ufficiali definitive, che l'amministrazione ha dato incarico di quantificare all'Ufficio ambiente, ma l'Ufficio ambiente della Polizia Municipale ed il Corpo Forestale dello Stato parlano di una superficie verde andata in fumo di molti superiore quella dei 500 ettari ipotizzata a roghi appena spenti. La cifra complessiva ammonterebbe addirittura al doppio, ovvero circa la metà di tutta l'area di Difesa Grande.
Una catastrofe ambientale che richiederà anni prima di essere superata.
Ma a divampare sono state anche le polemiche, non solo a livello politico. E' notizia di fine agosto la presentazione all'ufficio protocollo del Comune di una lettera, firmata da cittadini che hanno preferito restare anonimi, in cui si fornirebbero elementi utili a individuare gli autori del crimine perpetrato contro il polmone verde gravinese. Non trapelano maggiori dettagli, ma l'amministrazione comunale fa sapere di aver dato piena collaborazione alle indagini delle autorità competenti. Ancora nessuna novità concreta, fanno sapere invece da Palazzo di Città, in merito ai 70.000 euro stanziati dal Parco dell'Alta Murgia dopo l'incendio, destinati peraltro per lo più agli interventi in favore della rifunzionalizzazione del vivaio forestale.
Nessuno di certo crede all'origine casuale o spontanea di un incendio propagatosi troppo scientificamente per essere frutto di una disattenzione od opera di semplici piromani. La categoria degli agricoltori rifiuta con sdegno di essere messa sotto accusa, mentre ogni anno si ripete il medesimo copione: il bando sulla sorveglianza antincendio arriva a roghi ormai spenti, con il solito strascico di polemiche e accuse, mentre i problemi di sempre, ovvero la vigilanza insufficiente e i mancati lavori di manutenzione, restano irrisolti.
Nel frattempo, si moltiplicano le iniziative di gruppi di cittadini organizzati, specie giovani, volte a salvaguardare il bosco coinvolgendo la cittadinanza su questa straordinaria risorsa naturale. Mentre i ragazzi di "Bosco-Città. Io ci tengo" continuano la loro campagna di sensibilizzazione sull'idea di uno sviluppo sostenibile, mettendo a disposizione del bosco le proprie professionalità, l'associazione Orgoglio Gravinese ha segnalato all'amministrazione ed alle realtà che si interessano di tutela ambientale la possibilità di presentare una domanda di aiuto, nell'ambito del programma di sviluppo rurale, per il miglioramento dei boschi esistenti produttivi. La misura, che prevede un contributo in conto capitale pari al 60% della spesa ammissibile fino ad un massimo di 300.000 euro utili a recuperare parte del bosco, consentirebbe di effettuare interventi utili alla cura e alla manutenzione del polmone verde gravinese.
Se l'emergenza infatti ha riguardato i boschi di tutta la penisola, in questo caso il detto "mal comune mezzo gaudio" vale poco a consolare la comunità gravinese, che ha visto il Bosco Difesa Grande falcidiato dal rogo più distruttivo degli ultimi dieci anni. Mancano ancora stime ufficiali definitive, che l'amministrazione ha dato incarico di quantificare all'Ufficio ambiente, ma l'Ufficio ambiente della Polizia Municipale ed il Corpo Forestale dello Stato parlano di una superficie verde andata in fumo di molti superiore quella dei 500 ettari ipotizzata a roghi appena spenti. La cifra complessiva ammonterebbe addirittura al doppio, ovvero circa la metà di tutta l'area di Difesa Grande.
Una catastrofe ambientale che richiederà anni prima di essere superata.
Ma a divampare sono state anche le polemiche, non solo a livello politico. E' notizia di fine agosto la presentazione all'ufficio protocollo del Comune di una lettera, firmata da cittadini che hanno preferito restare anonimi, in cui si fornirebbero elementi utili a individuare gli autori del crimine perpetrato contro il polmone verde gravinese. Non trapelano maggiori dettagli, ma l'amministrazione comunale fa sapere di aver dato piena collaborazione alle indagini delle autorità competenti. Ancora nessuna novità concreta, fanno sapere invece da Palazzo di Città, in merito ai 70.000 euro stanziati dal Parco dell'Alta Murgia dopo l'incendio, destinati peraltro per lo più agli interventi in favore della rifunzionalizzazione del vivaio forestale.
Nessuno di certo crede all'origine casuale o spontanea di un incendio propagatosi troppo scientificamente per essere frutto di una disattenzione od opera di semplici piromani. La categoria degli agricoltori rifiuta con sdegno di essere messa sotto accusa, mentre ogni anno si ripete il medesimo copione: il bando sulla sorveglianza antincendio arriva a roghi ormai spenti, con il solito strascico di polemiche e accuse, mentre i problemi di sempre, ovvero la vigilanza insufficiente e i mancati lavori di manutenzione, restano irrisolti.
Nel frattempo, si moltiplicano le iniziative di gruppi di cittadini organizzati, specie giovani, volte a salvaguardare il bosco coinvolgendo la cittadinanza su questa straordinaria risorsa naturale. Mentre i ragazzi di "Bosco-Città. Io ci tengo" continuano la loro campagna di sensibilizzazione sull'idea di uno sviluppo sostenibile, mettendo a disposizione del bosco le proprie professionalità, l'associazione Orgoglio Gravinese ha segnalato all'amministrazione ed alle realtà che si interessano di tutela ambientale la possibilità di presentare una domanda di aiuto, nell'ambito del programma di sviluppo rurale, per il miglioramento dei boschi esistenti produttivi. La misura, che prevede un contributo in conto capitale pari al 60% della spesa ammissibile fino ad un massimo di 300.000 euro utili a recuperare parte del bosco, consentirebbe di effettuare interventi utili alla cura e alla manutenzione del polmone verde gravinese.