La città
La Cattedrale ed il giallo della scritta medievale
Le ipotesi di Franco Laiso. L'edificio di culto torna a essere visibile dopo il restauro.
Gravina - mercoledì 22 agosto 2012
18.05
In una Gravina semideserta e afflitta dalla calura degli ultimi scampoli d'agosto, i pochi presenti hanno potuto ammirare la Cattedrale finalmente restituita allo sguardo di residenti e turisti dopo che le impalcature della ditta incaricata di restaurare interni ed esterni hanno cominciato ad essere smontate.
Tra i gravinesi in città anche Franco Laiso, negli anni Novanta per una breve parentesi sindaco, docente di liceo in pensione e stimato esponente del mondo culturale cittadino. Nel corso di una passeggiata ai margini della Cattedrale restaurata, è lui, da latinista di vasta esperienza, a mettere in risalto un particolare probabilmente ignoto ai più, ma che già in passato molto fece discutere gli studiosi di storia locale, come il Nardone e il Lucatuorto.
"Mi ha incuriosito – dice Laiso - l'iscrizione alto-medievale incisa sulla facciata normanna del monumento (nella foto, non è visibile la scritta ma solo il punto in cui essa si trova, ndc). Essa è poco leggibile, ma molto probabilmente la prima linea sarebbe: "Tu quoque miraberis operas", ovvero "Anche tu ammirerai le opere". L'espressione riprende un passo dei Vangeli. La parola "opera" è fondamentale nelle Sacre Scritture: essa indica la buona azione, ed è, come si dice in latino, "nomen actionis" e non "nomen acti", come "opus", che sta ad indicare un manufatto, un monumento. Tenterò in seguito di leggere la seconda linea. Osservavo, inoltre, i volti umani scolpiti sul cornicione del lato lungo di levante: essi sono rappresentativi delle diverse popolazioni mondiali; la rappresentazione di essi termina con il bassorilievo del teschio. Presumibilmente, in questo caso, l'universalismo cattolico sottolinea che tutti i popoli, sebbene diversi nei lineamenti fisici, si trovano ad essere uguali nella morte. A proposito: il teschio è preceduto dalle lettere maiuscole, della M e delle E, con un segno diacritico soprascritto di abbreviazione. Ipotizzo possano essere le lettere, iniziale e finale, della parola Morte".
Una lettura, quella di Laiso, suggestiva, che punta l'attenzione verso un aspetto originale dell'architettura sacra della nostra città, se consideriamo la travagliata e variegata storia della Cattedrale di Gravina, originariamente edificata sotto la dominazione normanna nello stile romanico, in gran parte crollata nel XV secolo a causa di eventi catastrofici e ricostruita e rimaneggiata secondo i dettami dell'arte rinascimentale nel periodo successivo.
Il dibattito intorno alla cattedrale restituita ai Gravinesi, si spera non solo estivo e non solo sull'iscrizione misteriosa, è aperto.
Tra i gravinesi in città anche Franco Laiso, negli anni Novanta per una breve parentesi sindaco, docente di liceo in pensione e stimato esponente del mondo culturale cittadino. Nel corso di una passeggiata ai margini della Cattedrale restaurata, è lui, da latinista di vasta esperienza, a mettere in risalto un particolare probabilmente ignoto ai più, ma che già in passato molto fece discutere gli studiosi di storia locale, come il Nardone e il Lucatuorto.
"Mi ha incuriosito – dice Laiso - l'iscrizione alto-medievale incisa sulla facciata normanna del monumento (nella foto, non è visibile la scritta ma solo il punto in cui essa si trova, ndc). Essa è poco leggibile, ma molto probabilmente la prima linea sarebbe: "Tu quoque miraberis operas", ovvero "Anche tu ammirerai le opere". L'espressione riprende un passo dei Vangeli. La parola "opera" è fondamentale nelle Sacre Scritture: essa indica la buona azione, ed è, come si dice in latino, "nomen actionis" e non "nomen acti", come "opus", che sta ad indicare un manufatto, un monumento. Tenterò in seguito di leggere la seconda linea. Osservavo, inoltre, i volti umani scolpiti sul cornicione del lato lungo di levante: essi sono rappresentativi delle diverse popolazioni mondiali; la rappresentazione di essi termina con il bassorilievo del teschio. Presumibilmente, in questo caso, l'universalismo cattolico sottolinea che tutti i popoli, sebbene diversi nei lineamenti fisici, si trovano ad essere uguali nella morte. A proposito: il teschio è preceduto dalle lettere maiuscole, della M e delle E, con un segno diacritico soprascritto di abbreviazione. Ipotizzo possano essere le lettere, iniziale e finale, della parola Morte".
Una lettura, quella di Laiso, suggestiva, che punta l'attenzione verso un aspetto originale dell'architettura sacra della nostra città, se consideriamo la travagliata e variegata storia della Cattedrale di Gravina, originariamente edificata sotto la dominazione normanna nello stile romanico, in gran parte crollata nel XV secolo a causa di eventi catastrofici e ricostruita e rimaneggiata secondo i dettami dell'arte rinascimentale nel periodo successivo.
Il dibattito intorno alla cattedrale restituita ai Gravinesi, si spera non solo estivo e non solo sull'iscrizione misteriosa, è aperto.