Territorio
L’Acquedotto Pugliese dona una fontana storica a Genova
Scopo della donazione: la promozione dell'AQP. Un omaggio testimonianza del legame tra Puglia e Liguria
Italia - martedì 6 settembre 2011
E' in bella mostra nello spazio antistante il museo del mare del Porto antico di Genova, una fontana storica dell'Acquedotto pugliese. Il dono, fatto al Comune ligure dall'assessore regionale pugliese alle Opere pubbliche, Fabiano Amati e dall'amministratore unico dell'Acquedotto pugliese Ivo Monteforte, ha lo scopo di promuovere l'Acquedotto e la sua storia. Storia che si incrocia con la città di Genova per la provenienza ligure della Società Anonima Ercole Antico, divenuta poi "Società Anonima Italiana concessionaria dell'Acquedotto Pugliese".
Alla sopracitata ditta vincitrice della gara per la realizzazione del canale principale e la successiva gestione dell'acquedotto, che aveva avuto serie difficoltà nel portare avanti un'opera così imponente per mancanza dei mezzi necessari, fu revocata la concessione per la gestione dell'Acquedotto pugliese e si diffuse l'opinione che fosse necessaria l'assunzione diretta dell'opera da parte dello Stato.
Così, il 10 aprile 1919 si giunse alla rescissione del contratto con la società e ad una convenzione tra lo Stato e la Società, che stabiliva l'entrata in possesso da parte dello Stato di tutte le opere e il rimborso alla Società concessionaria di tutte le spese sostenute al valore di mercato.
"Il ritardo della Ercole Antico può essere considerato la nostra fortuna in quanto senza di esso, non avremmo potuto ereditare la gestione pubblica dell'acqua" - la considerazione di Amati.
Alla sopracitata ditta vincitrice della gara per la realizzazione del canale principale e la successiva gestione dell'acquedotto, che aveva avuto serie difficoltà nel portare avanti un'opera così imponente per mancanza dei mezzi necessari, fu revocata la concessione per la gestione dell'Acquedotto pugliese e si diffuse l'opinione che fosse necessaria l'assunzione diretta dell'opera da parte dello Stato.
Così, il 10 aprile 1919 si giunse alla rescissione del contratto con la società e ad una convenzione tra lo Stato e la Società, che stabiliva l'entrata in possesso da parte dello Stato di tutte le opere e il rimborso alla Società concessionaria di tutte le spese sostenute al valore di mercato.
"Il ritardo della Ercole Antico può essere considerato la nostra fortuna in quanto senza di esso, non avremmo potuto ereditare la gestione pubblica dell'acqua" - la considerazione di Amati.