Politica
La Lega solleva dubbi sul bando della Fiera
Gli esponenti locali del carroccio registrano anomalie sull'avviso per la gestione
Gravina - venerdì 22 febbraio 2019
La Lega all'attacco dell'amministrazione Valente sulla fiera. Gli esponenti della formazione politica, sbarcata da poco in città, già iniziano a mordere le caviglie dell'amministrazione comunale sulla gestione della fiera, che a detta degli esponenti leghisti locali, presenta non poche anomalie.
A cominciare dal bando pubblicato dal Comune. Ci sono alcuni punti ritenuti oscuri e passaggi valutati non proprio trasparenti sui quali i leghisti vorrebbero chiarimenti dalla giunta Valente.
Tralasciando che solo ora sono stati parzialmente resi noti i dati relativi ai costi della passata edizione, gli esponenti del carroccio si concentrano sul pubblico avviso della 725esima edizione della campionaria gravinese. Innanzitutto, a non convincere i leghisti gravinesi è la tempistica: sempre in ritardo rispetto ai tempi necessari all'organizzazione dell'evento, che costringerà chi si aggiudicherà il bando a lavorare in emergenza.
Altro punto non chiaro è la mancata richiesta del Codice Ateco, un indice che classifica le aziende in base ai propri requisiti e che eviterebbe dunque la partecipazione al bando di imprese che non sono propriamente specializzate nell'organizzazione di eventi fieristici.
Secondo gli esponenti del partito di Salvini "si corre il rischio di affidare l'organizzazione della Fiera San Giorgio ad aziende non specializzate in questo settore, a scapito, ovviamente, della qualità del servizio offerto".
Ultima obiezione, ma non la meno importante, è quella che riguarda l'assegnazione dei punteggi: il bando privilegia l'aspetto tecnico, subordinando parecchio l'offerta economica. Un criterio di attribuzione dei punteggi, ritenuto illogico dai leghisti che contraddice il bando stesso, il quale specifica la rilevanza dell'offerta economica sui parametri da considerare per l'assegnazione del servizio.
Una scelta che potrebbe costare cara alle casse Comunali, vista la discrezionalità dei commissari di gara, che potrebbero preferire un'offerta progettuale più gradita a loro (e non magari ai più), con un rilevante sovrapprezzo economico, che graverebbe nelle tasche dei cittadini.
Infine il richiamo della Lega di Gravina è per chi dovrà valutare le proposte partecipanti al bando per la fiera. L'invito è "a ponderare con molta accortezza la valutazione delle offerte tecniche e quelle economiche, tenendo presente che l'unico interesse da perseguire deve essere quello di realizzare una Fiera San Giorgio che ricalchi i fasti di un tempo, e non l'anonimo e stantio mercatone a cui questa amministrazione ci ha abituati"- concludono dal coordinamento cittadino della Lega.
A cominciare dal bando pubblicato dal Comune. Ci sono alcuni punti ritenuti oscuri e passaggi valutati non proprio trasparenti sui quali i leghisti vorrebbero chiarimenti dalla giunta Valente.
Tralasciando che solo ora sono stati parzialmente resi noti i dati relativi ai costi della passata edizione, gli esponenti del carroccio si concentrano sul pubblico avviso della 725esima edizione della campionaria gravinese. Innanzitutto, a non convincere i leghisti gravinesi è la tempistica: sempre in ritardo rispetto ai tempi necessari all'organizzazione dell'evento, che costringerà chi si aggiudicherà il bando a lavorare in emergenza.
Altro punto non chiaro è la mancata richiesta del Codice Ateco, un indice che classifica le aziende in base ai propri requisiti e che eviterebbe dunque la partecipazione al bando di imprese che non sono propriamente specializzate nell'organizzazione di eventi fieristici.
Secondo gli esponenti del partito di Salvini "si corre il rischio di affidare l'organizzazione della Fiera San Giorgio ad aziende non specializzate in questo settore, a scapito, ovviamente, della qualità del servizio offerto".
Ultima obiezione, ma non la meno importante, è quella che riguarda l'assegnazione dei punteggi: il bando privilegia l'aspetto tecnico, subordinando parecchio l'offerta economica. Un criterio di attribuzione dei punteggi, ritenuto illogico dai leghisti che contraddice il bando stesso, il quale specifica la rilevanza dell'offerta economica sui parametri da considerare per l'assegnazione del servizio.
Una scelta che potrebbe costare cara alle casse Comunali, vista la discrezionalità dei commissari di gara, che potrebbero preferire un'offerta progettuale più gradita a loro (e non magari ai più), con un rilevante sovrapprezzo economico, che graverebbe nelle tasche dei cittadini.
Infine il richiamo della Lega di Gravina è per chi dovrà valutare le proposte partecipanti al bando per la fiera. L'invito è "a ponderare con molta accortezza la valutazione delle offerte tecniche e quelle economiche, tenendo presente che l'unico interesse da perseguire deve essere quello di realizzare una Fiera San Giorgio che ricalchi i fasti di un tempo, e non l'anonimo e stantio mercatone a cui questa amministrazione ci ha abituati"- concludono dal coordinamento cittadino della Lega.