La città
La biblioteca Finya restituita alla città
Riaperto al pubblico il centro studi più antico della Puglia. Foto e interviste ai protagonisti dell'evento.
Gravina - venerdì 14 settembre 2012
15.35
Ben poche cose conosciamo che ispirano lo stesso fascino solenne e suggestivo della biblioteca più antica di Puglia, un centro studi zeppo di libri e rarità. Quel patrimonio storico culturale che giovedì sera è stato restituito alla città di Gravina e contestualmente all'intero territorio pugliese.
In una piazza gremita di gente, alla presenza di numerose autorità, è stata riaperta al pubblico la biblioteca Finya, dopo i lavori di restauro e consolidamento dell'immobile.
La vocazione architettonica della struttura originaria è stata lasciata completamente invariata. È di trenta persone circa la capienza dei locali. Tutti i libri presenti e accuratamente catalogati saranno consultabili attraverso una serie di accorgimenti (utilizzo di guanti, per esempio). Il ruolo di bibliotecario sarà rivestito da personale volontario, selezionato dal direttore della biblioteca, don Giacomo Lorusso.
E così è tornata a risplendere una gemma della chiesa, uno dei maggiori centri della cultura ecclesiastica di un tempo. Un modo più di ogni altro per trasmettere ai giovani la coscienza civica e la consapevolezza della storia del proprio paese. Un intervento fortemente voluto dal vescovo monsignor Mario Paciello, affrontato con i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Puglia e col contributo fondamentale della società altamurana "Cobar costruzioni".
In una piazza gremita di gente, alla presenza di numerose autorità, è stata riaperta al pubblico la biblioteca Finya, dopo i lavori di restauro e consolidamento dell'immobile.
La vocazione architettonica della struttura originaria è stata lasciata completamente invariata. È di trenta persone circa la capienza dei locali. Tutti i libri presenti e accuratamente catalogati saranno consultabili attraverso una serie di accorgimenti (utilizzo di guanti, per esempio). Il ruolo di bibliotecario sarà rivestito da personale volontario, selezionato dal direttore della biblioteca, don Giacomo Lorusso.
E così è tornata a risplendere una gemma della chiesa, uno dei maggiori centri della cultura ecclesiastica di un tempo. Un modo più di ogni altro per trasmettere ai giovani la coscienza civica e la consapevolezza della storia del proprio paese. Un intervento fortemente voluto dal vescovo monsignor Mario Paciello, affrontato con i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Puglia e col contributo fondamentale della società altamurana "Cobar costruzioni".