Territorio
L’iva sui rifiuti va pagata oppure no?
Una questione ancora irrisolta
Gravina - giovedì 1 dicembre 2011
15.50
Il rimborso dell'Iva pagata sui rifiuti è una questione ancora irrisolta, nonostante la Corte Costituzionale si sia da tempo espressa esplicitamente sul punto.
Sul punto è adesso intervenuta la Corte di Cassazione (con la sentenza n. 2064/2011), secondo la quale la tassa sui rifiuti è un'imposta e non il corrispettivo di un servizio, per cui l'Iva non è dovuta. I Comuni hanno dunque applicato l'iva su un importo dove non doveva essere applicata in quanto appunto tassa. Pertanto, secondo la Cassazione, tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10% dei 10 anni retroattivi.
La maggior parte dei Comuni, tra questi anche il nostro, continuano a far pagare l'iva e rispondono negativamente a chi ne chiede il rimborso. Dalla "Federconsumatori" giunge a tal proposito un suggerimento: per far si che il rimborso venga accettato bisogna muoversi in prima persona facendo valere le proprie ragioni. Inoltre, il rimborso che arriverà bloccherà di fatto l'iva sulle prossime fatture. Chi non lo fa si troverà a continuare a pagare tutto come prima.
Semplice l'iter: basta inviare una raccomandata A/R di messa in mora al gestore dei rifiuti, intimando il rimborso per gli ultimi 5 anni dell'imposta illecitamente pagata. A fronte del rifiuto o della mancata risposta, si potrà andare dal giudice di pace competente, e visto che mediamente si tratta di importi inferiori ai 512 euro, lo si potrà fare senza avvocato.
Sul punto è adesso intervenuta la Corte di Cassazione (con la sentenza n. 2064/2011), secondo la quale la tassa sui rifiuti è un'imposta e non il corrispettivo di un servizio, per cui l'Iva non è dovuta. I Comuni hanno dunque applicato l'iva su un importo dove non doveva essere applicata in quanto appunto tassa. Pertanto, secondo la Cassazione, tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10% dei 10 anni retroattivi.
La maggior parte dei Comuni, tra questi anche il nostro, continuano a far pagare l'iva e rispondono negativamente a chi ne chiede il rimborso. Dalla "Federconsumatori" giunge a tal proposito un suggerimento: per far si che il rimborso venga accettato bisogna muoversi in prima persona facendo valere le proprie ragioni. Inoltre, il rimborso che arriverà bloccherà di fatto l'iva sulle prossime fatture. Chi non lo fa si troverà a continuare a pagare tutto come prima.
Semplice l'iter: basta inviare una raccomandata A/R di messa in mora al gestore dei rifiuti, intimando il rimborso per gli ultimi 5 anni dell'imposta illecitamente pagata. A fronte del rifiuto o della mancata risposta, si potrà andare dal giudice di pace competente, e visto che mediamente si tratta di importi inferiori ai 512 euro, lo si potrà fare senza avvocato.