Cronaca
La Corte d'Appello restituisce i beni all'imprenditore Cassone
Annullato il provvedimento di sequestro. Ecco le spiegazioni dal legale
Gravina - martedì 1 ottobre 2019
11.31
"Accertato la legittima acquisizione del patrimonio"
Con questa motivazione la Corte d'Appello di Bari ha annullato il provvedimento di confisca emesso nei confronti dell'imprenditore Giuseppe Cassone. Nel medesimo atto i giudici hanno disposto l'immediata restituzione dei beni confiscati a Cassone e ai congiunti coinvolti dal provvedimento.
"La Corte d'Appello di BARI - Sezione Misure di Prevenzione – spiega il legale dell'imprenditore gravinese - ha annullato il Decreto di confisca adottato dal Tribunale di Bari in danno di Cassone Giuseppe. La vicenda si è articolata in una complessa e certosina attività difensiva, finalizzata alla ricostruzione del patrimonio mobiliare ed immobiliare, per oltre un ventennio. La Corte d'Appello, ha ritenuto l'insussistenza dei presupposti che hanno originato il provvedimento di sequestro ed ha accertato la legittima acquisizione del patrimonio.
Il provvedimento di confisca – prosegue il legale - ha esposto le aziende, sottoposte a sequestro in attesa della definitiva decisione, al tracollo finanziario ed economico, determinando perdite economiche che in qualche modo lo Stato dovrà risarcire. La domanda sorge legittima: non poteva il Tribunale attendere gli esiti definitivi prima di sequestrare l'intero patrimonio aziendale, evitando in tal modo di risarcire ingenti danni?
La vicenda non è isolata, poiché si sono registrati altri casi di "sequestro anticipato" successivamente annullati con pronunce definitive, con conseguenti danni economici".
Il sequestro preventivo di tutti i beni fu disposto nel mese di luglio del 2017 su disposizione della Procura della Repubblica al termine di una articolata indagine patrimoniale sviluppata dal Nucleo Investigativo del Capoluogo pugliese nel confronti dell'imprenditore.
Il sequestro fu imposto su alcune società riconducibili all'imprenditore e ai suoi familiari oltre che ad alcuni beni tra cui un Bed & Breakfast, 4 ville, 12 appartamenti, 7 locali commerciali, 1capannone industriale, 18 quote di proprietà di altrettanti appartamenti facenti parte di una multiproprietà inserita in un complesso turistico in Letojanni (ME), 10 autovetture ad uso aziendale e privato, 38 rapporti di conto corrente bancario.
Tutte ricchezze oggi ritenute "legittime".
Con questa motivazione la Corte d'Appello di Bari ha annullato il provvedimento di confisca emesso nei confronti dell'imprenditore Giuseppe Cassone. Nel medesimo atto i giudici hanno disposto l'immediata restituzione dei beni confiscati a Cassone e ai congiunti coinvolti dal provvedimento.
"La Corte d'Appello di BARI - Sezione Misure di Prevenzione – spiega il legale dell'imprenditore gravinese - ha annullato il Decreto di confisca adottato dal Tribunale di Bari in danno di Cassone Giuseppe. La vicenda si è articolata in una complessa e certosina attività difensiva, finalizzata alla ricostruzione del patrimonio mobiliare ed immobiliare, per oltre un ventennio. La Corte d'Appello, ha ritenuto l'insussistenza dei presupposti che hanno originato il provvedimento di sequestro ed ha accertato la legittima acquisizione del patrimonio.
Il provvedimento di confisca – prosegue il legale - ha esposto le aziende, sottoposte a sequestro in attesa della definitiva decisione, al tracollo finanziario ed economico, determinando perdite economiche che in qualche modo lo Stato dovrà risarcire. La domanda sorge legittima: non poteva il Tribunale attendere gli esiti definitivi prima di sequestrare l'intero patrimonio aziendale, evitando in tal modo di risarcire ingenti danni?
La vicenda non è isolata, poiché si sono registrati altri casi di "sequestro anticipato" successivamente annullati con pronunce definitive, con conseguenti danni economici".
Il sequestro preventivo di tutti i beni fu disposto nel mese di luglio del 2017 su disposizione della Procura della Repubblica al termine di una articolata indagine patrimoniale sviluppata dal Nucleo Investigativo del Capoluogo pugliese nel confronti dell'imprenditore.
Il sequestro fu imposto su alcune società riconducibili all'imprenditore e ai suoi familiari oltre che ad alcuni beni tra cui un Bed & Breakfast, 4 ville, 12 appartamenti, 7 locali commerciali, 1capannone industriale, 18 quote di proprietà di altrettanti appartamenti facenti parte di una multiproprietà inserita in un complesso turistico in Letojanni (ME), 10 autovetture ad uso aziendale e privato, 38 rapporti di conto corrente bancario.
Tutte ricchezze oggi ritenute "legittime".