Cronaca
Inquinamento ambientale, nuovo sequestro per la discarica di Giovinazzo
Si ipotizza l'inquinamento della falda acquifera
Gravina - mercoledì 4 maggio 2016
14.28
L'ipotesi di reato è inquinamento ambientale causato dalle anomalie riscontrate nella gestione dei percolati che potrebbero aver interessato la falda idrica, attraverso punti di dispersione nel sottosuolo.
Per questo la Procura di Bari a seguito delle indagini condotte dalla polizia giudiziaria della Forestale ha disposto il sequestro della discarica di Giovinazzo. Un sequestro limitato ai lotti, sui quali a seguito di provvedimenti di emergenza in questi anni hanno continuato ad affluire i rifiuti solidi urbani da parecchi comuni del circondario barese, con la tecnica dei successivi sopralzi.
Il sito, secondo quanto si evince da una nota diffusa dal Comando della Forestale, confina con quello che in futuro potrebbe vedere la realizzazione di una annessa discarica di servizio e soccorso, cui si accede al momento dalla strada vicinale, sulla quale il transito è interrotto da una ennesima ordinanza sindacale, a causa del pericolo di crollo determinato dai lavori di scavo sul ciglio di scarpata della nuova discarica.
La discarica di Giovinazzo, gestita dalla impresa Daneco, sorge nell'area di San Pietro Pag, dove in passato sono state realizzate discariche abusive in cave naturali. Si tratta di una zona ad alto valore paesaggistico anche per la presenza di una chiesa rupestre.
"La zona di San Pietro Pago - si legge in una nota della Procura - sconta decenni di accumuli di rifiuti in cave trasformate in passato in discariche di rifiuti di ogni tipo, tra cui fanghi industriali e scorie siderurgiche" che hanno provocato "una evidente compromissione dell'ambiente e del paesaggio".
L'impianto dove sino ad alcuni mesi fa sono arrivati anche i rifiuti di Gravina e Altamura, prima di essere trasferiti a Conversano, nel dicembre scorso è stato chiuso perché la Daneco non avrebbe rispettato le prescrizioni per l'adeguamento dell'impianto di biostabilizzazione imposte dalla Regione.
Per questo la Procura di Bari a seguito delle indagini condotte dalla polizia giudiziaria della Forestale ha disposto il sequestro della discarica di Giovinazzo. Un sequestro limitato ai lotti, sui quali a seguito di provvedimenti di emergenza in questi anni hanno continuato ad affluire i rifiuti solidi urbani da parecchi comuni del circondario barese, con la tecnica dei successivi sopralzi.
Il sito, secondo quanto si evince da una nota diffusa dal Comando della Forestale, confina con quello che in futuro potrebbe vedere la realizzazione di una annessa discarica di servizio e soccorso, cui si accede al momento dalla strada vicinale, sulla quale il transito è interrotto da una ennesima ordinanza sindacale, a causa del pericolo di crollo determinato dai lavori di scavo sul ciglio di scarpata della nuova discarica.
La discarica di Giovinazzo, gestita dalla impresa Daneco, sorge nell'area di San Pietro Pag, dove in passato sono state realizzate discariche abusive in cave naturali. Si tratta di una zona ad alto valore paesaggistico anche per la presenza di una chiesa rupestre.
"La zona di San Pietro Pago - si legge in una nota della Procura - sconta decenni di accumuli di rifiuti in cave trasformate in passato in discariche di rifiuti di ogni tipo, tra cui fanghi industriali e scorie siderurgiche" che hanno provocato "una evidente compromissione dell'ambiente e del paesaggio".
L'impianto dove sino ad alcuni mesi fa sono arrivati anche i rifiuti di Gravina e Altamura, prima di essere trasferiti a Conversano, nel dicembre scorso è stato chiuso perché la Daneco non avrebbe rispettato le prescrizioni per l'adeguamento dell'impianto di biostabilizzazione imposte dalla Regione.