Eventi
Inclaustri: “Storie di migranti sotto sopra"
Mons. Ricchiuti: “Siamo persone, siamo un unicum”.
Gravina - venerdì 29 agosto 2014
13.13
Santa Lucia, per il secondo appuntamento di "Inclaustri di parole e musica".
La chiesa bianca, semplice, si staglia solinga e guarda verso la gravina. Un luogo di culto chiuso al pubblico ma ugualmente carico di significato. "Dobbiamo imparare a leggere le pietre", spiega Marisa D'Agostino, presidente dell'associazione Amici della Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi". "Vi porto in questi luoghi impervi per segnare le radici della città. Se siamo da queste parti è perchè dobbiamo rivitalizzare la nostra lingua, per rendere omaggio a tutte le persone umili che hanno abitato il Piaggio". Costruire un ponte ideale con il passato, tra luoghi storici nel cuore della Gravina antica: "La cultura presente che si lega a quella del passato" continua, presentando al nutrito gruppo di spettatori, Graziella Versetto: "Diamo voce a quella lingua dialettale che ha unito in una grande famiglia tutte le persone che vivevano qui, nobili e braccianti, insieme".
La poetessa vernacolare, racconta la sua vita fatta di una famiglia numerosa, un diploma di quinta elementare, di un lavoro nei campi prima e poi come bidella in una scuola media gravinese. Tanta, troppa povertà, la miseria che morde e costringe alla fuga ancora oggi. "Storie di migranti sotto sopra" attraverso la musica e le parole di Enzo Granella e Giuseppe Tanzi, accompagnati da Marcello Vitale, mostra le condizioni e gli stati d'animo di quanti decidono di affidare le proprie speranze a barconi sovraffollati, per raggiungere la terra promessa. Negli stralci dell'inchiesta di Marco Rovelli, "Alì dagli occhi blu" si legge delle difficili condizioni nelle quali gli immigrati devono vivere nei centri di accoglienza italiani.
Un momento di riflessione reso importante anche dall'intervento di Sua eccellenza Monsignor Giovanni Ricchiuti, il quale ha commentato: "Noi siamo protagonisti della storia, possiamo cambiarla non dobbiamo essere passivi". "Spesso si utilizzano anche delle espressioni che rimarcano sulle differenze. Noi siamo un unicum ed è su questo unicum a prescindere da qualsiasi considerazione di fede, noi siamo persone e questa espressione è unica".
Presente anche il sindaco, Alesio Valente: "Sono contento perchè credo che incontri come questo siano proficui per sviluppare il senso di comunità, poco spiccato nei cittadini. Vengono tramandati valori molto importanti anche attraverso il talento degli artisti come quelli presenti qui stasera", ha affermato il primo cittadino gravinese, mostrando apprezzamento per l'iniziativa, ed ha concluso, "Gravina è stata crocevia di tante popolazioni e dentro di noi, credo, ne portiamo i diversi caratteri".
La chiesa bianca, semplice, si staglia solinga e guarda verso la gravina. Un luogo di culto chiuso al pubblico ma ugualmente carico di significato. "Dobbiamo imparare a leggere le pietre", spiega Marisa D'Agostino, presidente dell'associazione Amici della Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi". "Vi porto in questi luoghi impervi per segnare le radici della città. Se siamo da queste parti è perchè dobbiamo rivitalizzare la nostra lingua, per rendere omaggio a tutte le persone umili che hanno abitato il Piaggio". Costruire un ponte ideale con il passato, tra luoghi storici nel cuore della Gravina antica: "La cultura presente che si lega a quella del passato" continua, presentando al nutrito gruppo di spettatori, Graziella Versetto: "Diamo voce a quella lingua dialettale che ha unito in una grande famiglia tutte le persone che vivevano qui, nobili e braccianti, insieme".
La poetessa vernacolare, racconta la sua vita fatta di una famiglia numerosa, un diploma di quinta elementare, di un lavoro nei campi prima e poi come bidella in una scuola media gravinese. Tanta, troppa povertà, la miseria che morde e costringe alla fuga ancora oggi. "Storie di migranti sotto sopra" attraverso la musica e le parole di Enzo Granella e Giuseppe Tanzi, accompagnati da Marcello Vitale, mostra le condizioni e gli stati d'animo di quanti decidono di affidare le proprie speranze a barconi sovraffollati, per raggiungere la terra promessa. Negli stralci dell'inchiesta di Marco Rovelli, "Alì dagli occhi blu" si legge delle difficili condizioni nelle quali gli immigrati devono vivere nei centri di accoglienza italiani.
Un momento di riflessione reso importante anche dall'intervento di Sua eccellenza Monsignor Giovanni Ricchiuti, il quale ha commentato: "Noi siamo protagonisti della storia, possiamo cambiarla non dobbiamo essere passivi". "Spesso si utilizzano anche delle espressioni che rimarcano sulle differenze. Noi siamo un unicum ed è su questo unicum a prescindere da qualsiasi considerazione di fede, noi siamo persone e questa espressione è unica".
Presente anche il sindaco, Alesio Valente: "Sono contento perchè credo che incontri come questo siano proficui per sviluppare il senso di comunità, poco spiccato nei cittadini. Vengono tramandati valori molto importanti anche attraverso il talento degli artisti come quelli presenti qui stasera", ha affermato il primo cittadino gravinese, mostrando apprezzamento per l'iniziativa, ed ha concluso, "Gravina è stata crocevia di tante popolazioni e dentro di noi, credo, ne portiamo i diversi caratteri".