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Scuola e Università

La dimora del Barone affidata agli studenti

L'albergo e sala ricevimenti confiscato alla mafia passa sotto la gestione dell'Istituto Majorana

«La dimora del Barone» albergo-masseria di Altamura, meglio conosciuto come "La dimora dei Templari", sarà gestito dagli studenti dell'istituto alberghiero Majorana di Bari. La notizia arriva direttamente dall'Istituto scolastico attraverso una nota che parla di "una decisione innovativa per il Tribunale di Bari - Sezione Misure di Prevenzione e prima in Italia".

La struttura sarà riaperta e inaugurata il 26 giugno con una cerimonia che, "anticiperà l'inizio di una nuova concezione di formazione scolastica e professionale". Il personale sarà infatti composto da studenti in stage e da neodiplomati dell'istituto contrattualizzati dalla Cooperativa Majorana, creata per volere della dirigente scolastica, Paola Petruzzelli, al fine di creare occupazione e trasformare l'istituto in azienda per permettere ai ragazzi di fare esperienza ponendosi sul mercato del lavoro con un curriculum di tutto rispetto.

Dopo aver concesso agli studenti dell'Iss Majorana la possibilità di gestire il bene confiscato, lo stesso presidente della Sezione Misure di prevenzione del tribunale, Francesca La Malfa, si è adoperata per consentire lo sviluppo di una sinergia tra le imprese edili sottoposte a confisca e il Majorana al fine di poter riqualificare il bene, chiuso da più di due anni, al minor costo possibile, in modo da mantenere inalterato il livello occupazionale delle imprese confiscate.

Alla cerimonia d'inaugurazione interverranno il prefetto di Bari, Antonio Nunziante; la presidente della Terza sezione penale Misure di prevenzione del tribunale, Francesca La Malfa e le autorità governative, degli enti locali e i rappresentanti dell'associazione antimafia Libera.

La Dimora del Barone, come si ricorderà, è stata sottoposta a sequestro dai carabinieri a gennaio di quest'anno al termine di una lunga indagine avviata nei confronti di un pregiudicato gravinese a cui i militari hanno sequestrato beni mobili e immobili per un valore complessivo di 50 milioni di euro. Dopo una lunga trattativa con il Tribunale e grazie all'interessamento dell'associazione Libera, che lo scorso aprile ha fatto nuovamente tappa ad Altamura per chiedere l'intervento dell'autorità giudiziaria, la struttura tornerà a vivere.
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